Mi fa girare le palle a elica, quello che ha scritto: perché vorrei essere stato capace di scriverlo io.
Ah, va be’. Ma allora ditelo. Subito, però: che non sto neanche a sprecare mezzo polpastrello. Arriva Di Pietro, il primo dei secondi, specialista di ogni posizione (nessuna) e ci mette il cappellone politico: tanto che gli costa. Come se un fosse un capopartito come un altro. Poi arriva Grillo e quindi arriverà anche Travaglio. Come minimo hanno già trovato il modo di farci soldi, un dvd, un istant book.
Io mi chiamo Filippo Facci, ho un nome e cognome e nient’altro, non sono dipendente del Giornale, propongo i miei articoli a chi li vuole - anche ad altri giornali - e in quel momento sono io che scrivo di qualcosa, non è per forza il Giornale che si occupa di qualcosa tramite me. M’interesso, mi guardo attorno e scrivo: non c’è molto altro. E ho la precisa percezione di quando una questione è finita definitivamente in vacca: quando arriva Grillo e soprattutto Di Pietro. Soldi e voti.
Beh, ecco, certo, quando Facci si occupa di un argomento non lo fa per soldi. Mai pensato. No, no. Un altro disinteressato e appassionato sul fronte della verità. Proprio questo mi viene in mente quando lo leggo. Sì, sì.
RispondiEliminadago
La fallacia ad hominem tu quoque è indubitabilmente tra le più suggestive, ma non è questo il punto: quello che sottoscrivo in pieno è che, per dirlo con parole mie, "qualunque causa, anche la migliore, va in vacca quando arriva BeppeGrillo(tm)".
RispondiEliminaPoi, Filippo Facci scrive sul Giornale, e questo è fuor di dubbio. E lo pagano pure.
Sono caduto dritto in bocca alla reductio ad Hitlerum, hai ragione e chiedo scusa. E' che mi sembrava così evidente il maiale che da del porco all'asino che il cervello si è intortato.
RispondiEliminaIn realtà trovo che "da noi" (non conosco così bene altre società) le cose siano capaci di andare in vacca molto presto e a prescindere dalla latitudine o dal colore politico (e mi fermo a due dimensioni); se poi arriva un GrilloTravaglioDiPietro a commentare il tutto è solo una questione estetica in cui qualcuno può trovare anche del valore (io, per esempio), ma non mi sembrano loro le madri della fermentazione.
Sono loro i marker più acuti del fenomeno? Mah, boh, mi sa che si può scrivere perché è gratis; a doverlo dimostrare secondo me non tiene.
dago
Infatti, come dici, non sono certo le madri (eccezion fatta ovviamente per le istanze create da loro stessi).
RispondiEliminaPerò, come marker mi sembrano abbastanza significativi: tieni presente che il coefficiente di correlazione non dev'essere per forza di 1, essendo significativo già a 0,8; e che un orologio rotto segna l'ora esatta due volte al giorno ;-)
Sì, ho capito, ma è come dire che i "dolorini" (correl. 0,5) sono un indiscutibile sintomo dell'influenza.
RispondiEliminaAnche se è pour parler, parliamo prima della febbre (0,9), che già facciamo fatica a capire quella, invece di fissare l'attenzione su brividi e dolorini vari. Questo chiede forse una cesura più netta tra BeppeGrilloTravaglio e DiPietro ma non voglio svaccare ehehe.
Grazie per lo spazio,
dago
Sì, son d'accordo su entrambe le cose.
RispondiEliminaSei sempre il benvenuto.
Presa dai commenti di Giglioli:
RispondiEliminaaghost scrive:
«facci dixit: “ho la precisa percezione di quando una questione è finita definitivamente in vacca: quando arriva Grillo e soprattutto Di Pietro”
e anche Facci a dire il vero»
C'è una nota di contesto da tenere presente: il Giglioli sul modello Grillo aveva avuto da ridire pubblicamente e quindi non hanno da vantare grosse aderenze reciproche.
Ti confesso che non avevo contezza dei rapporti tra Grillo e Gilioli; e non volevo tirare in ballo quest'ultimo dato che sono già stato abbastanza critico sull'iniziativa, e non voglio apparire come un rompiballe in cerca di una qualche strana notorietà (mi è già bastata la Blasi, per quello).
RispondiEliminaSe è come dici, peraltro, il tirare dentro Grillo è un'ultariore conferma che il mondo non va come dovrebbe andare.