lunedì 13 dicembre 2010

Il Generale Fromm

Il Generale Friedrich Fromm può essere considerato uno degli autorevoli esponenti del biscarpismo: nel 1944, reso edotto sia pur per sommi capi del piano che avrebbe dovuto rovesciare il regime hitleriano, decise di non schierarsi né da una parte né dall'altra, attendendo l'esito degli eventi.
Decise così di non denunciare i cospiratori, ma allo stesso tempo di non far nulla per aiutare il loro disegno. Per quanto le circostanze precise dell'attentato del 1944 siano tutt'altro che chiare, è abbastanza certo che Fromm prese una posizione chiara e netta solo al momento dell'avvio effettivo dell'Operazione Valchiria, allorquando si rifiutò di firmare il piano operativo schierandosi così contro i congiurati: ma sembra che il motivo di questa presa di posizione vada ricercato nell'aver ricevuto una telefonata di Keitel che l'aveva informato del fatto che Hitler era scampato all'attentato.
Una volta fallito il colpo di stato Fromm, contravvenendo apertamente agli ordini che Hitler aveva personalmente impartito al maggiore Remer, imbastì una corte marziale che condannò a morte Stauffenberg e alcuni altri congiurati. Che l'esecuzione immediata dei medesimi abbia avuto corso per eccesso di zelo o al contrario per cancellare definitivamente le tracce di un coinvolgimento di Fromm non è chiaro: sta di fatto che Fromm fu immediatamente arrestato da Goebbles, che credeva nella seconda che ho detto, e nei mesi seguenti radiato dall'esercito e successivamente fucilato.

Che c'entra tutto ciò con l'attuale segretario del PD? Forse poco o nulla, o forse molto. Qui di seguito do la mia interpretazione, che non pretende di esser vera né documentata: è semplicemente la mia visione, che potete prendere per quel che vi pare.
Bersani è un segretario debole: io credo che lo sia un po' per carattere (meno autistico e più diplomatico rispetto al mentecatto che lo ha preceduto, e non parlo di Franceschini) e un po' perché il PD è un grande calderone nel quale il vertice non può che vivacchiare alla giornata nel tentativo di tenere insieme tutte le varie anime che compongono il partito.
In effetti Bersani sconta il peccato originale del Partito, la forma datagli dall'inutile idiota che con la vocazione maggioritaria e l'aspirazione all'autosufficienza ha ridotto i resti di quello che fu il più grande partito comunista dell'occidente a un gelatinoso ammasso di persone irridentisi l'un l'altra.
Certo, si potrebbe dire che dal disegno originale sia sparito l'anelito all'autosufficienza rimanendo solo la vocazione maggioritaria, ma se ci pensate bene anche Faccia da Tonto non ha mai creduto davvero nell'autosufficienza, tanto da imbarcare a bordo i radicali, e allearsi con Di Pietro.
Il PD di oggi quindi non è granché diverso da quello sognato dal Puffo Triste, salvo per il fatto che quest'ultimo almeno, nel suo idiotico autismo, credeva in quella fanfaronata di progetto da lui creata, laddove Bersani non ha neppure questo stimolo d'orgoglio personale.
In questa situazione non è che vi siano grandi possibilità: o si cerca di salvare il progetto politico del partito, la vocazione maggioritaria, il ruolo baricentrale rispetto al centrosinistra, o si cerca di perseguire un progetto politico diverso, superando l'attuale forma del PD e ripensando alla radice la funzione del partito, a partire dai temi del radicamento nella società, del programma da formulare e delle alleanze da stringere.
Il problema è che non si possono perseguire entrambi gli obiettivi, che sono antitetici: il PD, come impostato dall'Orfano Scrittore è un'entità strutturalmente perdente, non potendo darsi né programma né radicamento, a costo di disfarsi (come in parte è già accaduto). Per vincere bisogna quindi cambiare tutto, distruggere il partito leggero e rifondarlo come un partito vero: come era il vecchio PCI e come, ancor oggi, è la Lega.
Bersani non ha il coraggio, o la forza, o entrambi, di prendere questa decisione. Non gli piace il PD di oggi, ma è il primo a credere di non poterlo trasformare. Si limita quindi a bordesare sottocosta, grazie a quelle due-tre parole d'ordine sempre attuali (cacciare Berlusconi, priorità al lavoro, la giustizia sociale...), che sono spendibili solo fintanto che si sta all'opposizione, ma che non si può certo dire costituiscano un programma di governo essendo, per l'appunto, un programma di opposizione. In questo piccolo cabotaggio, pur essendo potenzialmente a pochi mesi dal voto per il rinnovo delle Camere, non ha avuto neppure la forza di dare una chiara indicazione sulle alleanze che intenderebbe coltivare: e converrete che scegliere tra il centro e la sinistra sarebbe un bell'atto di coraggio: scegliere è cosa che possa dare i tormenti ma non per questo meno indispensabile.
Spera, Bersani, che passata la buriana, e magari approfittando dell'altrettanto innegabile crisi della destra, a un tratto le nuvole si aprano e si riesca a individuare la rotta da seguire, ma, a mio parere, si tratta di una pia illusione. Comunque vadano le cose, sarà ben difficile che gli amici possano riconoscergli il merito di ciò che ha fatto (ben poco), mentre i molti nemici non avranno difficoltà a rinfacciargli le scelte che non ha assunto.
A quel punto la fucilazione -in senso politico, beninteso- sarà inevitabile.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Due parole, caro mfisk:

Tempo perso.

Col PD & C., ovviamente.

enrico ha detto...

mi sembra che il giudizio su bersani sia un po' ingeneroso: i vertici del PD fanno in fondo quello che la base consente loro di fare.
forse troppo severo anche il giudizio su veltroni, che ha pur sempre qualche pregio (e' juventino; altri cosi' sui due piedi non me ne vengono in mente)

m.fisk ha detto...

Faccio sommessamente notare che la base, chiusa in se stessa e con un orizzonte limitato alla fabbrica e al posto di lavoro salariato, non può pervenire alla coscienza rivoluzionaria, che richiede una visione globale della società, ma al piú alla coscienza politica tradeunionista, che è la coscienza del proletariato subalterno alla borghesia.
E' per questo che il partito, e massime il suo vertice, deve svolgere la funzione di sprone, guida e presa di coscienza delle masse.

 

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