Ho già segnalato in questo post un video che spiega in modo molto semplice e intuitivo i fondamenti della finanza strutturata e in particolare dei fenomeni che stanno alla base delle cartolarizzazioni e dei cosiddetti "titoli tossici", vale a dire CDO (Collateralized debt obligations) e ABS (Asset Backed Security).
Chi volesse approfondire l'argomento con un taglio un po' più tecnico può leggere l'articolo Structured Finance for Beginners su The Baseline Scenario, che a sua volta sintetizza un interessantissimo (e corposo!) articolo di tre docenti della Harvard Business School intitolato "The Economics of Structured Finance".
E' roba per gente che non è del tutto digiuna di matematica, ma bastano gli studi liceali, non è che ci voglia una laurea.
Un concetto in particolare viene approfondito con grande chiarezza, ed è quello della non confrontabilità tra i rating assegnati alle obbligazioni ordinarie e ai titoli di finanza strutturata.
Giusto per dare qualche indicazione, il concetto è in pratica il seguente (cerco di spiegarlo in due parole, che saranno confuse e noiose: leggete solo se veramente interessati): le agenzie di rating assegnano un "punteggio", comunemente indicato con una serie di lettere, che esprime una stima della probabilità che un dato debitore divenga insolvente o che un dato strumento finanziario possa non essere onorato.
Un titolo con un rating "AAA" ha una probabilità di solo lo 0.02% di non essere pagato, e quindi è molto tranquillo. Se io ho un insieme di beni (crediti ipotecari, ad esempio) che hanno complessivamente un rating inferiore, anche di molto, a quello "AAA", posso convertire il loro valore in strumenti finanziari (titoli): se tutti i titoli hanno lo stesso rango, il loro rating sarà identico a quello degli attivi sottostanti.
Ma si possono costruire varie categorie di titoli, ciascuna delle quali sarà preferita nel pagamento rispetto a quella successiva. In tal modo si crea un "cuscinetto" di titoli che probabilmente non verranno mai pagati (quelli che stanno in fondo alla pila), e che perciostesso garantiscono il fatto che i titoli che stanno in cima alla pila verranno pagati per intero (in quanto le perdite non si distribuiranno equamente su tutti i titoli, bensì solo qu quelli di meno preferiti).
Strutturando adeguatamente l'ammontare delle varie fette di titoli si può far in modo che i titoli più sicuri abbiano una probabilità di non essere pagati inferiore allo 0,02%, meritando così il rating "AAA", che consente di venderli agli investitori (es. i fondi pensione).
L'articolo dimostra quanto però il giochino sia pericoloso, per due motivi: anzitutto, in quanto la probabilità di default degli attivi sottostanti può presentare un indice di correlazione significativo, che in caso di crisi sistemica può falsare completamente il modello; successivamente, in quanto la "sicurezza" dei titolil di prima scelta non è dovuta a una vera qualità dei beni sottostanti, bensì ad un meccanismo di leva finanziaria: ciò (unitamente al coefficiente di correlazione) fa sì che i titoli presentino una alta sensitività a variazioni anche minime della probabilità di default complessiva degli asset sottostanti.
Trovo riduttiva la definizione che dai della finanza strutturata legandola ai casi particolari Abs e Cdo. La securitizzazione di ogni operazione di finanza strutturata si basa infatti su molteplici categorie di strumenti e in base ad essi assume caratteristiche radicalmente differenti. Attraverso il Credit Enhancement, che è parte fondamentale del processo di Securitizzazione, si possono per esempio utilizzare Stand By Letters of Credit o Bank Guarantees al cui rating va parametrata necessariamente la tipologia dell'operazione (che sia lease o vendita il risultato potrebbe essere diametralmente opposto nella risultante e relativa redemption). Se si usano strumenti in vendita "AAA", a meno di un improbabile fallimento, gestiti come zero coupon (cioè acquistati a prezzo inferiore a quello dell'expiry date), abbiamo una operazione ad alto rendimento sicuramente garantita e priva dell'alea di rischio.
RispondiEliminaGuglielmo Rinaldini
www.walshfinancecorporation.com
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
RispondiEliminaSi, probabilmente lo e
RispondiEliminaquello che stavo cercando, grazie
RispondiEliminasiete fantastici, parlate di ciò che non sapete come se lo sapeste; chissà, ammesso che abbiate un mestiere, se lo fate con la stessa approssimazione!
RispondiEliminaa chi si riferisce, scusi?
RispondiEliminaAnche per la diffamazione anonima occorre avere le necessarie competenze sintattiche e logico-grammaticali caro vigliacco anonimo. Abbiamo una professione, non un mestiere, somaro (peraltro anche la subordinata è priva di soggetto) e lo dicono persone importanti e visibili con nomi e cognomi e leggermente più importanti a livello mondiale di un complessato vigliacco che crede di non dover pagare per i reati che commette.
RispondiEliminaLa finanza è una cosa troppo seria per consentire a gente col passamontagna e il Lexotan di parlare a vanvera coperti dall'anonimato che ritengono schermi criminalità e idiozia.
Non lo faccio mai, ma mi piace precisare, in questa occasione, che per quanto viene scritto nei commenti su questo blog è responsabile esclusivamente lo scrivente, non il sottoscritto che si limita a verificare che non vi sia pubblicità di Viagra o di Casinò on line.
RispondiEliminaPremesso tutto ciò, prendo una posizione personale rilevando che il commento di aemme è poco meno di un insulto (e non ho capito se lo sia verso il sottoscritto o verso Walsh o verso entrambi).
Per quanto concerne la risposta di Walsh, ne condivido il concetto di fondo ma non il tono e le parole usate: ho visto fin troppe guerre d'opinioni in tanti anni di rete per cascarci; e non ho intenzione di faticare per moderare una flame war su un pezzo vecchio di un anno.
Pertanto, o chi decide d'intervenire ancora si mette ad utilizzare toni urbani e argomenta le proprie affermazioni, o per me la cosa e finita qui e blocco i commenti definitivamente.