Affogata tra una serie di frasi prive di alcun senso concreto («La rivoluzione, ci vuole. Una rivoluzione che riguardi prima di tutto noi stessi»; «Tutto quello che è successo in questi ultimi vent’anni, è sbagliato»; «Di fronte al crollo di questa Italia, non si può traccheggiare. Non ci si può abbandonare al politicismo. Non si può discutere come se il mondo si riducesse a tre palazzi romani e a due segreterie di partito»; «ci vuole una nuova politica estera, perché questa cosa di Gheddafi è avvilente») spicca l'unica vera proposta:
«Ti entra in casa un idraulico. Chiedigli la ricevuta, perché potrai scaricarla dalle tasse. E se facciamo pagare le tasse, poi, anziché creare un tesoretto e discuterne con Diliberto (che è tornato, anche lui), automaticamente le restituiamo a chi le tasse le ha sempre pagate e a chi si impegna a investire per davvero.»Questa è una cosa che si è sentita ennemila volte, e forse è il caso di dire, chiaro e forte, che è una cazzata: e non ci vuole un matematico per dimostrarlo.
Giusto come ripasso, ricordiamo che bisogna distinguere tra deduzione, che diminuisce l'imponibile, e detrazione, che diminuisce l'imposta dovuta.
Se rendiamo detraibile dalle imposte una percentuale di tutte le spese che si fanno nella vita (il dentista, l'idraulico, l'elettrauto, e giù giù fino allo scontrino del supermarket), dobbiamo anzitutto fissare una percentuale di detraibilità, poniamo il caso al 19% come già adesso vigente per le spese sanitarie. Bene: vi arriva a casa l'idraulico, vi propone un conto di 200 euri (più IVA) con fattura, o 180 euri senza fattura. Voi vi fate due conti, vi accorgete che con la fattura andreste a spendere 240 euri (l'IVA non la potete recuperare), con una detrazione fiscale di 45 euri, per un netto di 195 euri. Confrontate 195 con 180, decidete che 180 è più conveniente, e pagate in nero, alla faccia di Ciwati.
Ammettiamo che si rendano invece deducibili dal reddito tutte le spese. Bene: in tal caso io guadagno, poniamo, 120.000 euri, ne spendo 40.000 per vivere e quindi pagherò le tasse su 80.000 euri; e grazie al fatto che ho fatto fatturare tutti quelli che mi hanno venduto un bene o un servizio, anch'essi dovranno pagare le tasse. All'idraulico diventa molto più difficile propormi un accordo vantaggioso: se pago un'aliquota marginale del 43%, egli dovrebbe propormi uno sconto almeno almeno del 50% sul lavoro che ha fatto, per rendermi la cosa allettante e superare il mio scrupolo morale di onesto cittadino.
La deducibilità quindi può funzionare? Certo, c'è un problema, ma minuscolo. Nell'esempio che ho fatto prima, la maggior parte del mio reddito la conservo per i miei figli e sono disposto a pagarci sopra le tasse. Ma per quei quattro gatti che spendono tutto quel che guadagnano l'effetto sarebbe che costoro non pagherebbero più una sola lira di imposte, il che potrebbe portare un bel problema ai conti pubblici.
Ma tutto sommato c'è da star tranquilli: è infatti notorio che in Italia coloro che sono così sfigati da spendere tutto per vivere (o addirittura da indebitarsi per tirare avanti) sono un'esigua minoranza: e certo non vi rientrano né i parlamentari in carica né i consiglieri regionali. Non saranno certo quei quattro pulciosi che arrivano giusti giusti alla fine della quarta settimana ad impensierire Tremonti.
Infatti: se accetti di scaricare l'idraulico, come diavolo fai ad escludere il panettiere? E' forse che il pane sia un genere meno di prima necessità rispetto allo sciaquone del bagno o al box doccia?
RispondiEliminaIo la vedo così: se non chiedo la ricevuta, per avere un ritorno economico, dovrei pagare la metà il bene, anche senza detrazione e deduzione. Quel poco di tasse che io pago attraverso la sua fattura mi permette di pagarne meno in busta paga e di avere servizi più equi. (A parità di inefficienza della spesa.)
RispondiEliminaInfatti chi non paga le tasse ha accesso ad agevolazioni che paghiamo sempre noi, due volte: con le tasse e con il prezzo del bene scarsamente scontato.
Comunque stai tranquillo, nessuno ti fa il 50% di sconto senza fattura.
Nonostante la tua spiegazione, questa volta continuo a non capire. Nel caso della detraibilità, per esempio, mi viene il dubbio che tra 195 con la certezza che l'idraulico paga anche lui le tasse e 180 con la certezza che poi lui non le paga, mi convengano (proprio in termini economici) comunque i 195 euri.
RispondiEliminaNel caso della deducibilità, invece, non ho proprio capito le righe finali del tuo post (mia ignoranza, ovviamente).
Poi, resta il fatto che sul discorso "evasione fiscale degli idraulici" mi pare che, a dirla proprio in soldoni, siano due gli elementi chiave della faccenda, che Civati trascura: il primo sono senz'altro i controlli e le ammende, come dice Spider; il secondo, naturalmente, la percezione chiarissima che ho (e che ha anche l'idraulico, secondo me) che il denaro che se ne va in tasse non mi ritorni in servizi, se non in piccolissima percentuale. Tutto sommato, mi pare che possa essere questa la direzione verso cui chiedere uno sforzo alla classe dirigente.
Ussignùr. Le righe finali voglion dire che ammettendo la deducibilità di tutte le spese, pagherebbero tasse solo coloro che spendono meno di quel che guadagnano. E quindi, di questi tempi, una sparutissima minoranza.
RispondiEliminaQuanto alla scelta se sia preferibile pagare 180 o 195, si tratta di un classico caso di Free Rider Problem, sul quale si sono rotti la testa generazioni di economisti e filosofi politici.
In Cina, _ogni_ scontrino vale anche come gratta-e-vinci, quindi tutti lo richiedono con forza. Più difficile il discorso sulle fatture dei professionisti, ma anche qui si potrebbe prospettare un vantaggio la cui aspettativa superi il mutuo accordo sulla transazione in nero.
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