Dopo tutto il puttanaio montato dalla Confindustria, dalla Lega, dalla Gelmini, da Larussa e da un po' tutti quanti, alla fin fine il Governo, come a tutti noto, ha proclamato festivo il giorno del 17 marzo, accioché tutti gli itsaliani possano festeggiare serenamente e degnamente l'Unità d'Italia.
Il DL. 22/2/2011 n.5 recita infatti:
Articolo 1Bello, no? Però c'è anche il comma 2:
1. Limitatamente all’anno 2011, il giorno 17 marzo e’ considerato giorno festivo ai sensi degli articoli 2 e 4 della legge 27 maggio 1949, n. 260.
2. Al fine di evitare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e delle imprese private, derivanti da quanto disposto nel comma 1, per il solo anno 2011 gli effetti economici e gli istituti giuridici e contrattuali previsti per la festivita’ soppressa del 4 novembre non si applicano a tale ricorrenza ma, in sostituzione, alla festa nazionale per il 150° anniversario dell’Unita’ d’Italia proclamata per il 17 marzo 2011.Quindi, in sintesi: il 17 marzo si sta a casa, ma la ex-festività del 4 novembre (quella che consente al lavoratore di farsi un giorno a casa quando crede, o in alternativa di farsi pagare la giornata a fine anno) salta.
E così sono tutti contenti: i Larussa, le Marcegaglie, magari perfino la Lega, chissà.
Resta fuori solo la Gelmini, dato che gli studenti non vengono pagati e il 4 novembre sarebbero andati comunque a scuola: ma credo proprio che il giorno sarà recuperato, altrimenti per gli insegnanti sarebbe una scampagnata gratuita.
Anche per noi un giorno di festività soppresse in meno, come gli altri.
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