lunedì 29 giugno 2009

Civati, PERT, Serracchiani e WBS

Faccio seguito a questo post nel quale commentavo criticamente coloro che veramente pensano che il segretario del principale partito di opposizione possa essere scelto tra coloro che fanno un bel discorso (Serracchiani) o tengono un blog interessante (Civati).
Ho pertanto ritenuto doveroso guardarmi gli interventi dell'uno e dell'altra al Lingotto (li trovate su Youtube) e posso ora trasse qualche conclusione.

Della candidatura della Serracchiani mi sembra destinata a perdersi perfino la memoria: se il suo merito era quello di aver saputo fare un bel discorso davanti a Franceschini, quello che ha tenuto davanti ai lingottini o piombini che dir si voglia dovrebbe procurarle anche la decadenza dalle cariche di eurodeputato e dirigente provinciale del partito, dato che ha detto poco, male, confusamente e contradditoriamente.
Diverso il caso di Civati (il cui blog, lo dico a scanso di equivoci, non seguo: ma altrettanto a scanso di equivoci rimarco che non lo faccio non per inimicizia personale ma semplicemente perché non ho mai avuto occasione di farlo).
Il Civati è stato infatti simpatico e brillante: è riuscito a scaldare la platea e a dire tutto ciò che voleva dire senza neanche far vedere troppo che leggeva un testo preparato. Non voglio dire un animale da palcoscenico, ma quasi.

Il problema, come altri hanno notato, è che in questa benedetta assise non si è mai parlato di quali siano i valori del PD, ma solo si come di deve costruire il PD. Non si è mai detto: «noi siamo per questo e contro quello», bensì «noi dobbiamo decidere se essere per questo o essere per quello».
Io non mi sento di condividere in tutto questa critica. Avendo fatto per un bel po' di tempo il project manager, e avendo imparato un po' di sigle astruse quali quelle che vedete nel titolo, insieme a cognomi più noti, ho imparato che quando si avvia un progetto è necessario spendere del tempo per definire come si farà il progetto.
Prima di mettersi a lavorare per raggiungere il risultato, che può essere l'organizzazione di una gita aziendale o la costruzione della diga di Assuan, è necessario definire come si lavorerà. E' contrario al senso comune, dato che sembra a chiunque che tutto quel parlarsi addosso sia semplicemente tempo sprecato, ma vi assicuro che è fondamentale per fare in modo che poi le cose funzionino.
Siete nel comitato che decide la gita aziendale? Prima di tutto decidete se le decisioni si prendono a maggioranza semplice, qualificata o all'unanimità; e in che giorni della settimana e a che ora ci si trova; poi passate a tutto il resto. Eviterete di litigare furiosamente due giorni dopo e di non riuscire a trovare una stanza una per le riunioni, poi.

Al Lingotto si è fatto ciò: si è parlato di come organizzare il Partito Democratico. Il che sembra bello, no?
Peccato che queste cose debbano essere fatte prima dell'avvio del progetto.
Quando il progetto non solo è già stato avviato, ma addirittura ha avuto il tempo di andare in vacca, discutere di metodologia progettuale è perfettamente inutile (e gurada caso è proprio una delle due cose che che si fanno quando un progetto fallisce miseramente, l'altra essendo la ricerca di un responsabile cui affibbiare l'intera colpa del fallimento).
Riconoscete a prima vista un team di progetto privo di una guida capace: è quello che prima pensa che la metodologia sia una perdita di tempo, e dopo perde tempo facendosi pippe sulla metodologia, quando l'unica cosa da fare sarebbe rimboccarsi le maniche.

Vi faccio un altro esempio: se progettate una nave, dovrete fare in modo che ci siano dei bei cartelli luminosi che indichino come arrivare alle scialuppe; ma se non li avete messi, e la nave sta affondando, chiudere a chiave le cabine per non fare uscire i passeggeri in attesa che gli operai avvitino i pannelli luminosi è una cretinata.
Questi del Lingotto (ma non solo loro, sia detto chiaro) si stanno facendo ora le pippe che avrebbero dovuto farsi due anni fa, quando hanno fondato un partito che non si capiva bene che cosa sarebbe stato, l'unico fattore critico di successo essendo il leader e le primarie. Hanno fatto un partito senza una linea, pensando che questa venisse dal cielo insieme a Veltroni e ai gazebo. Ora hanno fatto un buco nell'acqua grande come una casa, hanno capito che non bastano Veltroni e i gazebo, e discutono non di una linea, bensì di come darsi una linea: ma il rimedio è peggiore del male.
Perché si può fare, di ripartire dalla metodologia: ma solo a patto di esere pronti a prendere il progetto, buttarlo nel cesso e ripartire daccapo. In caso contrario bisogna entrare a gamba tesa sul merito: litigando, anche, ma affermando cose molto chiare e nette, e decidendo in qualche modo, anche a pugni, se necessario, quale sarà la linea di quell'oggetto pomposamente denominato "Partito Democratico"; dopodiché, una volta datagli la forma, che non vorrà starci potrà uscirne. 

5 commenti:

  1. Sabato scorso ero al Lingotto per fare lo streaming video dell'evento. Per ovvie necessità tecniche, ho seguito tutti gli interventi, dal primo all'ultimo.
    La mia impressione (forse viziata dal fatto che ero cotto dopo 11 ore di viaggio e 2 di sonno) è che si sia discusso molto di valori e di leadership, ma molto poco di competenza: nel 90% dei problemi che la politica affronta, il problema non sta nelle enunciazioni di valori, ma nella traduzione di questi ultimi in azioni efficaci e innovative.
    Tra i presenti, l'unica che forse ha avuto un ruolo positivo in tal senso è stata Laura Puppato, che nella sua esperienza di sindaco, ha realizzato dei progetti concreti che oggi fanno da apripista a livello nazionale.

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  2. Il pm che è in me non può che concordare.
    L'impressione, però, è che non solo non abbiano chiaro che metodologia applicare (Prince2, PMI, Agile) ma neppure chiaro qual'è lo scope di progetto (rifare il PD, discutere la linea, eleggere un segretario) e l'obiettivo del partito (andare al governo, I suppose)

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  3. @annarella: pensa che per me ormai PM è il Pubblico Ministero: ho dovuto rileggere due volte il tuo post per rammentare di che si parla

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  4. @giacomo: ero certo che fossi lì, e difatti ero curioso di conoscere le tue impressioni, che mi sembra concordino abbastanza con le mie.

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  5. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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