Da quando è morto mio padre, la cena della vigilia di Natale viene fatta in strettissima intimità. Quest'anno c'eravamo solo io, Nichita e le rispettive madri (la mia e la sua, insomma).
La cena l'ho preparata io, e risparmio il menù per non perdere la stima della piccola cuoca. Due cose ha portato mia madre (la piovra e il capitone) ed entrambe erano francamente immangiabili, ma tant'è.
Comunque non è questo il tema del post, bensì l'esistenza di Babbo Natale.
Ai loro figli Odifreddi o Ferraris avranno sicuramente detto che è fisicamente impossibile che un vecchietto porti contemporaneamente regali anche solo a un milionesimo dei bambini del mondo. E' un atteggiamento comprensibile, e del resto ho volutamente preso l'esempio di due persone che stimo (tanto che le loro foto su wikipedia erano mie, e quella di Ferraris lo è ancora mentre quella di Odifreddi, che era anche molto più bella, è stata cancellata per le complesse beghe di laggiù), ma a me ha sempre fatto piacere, e tuttora me ne fa, che mio figlio creda nell'esistenza di qualcuno tanto buono da portare i doni per la sola gioia del farlo.
Pertanto Nichita, che ormai ha quasi dieci anni, può desiderare di continuare a credere a Babbo Natale sebbene le evidenze e parte degli amichetti provino il contrario; ma il tarlo del dubbio lo rosica. Qualche settimana fa mi ha preso a tu per tu, serio serio, e mi ha domandato "Papà, ma dimmi VERAMENTE la verità: Babbo Natale esiste o sono i genitori che mi comprano i regali?".
Io, che per mestiere ho dovuto imparare a mentire senza dire il falso, gli ho risposto che "Babbo Natale esiste per i bambini che vi credono, ma quando un bambino smette di credervi probabilmente i genitori sono costretti a comprarli loro, i regali". E pensavo di essermela cavata abbastanza bene.
Quanto alla scelta dei regali, quest'anno non aveva scritto la letterina. Io, preso dalla stronza due diligence che mi aveva fatto momentaneamente dimenticare uno dei principi a cui qualche anno fa avevo giurato di attenermi sempiternamente (prima la vita, poi il lavoro), non me ne ero preoccupato più di tanto, anche perché mi aveva detto più o meno cosa desiderava: un mitra, un certo gioco per la playstation (che usa da mia madre, che non possiede un PC), e un grande Lego. A questo dovevo aggiungere gli sci (che un bambino non considera propriamente un regalo, bensì qualcosa alla stregua dei vestiti) e il contachilometri per la bici, dato che qualche settimana fa quello che aveva gli era stato strappato via dalla sua, parcheggiata a Villapizzone, da un grandissimo figlio di zoccola (come si fa a strappare il contachilometri dalla bici di un bambino, lasciandogli il filo penzolante?) che sicuramente da allora sarà seduto sulla comoda con una diarrea cronica e sanguinolenta, tra atroci dolori.
L'incombenza del grande Lego era stata assolta da mia madre, che aveva preso un camion con tanti pezzi, che mi aveva fatto vedere di sfuggita, carbonaramente. Io avevo registrato la cosa nella casella "fatto" e non me ne ero più peritato.
Ieri sera, a un tratto Nichita, forse perché qualcuno aveva pronunciato la parola "letterina", o forse di suo così, a un certo punto se ne salta su e dice "adesso scrivo la letterina a Babbo Natale, ma non la deve vedere nessuno".
Si mette all'opera, compie il suo lavoretto e poi, una volta finito, tutto tronfio esclama: "così voglio vedere se Babbo Natale esiste davvero o sono i genitori, che mi comprano i regali".
Io, con un brivido nella schiena, gli chiedo di spiegarmi meglio la cosa e lui, candido, ci spiega che lui vuole tantissimo un solo regalo, che non ha detto a nessuno e che è difficilissimo da trovare, così quando Babbo Natale leggerà la letterina se ce l'avrà lo tirerà fuori dal sacco, mentre se fossero i genitori a prendere i regali, non potrebbero sapere che cosa desiderava e quindi non troverebbe qual regalo.
Io, ovviamente, mi raggelo, e comincio a far leva sull'unico spiraglio lasciatomi aperto, vale a dire che dato che la letterina va spedita prima, Babbo Natale potrebbe non avere dietro il regalo in questione: ma sento che si tratta di una linea di difesa deboluccia. Contemporaneamente mia madre, che a rigore non può rientrare nella categoria di "genitore", lo convince a dire solo a lei di che si tratta. Si appartano ed emerge così che l'oggetto del desiderio è "Lego Agents Mission 6"; dopodiché tornano e Nichita bel bello appende la sua letterina all'albero.
Noi ci guardiamo dubbiosi e timorosi. Nessuno dei tre ha la più pallida idea di cosa sia Lego Agents Mission 6, e nessuno ha idea di cosa ci sia nella scatola incartata giù in cantina, ma è ovvio che la probabilità che il contenuto coincida con il desiderio sono infinitesime, e comunque ogni possibilità di cambiare il regalo è ormai definitivamente sfumata.
Nottetempo mi alzo, vado in cantina a prendere tutta la roba e la piazzo sotto l'albero; poi prendo la letterina e, cercando di assumere una scrittura da Babbo Natale, gli scrivo che avrebbe dovuto spedirla prima, la letterina, e che adesso ho un altro Lego pure molto bello, e anche il mitra, etc. etc., dopodiché gliela piazzo sul tavolo, insieme agli avanzi della cena del simpatico vecchione.
La mattina, alle sette e pochi minuti, il pupo si alza e va a vedere se ci sono i regali. Io pure mi alzo per avviare il rito dell'apertura, e lui subito punta sulla scatola del Lego, riconoscendone la natura semplicemente dalla forma e dalla dimensione, senza nemmeno scuoterla.
Comincia a scartarla prima che io abbia la prontezza di spirito di fargli vedere se ci sia scritto qualcosa sulla letterina, e pochi secondi dopo comuncia a fare versi di gioia e cenni di vittoria con i pugni alzati: per quanto del tutto improbabile, la confezione era esattamente quella di Lego Agents Mission 6.
Immaginatevi come mi sono sentito 8-). A questo punto non mi è rimasto che fare un trucco bacucco e far sparire con destrezza sotto il divano la letterina, che poi ho recuperato e archiviato: a riprova del fatto che Natale e il suo Babbo, anche se non ci si crede più, c'è anche per i grandi.
:)
RispondiEliminaChe bella esperienza:-)
RispondiEliminaIncredibile. I miei stanno montando una roba mostruosa con millemila pezzi (e ogni tanto richiedono la mia assistenza con grave nocumento della mia schiena e delle mie ginocchia).
RispondiEliminaIndovina cos'è?
io invece il menù lo voglio scritto da un amanuense nella lettera per babbo Natale. Giusto così per darmi un regalo anche a me va là!
RispondiElimina@massimo: evidentemente (e fortunatamente) dev'essere un pezzo di gran moda, anche se non ne avevo idea: ma ho per le mani il catalogo 2008, e contiene tanta di quella roba!
RispondiElimina@giovanna: ma se io racconto il menù, tu mi spieghi come si fa il capitone?
Signora, non gli dia retta. La piovra e il capitone erano buonissimi. Si sa, i figli ci tengono a far vedere che sono adulti, si comportano così... ma sono bambini, credono ancora a Babbo Natale. Auguri.
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