«Prendi i batteri e mettili in un videogioco con tanto di joystick per il controllo. L' idea è venuta ai ricercatori di Stanford che con batteri unicellulari hanno creato otto videogiochi molto semplici, del genere in voga negli anni Ottanta. I «giochi biotici», come li chiamano loro, permettono agli individui, ricercatori e non, di interagire realmente con gli organismi viventi attraverso la gestione di processi biologici. Come funzionano? I parameci (protozoi molto usati in biologia) nuotano in una camera liquida sulla quale è puntata una videocamera che invia le immagini a un monitor. Qui, sullo schermo, le immagini dei microrganismi in movimento vengono unite alla tecnologia. Un microprocessore segue il movimento dei parameci e mantiene il punteggio.»Questo articolo comparso sul Corriere, e che io riproduco anche se sotto c'è scritto "riproduzione riservata" merita di spendere dieci minuti dell'intervallo per il pranzo.
In primo luogo, perché quanto a senso generale non si capisce un cazzo, ma proprio un cazzo un cazzo un cazzo.
Poi per il fatto che ci sono delle espressioni che sembrano fatte apposta per stupire il lettore, e che invece gli fanno cascare le palle. Le immagini che vengono unite alla tecnologia, ad esempio: mi piacerebbe che l'autrice mi spiegasse sotto l'effetto di quali funghi allucinogeni si riesca ad unire immagini e tecnologia, e darmi una rappresentazione anche sommaria di quale aborto venga fuori. Quanto al microprocessore che segue il movimento e mantiene il punteggio, dev'essere un po' come faceva Filini a casa del Cavalier Conte Diego Catellani: e pertanto siamo certi che Motorola avrà prodotto un chip con le lenti spesse.
A parte ciò, è interessante notare che i parameci sono, come la stessa autrice del pezzo riferisce, dei protozoi*; e i protozoi sono degli organismi unicellulari eucarioti laddove, di contro, i batteri sono organismi procarioti.
Eucarioti e Procarioti sono un po' come interisti e milanisti: o si è l'uno o si è l'altro: non è come, chessò, Milan e Palermo, che uno le può tifare entrambe salvo che nello scontro diretto. O sei eucariota o sei procariota, non ci son cazzi. E quindi se sei un paramecio, non sei un batterio, rassegnati.
Chissenefrega, direte voi. Ma se una giornalista ha la laurea in chimica e il master in comunicazione scientifica, la differenza dovrebbe conoscerla. Salvo che non si sia confusa per aver mangiato troppe arance anticancro.
* che poi anche la classificazione dei Protozoi è roba superata: ma passi, non facciamo la punta agli stronzi.
Qui si fa il tiro alla picciona, francamente.
RispondiEliminaE se me la prendo con Veltroni è perché me la prendo solo con Veltroni; e se me la prendo con la sbarellata allora me la prendo con la sbarellata.
RispondiEliminaMa che mi volete? Buonista?
No, m.fisk, io non ti voglio buonista, sia mai! Anzi, il tiro al WV mi piace assai, che penso le stesse cose e mi risparmi un sacco di tempo per chiarirmele e scriverle. :-)
RispondiEliminaMa è sempre la stessa P.C., resa famosa dallo sciopero della fame e da altri disastrosi scempi di divulgazione scientifica?
RispondiEliminaAhinoi sì.
RispondiEliminaGiusto per capire quant'è inane, ecco il link all'articolo originale: http://news.stanford.edu/news/2011/january/biotic-video-games-011211.html
Potresti sempre mandare il post a "cattiva scienza in tv". Ok, non è tv ma fa niente, credo...
RispondiEliminaCerto che poi anche firmare gli articoli con il cognome seguito dal nome...
RispondiEliminaAnche sul Corriere non scherzano.
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/ambiente/2011/02/06/news/benzina_sintetica-11822129/?ref=HRERO-1
Qualcuno ci dovrebbe spiegare dove sono questi giacimenti di idrogeno, perchè io non li ho mai visti.