l'accordo per la soglia di sbarramento alle elezioni europee è una vera bastardata. Veltroni, sapendo che il risultato sarà disastroso, cerca di recuperare parte dei voti di sinistra eliminando tutto ciò che c'è più a sinistra del centro.
E valga il vero: si può essere d'accordo o meno sul fatto che alle elezioni politiche serva una legge elettorale che eviti la frammentazione, perché i piccoli partiti sono fonte di instabilità governativa (io personalmente considero anche questa una mera petizione di principio indimostrata: ma riconosco che è un'opinione con delle argomentazioni).
Per le istituzioni europee invece il ragionamento non vale una cicca in quanto:
- la Commissione europea non è sottoposta al vincolo fiduciario verso il Parlamento se non all'atto del suo insediamento;
- il Parlamento non ha il potere né di iniziativa legislativa né di discussione dei progetti di legge, limitandosi a ratificarne il testo approvato in sede di Consiglio
Quindi, quando Franceschini viene a dire che gli Italiani non vogliono la frammentazione, anzitutto dice una cosa non provata; e in secondo luogo sfrutta capziosamente l'ignoranza del cittadino comune sui meccanismi di funzionamento delle istituzioni che è chiamato a votare.
Ma la cosa più grave ancora è un'altra: appare chiarissimo che quello che ha da guadagnare è in primo luogo Veltroni (che un nuovo fiasco spazzerebbe via), e in secondo luogo il PD.
A Berlusconi, in fondo, lo sbarramento interessa poco: i suoi concorrenti sono Lega, UDC e ex-AN: vale a dire soggetti tranquillamente sopra la soglia di sbarramento o addirittura imbarcati sulla propria carrozza: non sarà certo il mazzetto di voti di Santanché, Storace e Rauti a cambiare gli equilibri di potere.
Ben diversa la galassia dei partitini di sinistra che, tralasciato ogni apprezzamento sulla litigiosità da capponi, costituiscono comunque un significativo serbatoio di voti intercettabili dal PD (infatti, partendo dal presupposto che ormai IDV abbia raggiunto in Abruzzo il suo livello di massimo splendore raccogliendo tutti gli incazzati, resta ancora il mare magnum degli elettori di sinistra più moderati di Di Pietro).
Berlusconi, quindi, sta facendo un grosso favore a Veltroni: un vero regalo. Ma i regali prima o poi si ricambiano: e quale sarà la contropartita? Può essere che Berlusconi si accontenti di consolidare l'assetto attuale per assicurarsi il Quirinale tra qualche anno; ma il 2013 è lontano, e nel frattempo sicuramente andrà a bussare a danari.
La (mia!) conclusione è questa: Walter Veltroni sta scientemente consegnando per l'ennesima volta a Berlusconi le chiavi della propria permanenza al potere, assicurandogli il passaggio da Palazzo Chigi al Quirinale nella primavera del 2013 o anche prima, considerato che Napolitano non è più proprio un giovinotto. E tutto questo per salvarsi il culo.
Io ho risolto il problema alla radice: non andrò a votare.
RispondiEliminasecondo me il quirinale non c'entra, a berlusconi basta e avanza che veltroni rimanga dov'é. non c'è avversario migliore per lui, in fondo, no?
RispondiEliminaBuonasera Mfisk;
RispondiEliminanon ho capito bene il ragionamento.
Sarebbe a dire: siccome (punto 1); e siccome (punto 2); allora vanno bene anche - per dire - Turigliatto e Boselli al dilà del fatto che non rappresentino nessuno o quasi?
Io lo sbarramento lo metterei al 20%. Perchè in Europa ci vai a rappresentare una nazione, non 4 gatti a cui (nella migliore delle ipotesi) stai simpatico.
Buonasera, Medonzo.
RispondiEliminaIl mio ragionamento è semplice: l'Italia elegge 78 parlamentari. Se un partito raggiunge l'1,28% dei voti (100/78) elegge un parlamentare; se raggiunge il 2,56% ne elegge due e via discorrendo. Se Boselli rappresenta un italiano su 78, è giusto che abbia un parlamentare su 78; se Casini rappresenta u italiano su 39 è giusto che abbia 2 parlamentari.
Dare 0 parlamentari a Boselli e 1 a Casini vuol dire dare 30 parlamentari a chi rappresenterebbe solo i 28/78 degli italiani: i pratica una robin hood tax al contrario, dove si tolgono seggi ai piccoli per darli ai grandi.
Possono esserci motivi per farlo nei parlamenti nazionali (e io comunque sono contrario); ma non vi è alcun motivo per correggere il proporzionalismo puro al Parlamento europeo.