Volutamente non ho salvato le pagine dei giornali online di ieri: sapevo che avrei dovuto metterle a confronto con quelle di oggi (o di domani, o di dopodomani).
Se tra i miei cinque lettori c'è qualche giornalista economico o qualche titolista, prenda nota di due cose, che gli potrebbero tornare utili per il suo lavoro.
1) Siamo in una crisi difficile. Non è che qualche fiammata di borsa elimini il fatto che siamo in una crisi difficile; ed è meglio rendersene conto che alimentare il balletto quotidiano dei segni più e meno contribuendo ad accrescere -o creare- un'ansia inutile e dannosa;
2) E' vero che nel lungo periodo siamo tutti morti e che domani è un altro giorno, ma l'orizzonte temporale con cui si deve analizzare l'andamento dell'economia è superiore alle 24 ore.
Mi stavo infatti parecchio stufando delle continue altalene della cronaca economica. Non è vero giornalismo quello di scrivere di ciò che si conosce così poco da non saperne valutare i veri periodi di cambiamento. Quello che i media hanno fatto in questi giorni in gran parte può essere definito come 'allarmismo'. Che peso hanno le notizie dei media sui mercati finanziari? c'è un effetto boomerang di ritorno di qualche tipo?
RispondiElimina