martedì 15 settembre 2009
The Rise and Fall of Silvio Berlusconi
Ci ho pensato sopra e ho deciso: questa sera mi metto il vestaglione di flanella, sistemo il tavolinetto di fronte al televisore, mi faccio una frittatona di cipolle e apro una familiare di Peroni gelata per godermi in fascia protetta Bruno Vespa impegnato in una scene di rimming con il suo master (e se tutto ciò vi sembra oscuro, vuol dire che Internet non vi ha ancora rovinato: complimenti!)
Ci ho pensato, ho ponderato le diverse opzioni e alla fine mi sono convinto che, pur se tale scelta darà a Bonaiuti la possibilità di aggiungere una manciata di spettatori alla statistica Auditel sulla massa osannante di occhi e orecchie che avranno seguito le gesta del Capo, ciononostante lo spettacolo va visto: e tanto più ora, quando ho appreso che perfino sulle reti del figlio di Berlusconi sarà sospeso Matrix.
Mio padre è morto all'incirca tre anni fa: una domenica, verso l'alba, in una camera d'ospedale, con a fianco mia madre. Ha dato un sussulto, un salto nel letto, e il suo cervello si è spento; ma ha continuato a respirare.
Gli infermieri l'hanno spostato in un'altra stanza, non saprei dire se per rispetto verso di lui o verso il suo compagno di stanza, che non versava in condizioni molto migliori; e dico stanza, ma in effetti era una via di mezzo tra uno sgabuzzino e un ripostiglio.
Sono stati lì, lui e mia madre, fino al primo pomeriggio, quando finalmente ha smesso anche di respirare.
Certo, ci sono modi migliori e forse più dignitosi di morire: ma perlomeno l'ha fatto da solo, privatamente, con vicino la donna che l'aveva accompagnato per tanti anni.
I re non hanno questo privilegio: e non penso tanto a Luigi XVI, quanto a suo nonno e soprattutto al quadrisavolo, costretto a condividere con un'intera Corte persino gli ultimi respiri, così come aveva condiviso con essa tutti i risvegli.
Silvio Berlusconi è ormai un re per questo paese, è inutile far finta che ciò non sia. In una nazione che non ha mai amato i propri sovrani, con l'eccezione forse del secondo Vittorio Emanuele, l'unico vero re dello scorso secolo è stato un gran borghese, Gianni Agnelli, e ora il suo posto è stato preso da Silvio Berlusconi, non foss'altro per i suoi trent'anni di potere dapprima mediatico e poi anche politico.
E' dunque un re, Berlusconi, e la sua fine è un atto pubblico, che egli stesso sta preparando e mettendo in scena, annebbiato da consiglieri che ormai sanno solo adularlo ed accecato dal proprio orgoglio.
La vedete bene l'espressione di quest'uomo, qui a fianco? molti di voi hanno l'età per aver visto quel filmato il giorno stesso in cui fu girato, e rammenteranno perfettamente la smorfia di basito stupore che si disegnò sul viso del dittatore, che non aveva alcun sospetto di come le cose stessero veramente andando nel paese, e credeva veramente di essere amato e venerato dal popolo tutto.
Si dovette ricredere, improvvisamente; e due giorni dopo era morto.
L'Italia non è la Romania, e quella che preconizzo per Berlusconi sarà una fine squisitamente politica: mi auguro anzi che possa campare altri cent'anni e morire serenamente nel proprio letto, circondato da coloro che gli vogliono bene, ammesso che ce ne siano ancora; ma la messinscena di stasera, l'azzeramento di ogni altra voce e l'involuzione verso un culto della personalità sempre più avulso da qualsiasi contatto con la realtà sono, credo, segni inequivocabili del fatto che stiamo vivendo gli ultimi rintocchi della sua carriera.
E varrà la pena di esserci, davanti al televisore, per poter poi dire: «io c'ero».
Post scriptum: Se poi, nel cadere, trascinasse con sé Mariastella Gelmini, sarebbe tutto di guadagnato.
Io spero che sia come dici tu: sono più pessimista, però. E mi pare che gli italiani siano fieri di Berlusconi, in maggioranza, non come erano i rumeni di Ceausescu.
RispondiEliminaForse non lo sono più tanto. e poi piove, tira vento, fa freddo, e c'abbiamo tutti i coglioni girati.
RispondiElimina... e guarda qui!
RispondiEliminaI segni della fine li vedo anch'io, ma il quando non sono ancora in grado di vederlo. Io la televisione non la guardo praticamente mai, ci manca solo che mi sorbetto Vespa. Tanto, per esserci ci sono. E mi sa che sabato in piazza ci vado, stavolta mi va.
RispondiEliminaSpero tu abbia ragione... ma in realtà credo che tu sia troppo ottimista.
RispondiEliminaComunque le statistiche sull'auditel vengono prese su un campione di 5000 famiglie... perciò o fai parte di questo "campione", e hai l'apparecchio dell'auditel attaccato al televisore, oppure le tue scelte televisive non incidono affatto sulle statistiche.
@dan: sì, è proprio così.
RispondiEliminatrascinare con sé mariastella gelmini....come quando si inciampa su manico di scopa, mannaggia. si incespica, si cade a terra. il manico di scopa, sempre lì. legnoso. che sia a terra o che sia in piedi, nessuna differenza.
RispondiEliminawow sei il primo che incontro... allora esistete davvero! :D
RispondiEliminaNota che non ho mai detto di esserlo (e l'assenza di una tua mail non mi consente di approfondire il tema)
RispondiEliminaah, poi Sansonetti che ha detto?
RispondiEliminaSansonetti è stato funesto. Mentre Vespa e Berlusconi litigavano è intervenuto lui, divendo cazzate e accusando Vespa. Il quale, come ovvio, si è subito scagliato contro Sansonetti medesimo, sfogandosi, e rovinando il magico momento di scazzo con il padrone.
RispondiEliminaTrovi tutto nel liveblogging (quello che non ho fatto ;-) su FF, comunque.
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