La netta percezione della propria superiorità ideologica e morale rispetto al proprio avversario e, in genere, al diverso da sé.
L'uso sistematico dell'aggressione, verbale prima ancora che fisica, per affermare il proprio punto di vista e irridere l'avversario.
La normalizzazione della volgarità nel linguaggio, come mezzo espressivo per marcare la propria vicinanza al popolo.
la pratica della doppia morale, incarnata in un'etica rigida, severa e draconiana per marcare, denunciare e punire le più minuscole manchevolezze degli altri; etica che diviene dolce, flessibile e ipocrita nel momento in cui le medesime manchevolezze si scoprono in capo agli amici, o agli amici degli amici.
L'assenza di un programma politico, sostituito dalla reiterazione della contrapposizione tra noi e loro: mantra che ripetuto e riaffermato ossessivamente diviene un dogma di fede oltre il quale non c'è bisogno di alcunché.
L'uso spregiudicato della menzogna e del travisamento della realtà per affermare le proprie idee di fronte alle critiche e alle obiezioni sorrette da solide argomentazioni.
Ecco: l'essenza del fascismo è tutta qui.
Sì, certo. So che, mentre leggevate, pensavate che avessi in mente un movimento che si propone di condannare alla morte politica i condannati, e che riconosce come proprio capo e ispiratore politico un condannato.
Che avessi in mente un movimento che presenta a ciascuna elezione delle liste di candidati uniti solo dall'essere contro tutti gli altri, e incensurati: come se l'essere incensurati e contro potesse essere un metro di giudizio valido per scegliere chiunque, finanche il proprio amministratore condominiale.
Che avessi in mente un giornalista che quotidianamente si scandalizza, e scandalizza i propri lettori, per il fatto che il marito della sorella della collaboratrice domestica del figlio dell'Onorevole è stato multato per sosta sulle strisce riservate ai disabili; e che tuttavia si inalbera, scrive e minaccia dimissioni e querele quando gli vien chiesto conto di propri comportamenti poco trasparenti.
Che avessi in mente delle persone che per demonizzare l'avversario riescono a confezionare un video espungendo un avverbio di negazione, e mutando così completamente il senso di quanto egli dica.
So che pensavate che pensassi alla locuzione "Vaffanculo", ma vi ho fregati: io pensavo a "Me ne frego".
Condivido solo in parte questo post, nel senso che non credo che tutte le caratteristiche del fascismo si applichino al giornalista e al movimento da tepensato. Credo, anzi, che il fascismo che tu vedi nel movimento non sia dovuto ad un reale intento menefreghista o di dominio, ma da una confusione di ruoli: Grillo sta cercando di fare politica con gli strumenti dell'uomo di spettacolo, che è quello che di solito fanno i fascisti. E' pericoloso, certo, ma non per una deriva fascista, ma perché rischia di mandare in vacca tanti buoni propositi che invece nel movimento ci sono. Molti si sono accorti di questa confusione e provano fastidio per il Grillo politico.
RispondiEliminaBen consapevole di questo problema li ho votati nella duplice speranza che facciano opposizione, cosa che gli altri non faranno di certo, e che si sgancino da Grillo e camminino con le loro gambe.
Speranze, come vedi. Di certezze nessuna.