Warning: this post is rather geeky: it could be for you just a senseless yada yada
Mi capita di consumarmi nel ricordo dei tempi in cui gli uomini erano veri uomini e sapevano quotare come si deve. Poi i sysadmin hanno cominciato a chiudere la porta 119 e gli utenti hanno iniziato a sentire il bisogno del botta e risposta in tempo reale; e così tutto (quasi tutto) è finito.
Questa riflessione non mi viene tanto da un thread per vecchi babbioni miei coetanei, quanto da una constatazione che mi è apparsa improvvisamente chiara un paio di giorni fa.
Ho ormai sistematicamente rinunciato a quotare sotto i messaggi di posta perché ho il timore che la maggior parte dei miei destinatari non si renda conto che ho fornito una risposta. E' chiaro che è un circolo vizioso, dacché così contribuisco a far venir meno una sana abitudine, ma tant'è, non mi posso permettere di rischiare di non essere letto: requiescat in pacem.
Qualcosa però mi è rimasto attaccato e non credo che si perderà mai.
Anzitutto, l'abitudine di pensare a quello che c'è sotto ciò che scrivo. Non è raro che scorrendo i messaggi che ricevo, che arrivano a contenere un 20-30 replay, a un certo punto si trovino commenti, apprezzamenti o vere e proprie notizie che chiaramente non sarei dovuto venire a conoscere: e questo in situazioni conflittuali mi dà un grande vantaggio competitivo.
Poi l'abitudine di pensare a come verrà letto e interpretato il messaggio da parte del destinatario: è straordinario notare come anche persone che per mestiere scrivono lettere, e pertanto sono abituate ad interpretarne il senso esplicito e le possibili interpretazioni capziose, di fronte alla e-mail abdichino del tutto a questo senso critico e buttino giù la prima cosa che salta loro in mente. Credo che molto sia dovuto alla sostanziale differenza che passa tra cliccare un bottone virtuale sullo schermo e firmare un foglio di carta. E credo che Giovanni Greco, Pirotti e i loro eponimi siano stati un formidabile vaccino contro questa tendenza.
Infine, credo anche che mi sia rimasto un insano fondo di cinismo, per aver potuto toccare con mano quanta stupidità ci possa essere, lì fuori, e quanto sia impossibile ritenere di aver toccato il fondo perché c'è sempre qualcun altro pronto a sorprenderti.
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