martedì 24 marzo 2009

Bycycle shed /2

Il titolo di questo post (che è la continuazione di questo) si riferisce al principio organizzativo definito da Cyril Northcote Parkinson secondo il quale gli assuntori di decisioni complesse si perdono nella discussione di particolari senza importanza e anzi prestano un'attenzione inversamente proporzionale alla dimensione del problema.
L'esempio è quello di un consiglio d'amministrazione che deve deliberare sulla costruzione di una centrale nucleare e di un riparo per le biciclette in cortile. Molto probabilmente sulla centrale nucleare non si farà altro che approvare il progetto presentato, dato che nessuno attorno a quel tavolo ha la benché minima competenza per dare un benché minimo contributo, mentre sul riparo molti potranno prendere la parola per dire quale sia il colore migliore, la forma o il materiale: perché si tratta di un argomento alla portata di chiunque.

Se ne parlava qualche giorno fa a proposito dei bonus ai dirigenti di AIG: 160 o 200 milioni di dollari, che sono una briciola rispetto ai 160 miliardi di dollari erogati ad AIG per pagare le proprie obbligazioni.
Oggi tutti i giornali parlano del piano Geithner come di una panacea che dovrebbe tirare fuori il mondo dalla crisi: fa eccezione il solito Krugman, ma lui è uno che vede sempre il bicchiere mezzo vuoto, quandi non conta.

In realtà andando a vedere bene il piano, si tratta di un formidabile contributo fornito dall'amminnistrazione Obama agli speculatori finanziari e alle banche che hanno assunto rischi incontrollati. In altre parole: un mezzo per:
a) far arricchire un po' di squali e
b) distorcere il meccanismo della concorrenza trasferendo risorse dai banchieri prudenti ai banchieri imprudenti, lasciando questi ultimi al loro posto.


Purtroppo non ho il tempo per sviluppare questi concetti (oggi DEVO proprio lavorare), e quindi mi limito a lasciare un po di link qui, qui (questo sembra molto tecnico ma è comprensibile anche al profano), qui; e a fare una sola considerazione, vale a dire che i privati, nel piano:
- mettono il 7,5% dei denari;
- prendono il 50% degli utili;
- hanno il 100% del controllo delle società che verranno create.

Badate bene: non sto dicendo che la strada presa sia sbagliata: non ho la pretesa di insegnare al governo USA cosa deve fare: è possibile, e forse addirittura probabile, che il piano di Tim Geithner sia l'unico praticabile (anche se Krugman, che comunque ha vinto un Nobel e quindi un po' più di autorità ce l'ha, così non crede; ma lui in fondo in fondo è un comunista mancato :-))).
Sto dicendo semplicemente che è un piano che presenta delle fortissime criticità, non tanto dal punto di vista delle probabilità di successo (non è di ciò che discutiamo), quanto dal punto di vista etico. Se far arricchire degli speculatori è l'unico modo di salvare l'economia americana, ben venga; ma sia chiaro che si stanno facendo arricchire degli speculatori. E le cifre messe in campo sono di tre o addirittura quattro ordini di grandezza superiori a quelle dei bonus AIG.
Solo che a criticare i bonus sono capaci tutti, perché è qualcosa di immediatamente percettibile; mentre a capire il piano ci vuole studio e fatica.

2 commenti:

  1. stai cercando di dire che in confronto i Tremonti bond non valgono nulla?

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  2. (rispondo serio anche se è una battuta, perché ne vale la pena)
    Si tratta di risposte diverse ai problemi diversi.
    Per le banche italiane il problema è quello di mantenere il capitale all'interno di parametri molto prudenziali; per le banche americane il problema è quello di salvare la pelle ed evitare di finire davanti al giudiche Peck.

    In questa linea anche il discorso della deroga al principio di continuità dei criteri di valutazione stabilito dalla commissione in temporanea sospensione dello IAS 39: si tratta anche qui di roba sulla quale -come sai benissimo- ho avuto modo di leggere confusi deliri: in realtà nessuno ha regalato niente a nessuno, né ha fatto sparire polvere sotto il tappeto. Magari un giorno riesco anche a declinarlo in qualche riga (oggi sono alle prese con una di quelle lettere piene di subordinazioni e congiuntivi: e vi sono espressioni forbite da strutturare.

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