venerdì 13 novembre 2009

Cose di lavoro

Poco fa, dopo avere scritto una mail nella quale davo una strizzata di coglioni a un po' di banche, ho partecipato a una conference call. Che è una telefonata, con tanti partecipanti, ma dirlo in inglese fa più fico.
Per quei due lettori che non sanno come si svolge una conference call, spiegherò che è un po' come avere due televisioni accese contemporaneamente che trasmettono l'una Anno Zero e l'altra Ballarò, e tutti litigano con tutti. E tu sei bendato. Con un tappo di cerume nelle orecchie, e la lavatrice che fa la centrifuga.
Il tutto, poi in inglese; e se io non capisco West Wing in inglese, cosa diavolo posso capire, di una conference call?

Comunque la mia posizione era molto semplice: dato che tutti dicevano "rosso" e io poco prima avevo scritto "verde", me ne sono stato zitto, ho premuto il tasto e ho russato sonoramente, salvo un paio di pause per un caffè e una pisciatina.
Alla fine di questo delirio, uno dei partecipanti, letta la mia strizzata di coglioni color del prato, mi manda una mail nella quale mi dice, in businessese, che sono uno stronzo; e un fancazzista.
Dieci anni o quindici fa gli avrei risposto immediatamente per le rime; ma dopo tanti anni uno impara che non bisogna mai rispondere sull'onda dell'emotività: per cui vado dalla mia capa per farmi ordinare di usare le buone maniere e il guanto di velluto, ché io da solo non avrei saputo contenermi. Costei legge la mail, diventa furente e profferisce alcune parole, all'indirizzo del mittente, che a suo dire io dovrei scrivere e che non starebbero bene neppure in bocca ad un camallo ubriaco caduto in un barile di merda.
La prendo per la manina (ci vogliamo bene noi, costì), e la porto dal Grande Capo, sperando che lui ci faccia un cazziatone e ci ordini di abbassare i toni sotto pena dei peggiori castighi.
Faccio dire a lei il contenuto di ciò che vorrebbe scrivergli, e vedo lui che diventa via via più rosso: - "meno male -mi dico- adesso ci rovescia come un calzino e ci fa scrivere una mail da gattino bagnato in cerca di rifugio".
E invece, alla fine, se ne sbotta con un: - "no, ragazzi, non avete capito niente. Non è più tempo di essere gentili: a questo qui (il famoso mittente, se vi foste persi per istrada) dobbiamo insegnargli a vivere"
Insomma: ho il week-end intero per scrivere un papiro di insulti. La prossima settimana promette bene.

13 commenti:

  1. Sono brava in insulti ed ho il fine settimana libero.
    Vuoi una mano? ;)

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  2. Grazie, ben gentile. Ma in vent'anni ho sviluppato una qual certa creatività, nella contumelia.

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  3. insulterai in italiano o in inglese?

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  4. Rigorosamente in italiano. Lo scelgo io, il campo di gioco.

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  5. Ti sono vicino spiritualmente.

    Se, tolti i dovuti riferimenti, ci rendessi partecipi delle tue contumelie...

    ciao
    nicola.

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  6. Ah che bello! Me la dessero a me un'occasione così!

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  7. La descrizione della conference call mi ha ricordato una certa telefonata...:D

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  8. Quanti soldi ci sono dietro? Tanti? :-)
    Oppure è una questione di principio?

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  9. Non è che mi paghino in percentuale, beninteso.

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  10. La mia invidia si riferiva al fatto di poter una volta tanto infierire in italiano corrente e con frasi circostanziate su temi di lavoro. :-D

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Potete scrivere tutto quel che vi pare, e io son libero di cancellare gli insulti e le cose scritte per pura provocazione gratuita.
So che è una rottura la procedura di verifica, ma quando provo a rimuoverla, entro un paio d'ore comincia lo spam, scusate.