Giacomo Ramoino fu incaricato dell’Ufficio di Commissario della Legge quasi un secolo fa: il 9 marzo 1912, e mantenne l’alto incarico sino alla data della morte, avvenuta a Genova il 30 marzo 1970. Un periodo lunghissimo, intervallato soltanto dalla parentesi del primo conflitto mondiale – nel corso del quale servì in armi l’esercito italiano – che lo vide sempre riconfermato dal Consiglio Grande e Generale quasi sempre senza necessità di ricorrere a votazioni formali, ma per unanime acclamazione.
Oltre un cinquantennio di zelante servizio durante il quale il settore della Giustizia sammarinese poté giovarsi della Sua scienza, della Sua intelligenza, del Suo acume. Attraverso la Sua meritevole opera, Giacomo Ramoino seppe ridare vita al diritto comune, seppe rinnovare e valorizzare le decisioni dei Tribunali di riferimento, seppe infondere nuova linfa e moderna interpretazione ai vetusti scritti dei vari Giureconsulti.
Con Giacomo Ramoino rifiorì a nuova vita il diritto comune, quel diritto che distingue e caratterizza la Repubblica di San Marino, che ancora costituisce norma vigente di carattere generale e che si pone in sinergia con le singole discipline speciali, e con esse forma sistema. Giacomo Ramoino fu interprete unico e irripetibile di quel diritto comune che, come definì mirabilmente Francesco Viroli: “È VANTO DI QUESTA REPUBBLICA E PERLA DELLA CORONA DI SOVRANITÀ CHE NE SORMONTA LO STEMMA”.
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