giovedì 4 febbraio 2010

Risparmiatemi di pensarmi così cretino*

Un post riguardo all'applicazione iMussolini, scritto facendo finta che essa non sia stata ritirata per questioni di Copyright

Giorgio Galli è un anziano e illustre politologo, di chiara fama, di grande simpatia e di ferreo posizionamento politico a sinistra.
Kaos Edizioni è una piccola casa editrice della quale si può dire tutto il male o il bene possibile, ma se c'è una cosa che è sicura è che dal punto di vista ideologico si situa in un'area talmente a sinistra che sarebbe stata extraparlamentare anche nei bei tempi in cui in Parlamento c'era una sinistra.
Gianfranco Maris è un avvocato milanese, ex senatore del P.C.I., presidente dell'ANED (Associazione Nazionale ex Deportati) e vicepresidente dell'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia; e non ci sarebbe bisogno di decodificarle, queste sigle, ma con i tempi che corrono è meglio essere chiari).
Giorgio Galli ha curato, Gianfranco Maris ha prefato, e Kaos Edizioni ha pubblicato il libriccino che vedete qui a fianco. Sì, proprio lui: il Mein Kampf di Adolf Hitler. Il libro che in molti Stati europei e non è inserito nel locale Index Librorum Prohibitorum, e che in alcuni Stati ne costituisce l'unica voce.
Nessuno dei predetti tre soggetti può essere sospettato di avere anche una sola stilla di simpatia verso il libro, il suo autore o l'ideologia da questi propugnata o rappresentata, anzi! Ma la pubblicazione del Main Kampf è stato uno splendido atto politico e culturale, nel quale Galli ha creduto fermamente e che gli è costato molta fatica, come egli stesso mi ha raccontato in tante conversazioni che abbiamo avuto sul tema specifico e più in generale sul nazismo.
Illuminante è la prefazione al libro: ma credo sia più efficace qui riportare la scheda tratta dal sito di Kaos Edizioni:
«Questa riedizione del Mein Kampf ha un triplice significato. Il rifiuto etico-intellettuale di ogni tabù e di qualunque forma di censura. La storicizzazione di un testo la cui lettura deve rappresentare un imperituro monito. La denuncia di rimozioni e mistificazioni all’ombra delle quali si vorrebbero legittimare disinvolti quanto pericolosi revisionismi storiografici.
È opinione diffusa che il Mein Kampf hitleriano sia un libro dell’orrore, un compendio di farneticazioni. Si può continuare a ritenerlo tale, ma solo dopo averlo letto (e quasi nessuno, oggi, all’inizio del Terzo millennio, lo ha davvero letto), debitamente contestualizzato, e ben compreso nella sua autentica dimensione non già di causa bensì di effetto degenerativo della cultura occidentale»
Poco importa che poche o tante copie del Mein Kampf possano essere acquistate e idolatrate da qualche decina o centinaia di fanatici: ciò che importa davvero è che sia possibile conoscere il messaggio da questo veicolato, per comprenderlo, criticarlo, e riconoscelo quando dovesse presentarsi sotto la stessa o altra forma.
Questa è un'operazione politica, prima ancora che culturale, ed è per questo che mi fanno cadere le braccia coloro che ritengono che i discorsi di Mussolini non debbano essere divulgati al grande o al piccolo pubblico del telefono figo.

* E' una citazione, beninteso. Trovatela.

3 commenti:

  1. Finalmente qualcuno che parla chiaro.
    Non so cosa fosse esattamente iMussolini, ma se era veramente solo una raccolta di discorsi, mi sembra idiota censurarli.

    Sottoscrivo il post.
    ciao
    nicola.

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  2. Era quello che diceva: "Se io avessi fondato una Ceka... " Io sono uno di quelli che ha letto Mein Kampf, e molto altro, vedi (http://www.calvin.edu/academic/cas/gpa/tatsachenundluegen.htm) e leggendo saltavo di volta in volta sulla sedia. Ho anche letto Se questo è un uomo, e molto altro, e da allora Primo Levi fa parte del mio mondo affettivo, e della mia intelligenza. Quoto anonimo, se era veramente solo una raccolta di discorsi, mi sembra idiota censurarli, ma sincerarsi di suggerire letture riparatorie, che ne compensino il disvalore, anche sul telefono da fighette. Mettiamo Primo sull'Iphone.

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