mercoledì 17 giugno 2009

Lost in translation

Il post del cartello stradale, e in particolare il commento di marcolinux, mi ha fatto rammentare un episodio di gioventù, che dimostra come nessuno nasca imparato.
A diciott'anni circa, in una ridente isola greca nota per l'elevatissimo tasso alcolico e la facilità d'approccio alle turiste, trascinai in una stradina polverosa una signorina formosa.
E l'impresa già mi era sembrata eccezionale, dato che allora conoscevo ben tre frasi in inglese: "what's your name?"; "what's your age?" (che non sarà oxoniano ma funzionava) e "where is the boat?" (utile per il viaggiatore, ma meno per le conquiste amorose): e le avevo già sfruttate tutte.
Ci rotolammo un po' nella polvere, dopodiché, mentre eravamo già praticamente nudi, lei ebbe un attimo di esitazione, forse perché riteneva che il décor non fosse il più adatto a consumare la relazione: non foss'altro per il numero di persone che transitavano di lì.
Io, che già ero sufficientemente insicuro di mio, vista l'esitazione credetti che la occasionale compagna ci avesse ripensato: forse non le piacevo. E così, volendo affermare in tono un po' sconsolato "forse io non ti piaccio", me ne uscii con:
- «maybe I don't like you».
Ella raccattò le sue cose e se ne andò ratta, esclamando cose che lì per lì non capii, ma che certo dovevano essere considerazioni sulle mie ave e sul destino della mia progenie.

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