Francesco Costa riporta questa frase pronunciata da Dario Franceschini: uno del quale, a guardarlo, tutto sembrerebbe potersi dire tranne che sia una facia de tola:
Chi dice che se vince il sì al referendum si consegna il paese a Berlusconi dice una panzana. La legge attuale assegna l’identico premio di maggioranza alla lista o alla coalizione che ottiene un voto in più. Quindi sono io a chiedere: è preferibile per il Pd una legge elettorale che unisce Pdl e Lega, o un’altra, come quella che esce dal referendum, che li divide?E questo ci dimostra che invece il Franceschini è foderato di latta, e a doppio strato.
Dacché, quando gli si è fatto notare, tempo addietro, che qualora fosse passato il referendum si sarebbe fatta una cortesia a Berlusconi, egli non si è colpito la fronte con il palmo della mano borbottando: "Accidenti, che sciocchezza ha fatto il mio predecessore" (cosa che, fra l'altro, gli sarebbe stata facile): no, lui l'ha messa sul piano dei Princìpi, con maiuscola e accento tonico:
Che partito sarebbe un partito che cambia idea, ripeto: dopo aver a lungo discusso, solo perché il premier distrattamente ha detto a Varsavia che sosterrà il Sì. La domanda alla quale gli italiani devono rispondere il 21 giugno è la seguente: volete abrogare la legge porcata, quella che sottrae agli elettori il diritto di scegliersi non solo i partiti ma anche le persone da mandare in Parlamento? Togliendo di mezzo la politologia, chi ha contrastato con durezza quella norma non può che rispondere Sì. Poi ci saranno 4 anni, qualunque sia l’esito referendario, per fare una buona legge elettorale (citato da Sofri giovane)E quindi, delle due l'una: o vale il discorso sui grandi Princìpi, sul fatto che la contingenza di una situazione elettorale momentanea non può guidare il Partito nel Cammino verso il Sol dell'Avvenire*: posizione nobile, ma velleitaria alquanto; o al contrario il cammino viene guidato dalla tattica di piccolo cabotaggio del cercare di dividere la Lega dal PdL.
E mi scuseranno per l'avvilente paragone i capitani delle bettoline, dato che la loro nobile attività di trasporto di merci tra porti limitrofi è antica e nobile: la praticavano i Fenici, i Cretesi, i Micenei. Popoli passati alla Storia, che a quattro millenni di distanza dal loro sorgere tuttora studiamo sui sussidiari delle scuole elementari: il che, prevediamo, non avverà per il Partito Democratico, malgrado la lungimiranza del segretario pro-tempore.
* o quel che è, oggi
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