martedì 23 giugno 2009

Mangimi per ottusi

Rispondendo alla sollecitazione di una giovane promessa della scuola italiana, che si chiedeva che c'entrasse il cibare ("feed") con gli amici ("friend") o i bruciatori ("burner"), ho cercato in rete un link di qualcuno che l'avesse già spiegato in parole semplici; purtroppo tutti coloro che ho trovato che parlano di "feed RSS" cominciano a parlare di XML e interoperabilità: che è giusto ma non è proprio per ottusi ("dummies"): così ho creduto fosse meglio scrivere la mia personalissima interpretazione.
Scritta da uno che non si occupa di queste cose, e si permette di utilizzare termini a casaccio e in libertà: ma forse per questo adatti a chi non sa da dove cominciare.

C'era un tempo in cui gli uomini erano veri uomini e per fare una pagina web si mettevano con il blocco note e scrivevano il codice html della pagina: in pratica scrivevano una sorta di descrizione di ciascuna cosa comparisse nella paginetta: testi, colori, fotografie, collegamenti; e per ciascuno di essi posizione, grandezza, stile (corsivo, grassetto...).
Tutto ciò per ciascuna pagina.
Certo, si poteva copincollare una pagina e usarla per modello per la successiva; ma se a un certo punto, per avventura, si fosse voluto togliere la foto di Stalin, caduto improvvisamente in disgrazia, si sarebbero dovute modificare tutte le pagine una ad una. C'erano dei programmi che lo facevano, ma la cosa era incredibilmente complessa.

A un certo punto è nato il Web 2.0: che vuol dire che per un certo tipo di siti, che contengono contenuti che vanno tenuti aggiornati, quali i blog, posso mettere da una parte i contenuti, dall'altra il contenitore e trattarli separatamente.
Così facendo, se decido di scrivere un articolo nuovo, come questo, io mi devo solo preoccupare del testo, mentre il programma contenitore si occuperà di piazzarlo in cima a una lista, creare i collegamenti, inserirlo in un indice, e così via.
Se Ipazia decide di cambiare una delle sue belle foto d'apertura, non dovrà andare a farlo articolo per articolo: dirà al programma contenitore di farlo, e da qual momento la foto sarà cambiata ovunque.
Chi usa un blog sa che si può perfino, con un solo clic, reimpostare tutta la pagina facendo andare a destra quel che prima era a sinistra, blu quel che era rosso e in alto ciò che stava in basso: tutto ciò cambiando il template, cioè una serie di istruzioni che dicono come dev'essere l'organizzazione del contenitore.

Quest'innovazione ha avuto un effetto non secondario: vale a dire che ora ho da qualche parte la disponibilità dei contenuti nudi, senza orpelli. L'articolo che scrivo verrà inserito in una pagina, ma nella macchina, da qualche parte, ci sarà l'essenza (la sostanza) dell'articolo; essendo cosa evidente, e da verun negata, non essere gli altri orpelli se non puri purissimi accidenti.
Questo vuol dire che io posso prendere la sostanza e condividerla con altri, senza bisogno di andare a vedere tutta la pagina web: il che è molto comodo, dacché un cristiano guardando la pagina riesce abbastanza facilmente a separare l'articolo dall'orpello, ma una macchina, se la pagina non l'ha creata lei, può trovarsi in una certa difficoltà.

E dato che gli articoli sono come le ciliegie, che l'uno tira l'altro, posso anche prendere tutto il flusso degli articoli prodotti e metterli l'uno in fila all'altro, come i vagoni di un trenino. Ecco: questo flusso è il web feed, impropriamente chiamato Feed RSS (impropriamente perché RSS è una species* del genus* Feed).

Il Feed lo possiamo costruire in vari modi: possiamo decidere di metterci dentro solo il titolo degli articoli; o il titolo e qualche decina di parole; o il testo intero dell'articolo; o il testo intero con link e fotografie, secondo cosa ci prefiggiamo.
Il Feed può essere poi letto da molti soggetti: lo può fare Google (o Liquida, o Blogbabel...), per aggiornare il proprio motore di ricerca; lo può fare un programma che crea una pagina di novità estrapolate da un certo numero di siti e riassemblate secondo uno schema comune, come Friendfeed; lo può fare anche ciascuno di noi utilizzatori, al solo fine di avere sottomano una rubrica di ciò che più ci interessa, e tenerci così aggiornati su ciò che scrive chi stimiamo o chi desideriamo sbeffeggiare.

Uno dei problemi del presentare ai lettori un Feed è che quando il lettore va a vedersi la pagina web, possiamo far scattare un contatore, e bearci nel vedere quanti polli leggano i nostri sproloqui; mentre se gli utenti leggono il feed non andranno a visitare la pagine web, e noi avremo l'impressione di essere la particella di sodio nell'acqua Lete.
Ci viene in aiuto Feedburner, il quale prende il feed dal nostro blog e lo ripropone, volendo anche con aggiunte e utilità varie, e oltretutto ci consente di contare, attraverso una pagina di statistiche, quante persone si sono lette il feed medesimo: così anche la nostra autostima è salva, e il nostro pensiero può circolare meglio.



* sapendo che qui si trabocca di cultura classica, prego i destinatari della presente di voler correggere gli errori di declinazione: ché qui siamo ignoranti, ma ci teniamo alla forma.

16 commenti:

  1. Sarei per species, nel complesso.A meno che tu non volessi usare l'accusativo esclamativo, naturalmente...
    Però grazie per avermi spiegato un sacco di cose (tra le quali che con wordpress non posso cambiare un cazzo del template, per esempio)

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  2. Però ho ancora dei dubbi su Feedburner. Mi spiegherai, quando avrai tempo, eh?

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  3. C'era un tempo in cui gli uomini erano veri uomini e per fare una pagina web si mettevano con il blocco note e scrivevano il codice html della pagina:

    Ah, perché, non funziona ancora così?

    (avevo scritto a suo tempo qualcosa, ma non riesco a trovarlo. Forse ce l'ho in ufficio)

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  4. Guarda che commenti! Sto pensando di spedirti tutti quelli a cui ho detto RTFM nell'ultima decade :D

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  5. @.mau.: sai benissimo che i *veri* uomini usano vim: non ha mai funzionato così! :-P
    @altri: grazie e prego.
    @scorfano: avevo il dubbio, che ci volesse il nominativo (perché è nominativo, vero???)

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  6. @scorfano: in effetti puoi farlo, moyennant argent (15 eurini, mi sembra).

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  7. i veri uomini millantano di usare vi o peggio quell'accrocchio di macro lisp in foggia di editor

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  8. Trattasi di nominativo, effettivamente. Species,ei, della quinta declinazione, addirittura.

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  9. Il che dimostra come il mio latino del liceo mi abbia insegnato a distinguere un complemento oggetto da un predicato nominale, ma non a declinare correttamente quest'ultimo.
    Forse che un po' di traduzione dall'italiano al latino senza vocabolario mi avrebbe fatto bene?

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  10. @Tonino: non so se posso essere qualificato come "Vero Uomo(tm)", tuttavia uso vim regolarmente e con soddisfazione, anche nella sua versione "grafica" gVim. Sul browser (firefox) ho installato il plugin "vimperator" che trasforma il browser dandogli sembianze e funzionalità vimmesche.

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  11. E difatti, come noti, il grassettato è "web feed"; ché fare un post reteutente per ottusi sarebbe, oggi come oggi, di non enorme interesse per il grande pubblico.
    Non che non senta la nostalgia, beninteso: ma da quando il mio BOFH ha tarpato la porta 119 la mia visione del mondo è cambiata.

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  12. E difatti, come noti, il grassettato è "web feed"; ché fare un post reteutente per ottusi sarebbe, oggi come oggi, di non enorme interesse per il grande pubblico.
    Non che non senta la nostalgia, beninteso: ma da quando il mio BOFH ha tarpato la porta 119 la mia visione del mondo è cambiata.

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  13. @Tonino: In effetti mi sembra gli utalizzatori di vi possano essere classificati non tanto nella categoria "*veri* uomini" bensì in quella "Chuck Norris".
    Io, che mi autoclassifico a metà tra ominicchio e (con rispetto parlando) pigliainculo, ho provato ad approcciare vim, e alla fine ho deciso che rispetto ad esso trovavo molto più pratico e intuitivo editare in esadecimale i singoli byte dell'hard disk con PCTools.
    Poi con l'età mi sono rammollito, ed ora uso PSPad.

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  14. @mfisk: complemento oggetto e predicato nominale per me è roba di italiano, non di latino, a meno che tu non intenda dire "il predicato nominale vuole il nominativo e non l'accusativo".

    @spider: quelli Usenet sono NEWSfeed, in effetti. Però in questo modo stiamo andando fuori strada, nel senso che un feed è appunto qualche cosa che si prende in un modo o nell'altro. In questo caso quello che conta è RSS, cioè Really Simple Syndication; dove Syndication non c'entra con CGIL CISL UIL ma ha il significato di "gruppo che si mette a vendere una serie di cose".

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  15. @.mau.: mi spiego meglio: credo che nel saper distinguere in italiano un complemento oggetto da un predicato nominale, pur se entrambi possono rispondere alla domanda "che cosa", possa aver avuto una certa influenza il fatto di aver fatto cinque anni di latino (e anche di tedesco, BTW).
    Forse senza tale pratica (e bada bene che non eccellevo né nell'una né nell'altra lingua straniera, come del resto si vede!) oggi non sarei capace di distinguere questo da quello, o un aggettivo da un avverbio.
    Che poi non mi ricordassi se il predicato nominale debba essere declinato al nominativo piuttosto che all'accusativo, lo imputo al tempo trascorso e anche a una certa pigrizia mentale (non solo avrei potuto cercarlo su Internet; ma riflettendoci è del tutto logico che sia così).
    Sta di fatto che alla luce di ciò forse quell'equiparazione che avevamo entrambi fatto tra un liceo lacustre e un campo di prigionia statunitense nei caraibi potrebbe essere rivista.
    E' una considerazione che avevo fatto quando avevo scritto il post sul cartello stradale: quello dove "priva" era stato trattato come verbo anziché come aggettivo dall'ignoto traduttore, che ha dimostrato così una discreta conoscenza dell'inglese (quella "s" per la terza persona!) e una totale ignoranza della sintassi italiana.

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