mercoledì 21 ottobre 2009

Di navi e di aerei

La Corte costituzionale, come certo sapete, ha pubblicato le motivazioni della sentenza sul cd. "Lodo Alfano". E' da un paio di giorni che la sto leggendo, rimuginandola e cercando di scriverne un post, ma non è cosa facile: si tratta infatti di un documento molto complesso e molto difficile da spiegare, nelle sue argomentazioni e implicazioni, a chi non è un tecnico.
Salvo essere un giornalista: la stampa ha infatti impapocchiato qualcosa di vagamente somigliante a qualche frase estrapolata dal contesto, e se l'è cavata così. Per una volta, peraltro, non sono critico: ammetto che scrivere un articolo di senso compiuto in poche ore, pur essendo pagato per farlo, sarebbe stato molto -troppo- difficile.
Una cosa però ci tengo a sottolinearla fin da subito.
Rammenterete che prima della sentenza c'è stato un bailamme di gente che si fotografava con cartelli "la legge è uguale per tutti"; o lo scriveva sui propri blog; o lo canticchiava per la strada.
Ecco: la Corte Costituzionale a questo principio non ha pensato neppur di straforo. Ha sì dichiarato l'illegittimità del Lodo Alfano ai sensi dell'art. 3 cost.: ma, come illustrato ai punti 7.3.2.2. e 7.3.2.3., non già perché introducesse una disparità di trattamento tra il Presidente del Consiglio e i comuni cittadini, bensì tra il Presidente del Consiglio e i Ministri (7.3.2.2.), tra il Presidente della Camera e i Deputati, tra il Presidente del Senato e i Senatori (7.3.2.3.1.).
Quella campagna, quel meme, per usare un termine moderno, era quindi del tutto fuori luogo: e lo era pur essendo, da un punto di vista oggettivo, molto seria, pur nel suo spirito giocoso.
Ecco: se una campagna bene o male seria come quella, alla fine si è dimostrata scentrata e pertanto, a conti fatti, inutile; che giudizio si può dare per quegli inviti a fotografarsi con i cartelli "siamo tutti farabutti"; o "sono una donna offesa" o addirittura ad andare in giro con i calzerotti in tinta?
Tanti prima di me hanno commentato quest'ultima ennesima sciocchezza, e l'hanno fatto in modo certo più spiritoso di come lo stia affrontando io ora; ma credo che, passato lo sfottò e resici tutti conto che con il pedalino azzurro si è toccato l'ennesimo punto imo dello scantinato, sia il caso di cominciare a capire che le campagne di Repubblica (e non solo) sono sia ridicole che inutili o addirittura disutili.

se vi chiedete che c'azzecca il titolo del post, la risposta è: nulla, volevo parlar d'altro e mi sono fatto prender la mano. Però mi sembrava che il lasciarlo fosse surreale almeno quanto darsi del farabutto

7 commenti:

  1. Uhm, quindi sarebbe 'la legge non è uguale per tutti, ma deve essere uguale per tutti quelli per cui non è uguale'?
    Cavolo, un po' lungo, da ricamare sui miei calzini blu a renne multicolori. Evitando le renne.

    Sospettavo che le cose fossero un filino più complesse di come ci eravamo (parlo di noi comuni Ipazie) convinte che fossero.

    Quello che più mi intristisce è che non solo le campagne cazzeggione di Repubblica, ma tutta una serie di trasmissioni/dibattito, interviste, dichiarazioni, rilasciate da persone che in teoria dovrebbero essersi laureate in giurisprudenza, e che dovrebbero candidarsi a rappresentarci e governare, non facevano la minima allusione a ciò che tu dici.

    E allora, delle due l'una: o tu sei un pazzo mitomane che si ammanta di conoscenze che non ha ed ha una grande audience (cosa che non credo; anche se è vero: hai una grande audience); o questo è davvero un teatrino di marionette che manovrano marionette che manovrano marionette...

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  2. boh. Io che non sono giurista l'ho letta come "di default (art.3) i cittadini sono uguali. È possibile che si voglia definire qualcuno meno uguale, come il pres.rep; però in questo caso è la Costituzione stessa che deve dirlo (art.138)". Dal mio punto di vista ha perfettamente senso.

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  3. @.mau.: è ciò che avevamo arguito dal dispositivo, mentre la motivazione ribalta la prospettiva (l'ho detto, vero? che è tutt'altro che semplice)

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  4. forse sbaglio (non sono giurista e -peggio ancora- la mia cultura nel campo si limita all'educazione civica delle medie, all'ora di diritto di V all'istituto tecnico e a qualcosa di leggiucchiato qua e la secondo gli interessi del momento): ma la differenza tra i parlamentari e gli altri cittadini sarebbe già sancita dalla costituzione che prevede comunque una certa immunità per i primi. il lodo alfano non avrebbe fatto altro che differenziare tra loro alcuni parlamentari (e tra l'altro l'intero governo e il presidente dell repubblica non lo devono necessariamente essere, anzi forse sarebbe meglio se proprio non ci fossero in parlamento). cosa questa non prevista dalla costituzione. ma forse -ripeto- sbaglio.

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  5. @frank - No, non sbagli, ma non hai neppure ragione. E' che ho voluto fare un'anticipazione di un post che sta diventando lungo come l'articolessa domenicale di Scalfari, per cui sono in torto io ad aver lanciato il sasso e ritirato la mano; certo comunque in un commento non possiamo disaminare la cosa.

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  6. scusa però, facendo sempre il solito matematico del menga: la Corte ha semplicemente trovato il più piccolo sottoinsieme in cui l'uguaglianza non c'era più. Una delle cose più barbose in analisi matematica è appunto quella di trovare le condizioni minimali per cui il teorema X resta valido, sono spesso seghe mentali tipo capire fin quanto puoi sporgerti prima di cadere; non potrebbero aver fatto la stessa cosa?

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  7. (così si divertono se fanno un terzo Lodo)

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So che è una rottura la procedura di verifica, ma quando provo a rimuoverla, entro un paio d'ore comincia lo spam, scusate.