martedì 21 aprile 2009

C'è crisi, c'è grande crisi /5

Pochi giorni fa vi ho raccontato come Goldman Sachs e JP Morgan hanno fatto a far uscire una trimestrale con dei begli utili malgrado avessero perso soldi su quasi tutte le proprie linee di business; e ciò con i soldi dei contribuenti americani e per il tramite di AIG.
Oggi invece vi dico qualcosa sull'altro grande colosso bancario: Citigroup, che ha chiuso la trimestrale con 1,6 miliardi di utili. Bloomberg spiega il dettaglio delle cifre, e se aveste la pazienza di andare fino alla metà dell'articolo trovereste questa criptica frase:"Citigroup posted a $2.5 billion gain from accounting rules that allow companies to profit when their own creditworthiness declines", che vale la pena di spiegare.

Immaginate una situazione in cui ci sono: Alberto il banchiere; Berta la massaia e Cirillo lo speculatore. Berta deve 1.000 dollari ad Alberto, ma ha perso il lavoro, ha due figli da mantenere e il marito è scappato con una ballerina. Alberto sa bene che quei 1.000 dollari esistono solo sulla carta, e se gli va bene ne vedrà solo 400 o al massimo 500 (ma dopo molto tempo e con molte spese). Arriva lo speculatore Cirillo, il quale dice ad Alberto: vendimi il credito verso Berta, e io ti dò subito 400 dollari, così non ci pensi più. Alberto ci pensa sopra 20 secondi e poi vende il credito a Cirillo: perché?
Semplice: Alberto sa bene che Berta non ha occhi per piangere, e una regola d'oro del credito è che non si può cavar soldi dalle rape. Meglio portare a casa meno di quanto si dovrebbe, ma portarlo a casa e non pensarci più.

Ora immaginate che Berta non esista; e neppure Cirillo.
C'è una banca, che si chiama Citigroup, che ha emesso delle obbligazioni. Ha dei debiti, insomma, come normale per una banca. Citigroup però sta messa male: le sue probabilità di diventare insolvente sono consistenti: il mercato non le dà più fiducia. Se qualcuno dovesse comprare un'obbligazione da 1.000 dollari di Citigroup, oggi la comprerebbe a 900 dollari, dato che non si fida. Sul mercato, quindi, il valore di 1.000 dollari di debito di Citigroup è pari a solo 900 dollari.
Ma visto che Citigroup mette in bilancio i propri debiti al mark-to-market, cioè li contabilizza al valore di mercato, ecco che magicamente al passivo Citigroup non ha più 1.000 dollari di debiti, bensì solo 900; e la differenza di 100 dollari, che da qualche parte deve essere contabilizzata, viene appostata come un utile.
Avete letto bene: Citigroup ha fatto utili grazie al fatto che rischia di fallire; e se stesse messa ancora peggio, gli utili sarebbero ancora maggiori: se il valore di mercato delle sue obbligazioni fosse solo 800, l'uile sarebbe stato di ben 200 dollari!!!
Con questo giochino Citigroup ha fatto, come detto prima, 2,5 miliardi di dollari di utili; e con altri giochini simili un altro miliardo, per un totale di 3,5 miliardi di guadagni taroccati. Visto che l'utile netto della trimestrale è di 1,6 miliardi di dollari, ne risulta che in realtà Citigroup ha perso quasi 2 miliardi di dollari.

Bello il mondo della finanza, vero? e adesso, non vi sembra che ci sia da stare un po' preoccupati, malgrado Tremonti e Marcegaglia dicano che va tutto bene, madama la marchesa?

3 commenti:

  1. Continuo a ribadire il concetto: la meccanica quantistica è molto più semplice e "lineare".

    A me al CAF fanno un culo tanto se arrotondo male una somma nella dichiarazione dei redditi (manco avessi ucciso qualcuno) e questi tramutano debiti in utili come se fossero noccioline. Mi sento preso per il BEEEP!

    ciao
    nicola.

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  2. Io, almeno per oggi, spero che tu abbia torto. Che ti sia sfuggito qualcosa insomma, qualche decisivo particolare.Lo spero perché devo cenare serenamente.

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  3. Guarda, scorfano: quella di oggi puoi prenderla per oro colato (anche quella di ieri, ma dovendo scegliere cosa portare come tesina alla maturità, porterei quella di oggi).
    Ti metto anche un bel link, to', a un articolo del NYT che significativamente si intitola:
    Bank Profits Appear Out of Thin Air

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