venerdì 18 febbraio 2011

Per una grande alleanza vedo bene Giorgio La Malfa

Poche cose sono per me più noiose del dibattito su primarie sì e primarie no.
Tra quelle poche cose, rientra sicuramente il totonomine sulla scelta del leader che dovrebbe portare la coalizione di centro-sinistra alla vittoria: tema che solo in parte è collegato al precedente, dal momento che la celebrazione delle primarie deresponsabilizza per un certo verso gli apparati di partito.
L'impressione di questi giorni è che la linea maggioritaria all'interno del PD sia quella di ammettere, finalmente, che le primarie non sono la panacea a tutti i mali: ed è una strada obbligata nel momento in cui si sia superata la strategia veltroniana dello splendido isolamento e ci si metta a ragionare in termini di coalizione eterogenea tra forze che delle primarie non vogliono manco sentir parlare.
Nasce quindi il tema della scelta del leader, posto sul tavolo sia da Prodi che da Vendola, con il loro appoggio* a Rosy Bindi.

Ora, non è che con lo spostare il discorso dal metodo (le primarie) al merito (il nome) cambi granché: siamo sempre nel solco del veltronismo populista, quello che se ne frega del cosa fare per concentrare l'attenzione sul chi nominare, come se potesse esistere in questo sfortunato paese un erede al Trono di Francia che, una volta unto con il sacro nella Cattedrale di Reims, possa imporre le mani al Paese e guarirlo così dalla scrofola delle proprie magagne economiche, istituzionali, sociali.
Fortunatamente nell'attuale PD c'è ancora qualche persona di buon senso, a partire dal Segretario che, come riporta Repubblica, ha dichiarato: «Prima costruiamo la coalizione, prima ancora arriviamo alle elezioni anticipate. Dopo sceglieremo chi saprà interpretare meglio il progetto»; e pure il Grande Vecchio, che ha detto: «Naturalmente, visto che si parla di grande coalizione, il candidato deve essere concordato e non imposto» Ed è ben triste constatare che tali ovvietà debbano essere espresse e riportate dai giornali: di questo passo mi aspetterei che tra qualche giorno in Italia venisse data come notizia straordinaria il fatto che il sole, dopo esser tramontato, è sorto di nuovo in cielo il mattino seguente.
Purtroppo oggi Bersani e d'Alema si sono dovuti ridurre a esprimere tali banalità: non per dare aria alla bocca, ma, ahinoi, per il fatto che nell'accozzaglia di partito nel quale militano vi sono personaggi che sembra non abbiano ancora imparato l'ABC del buonsenso.
Tra questi, come ovvio, è in prima fila il pattuglione veltroniano. Stranamente il loro capobastone (che doveva essere impegnato, credo, a una presentazione del proprio romanzo di formazione nella ridente cittadina di San Benedetto del Tronto) si è dimenticato di vergare una livida lettera al direttore di qualche giornale nazionale, ma la sua momentanea distrazione non è stata certo un problema. Dal momento che le idee cattive, come la gramigna, infestano le menti con una rapidità che le piante utili non riescono a sostenere, ecco che in suo luogo è uscita immediatamente l'amica di una vita, la Melandri la quale, candidamente, se n'è uscita con la seguente esternazione:
«Per una grande alleanza vedo bene Mario Monti. Bindi non può federare un' alleanza da Vendola al Terzo polo».
Mario Monti.
Io non starò a parlare di Mario Monti, che credo sia abbastanza conosciuto da chiunque legga questo blog; e comunque chi non lo conoscesse può sbirciare su Wikipedia**.
Non starò nemmeno a chiedermi quale sia il processo mentale che porta una persona raziocinante ad associare il nome "Mario Monti" a "coalizione di centro-sinistra" senza l'immediata comparsa dello striscione "SEI SU SCHERZI A PARTE!" alle spalle dell'intervistatore: una volta accertato che l'esternante non è un essere raziocinante (o perlomeno che non lo è nell'accezione di "raziocinante" che comunemente applichiamo all'insieme degli animali vertebrati, perché se invece andiamo dalle parti dei gasteropodi probabilmente le due cose sono compatibili), ecco che tutto trova una sua logica spiegazione.
Quello che vorrei chiedere, alla Signora Melandri, è un'altra cosa: come ha fatto a tirare fuori il nome di Mario Monti? Ci ha ragionato sopra, oppure ha messo in un cappello tutti i nomi di coloro che abbiano ricoperto qualche carica importante, e poi ha estratto il primo bigliettino? Perché in quest'ultimo caso, allora Monti vale quanto chiunque altro, è la semplice sorte ad aver deciso, e qundi siamo tutti tranquilli: in fondo il caso è un criterio per la scelta di un leader valido almeno tanto quanto le primarie.
Ma se, come temo, ci ha ragionato un po' su, allora, mi chiedo, perché Mario Monti sì e Giorgio La Malfa no? Quali sono le caratteristiche dell'uno che lo rendano preferibile rispetto all'altro?
Qualcosa mi dice che non riceverò mai una risposta adeguata.





* Qui dovrei spendere qualche riga su come sia possibile che Prodi e Vendola, due fautori a oltranza delle primarie, abbiano entrambi speso parole per la designazione di un possibile leader di coalizione: il che è esattamente il contrario del far scegliere il leader alla "gente": ma dato che non riesco a trovare una spiegazione, certo per essere la mia capacità di discernimento molto più limitata di quanto ritengano quelle stesse persone che mi considerano poco meno di un mezzo deficiente, mi taccio.
** fra l'altro, essendo io impedito a scrivere su Wikipedia, potete anche stare tranquilli che non sono andato a modificare in peggio la voce che lo riguarda per amore della mia tesi.

7 commenti:

  1. scusi, ma quale carica importante il professor La Malfa Giorgio avrebbe esattamente ricoperto?

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  2. ma come! E' stato segretario del PRI!

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  3. scusi ancora la mia importunaggine: ma in quanto ex-coordinatore del GCN, avrei anch'io lo stesso diritto di essere considerato un leader valido?

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  4. Faccio presente che io sono Coordinatore in carica (in carica!) del Dipartimento di Lettere e Arte di un prestigioso Istituto di Scuola Superiore del NordItalia. Pretenderei un incarico anch'io, visto che si parla di meritocrazia.

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  5. Temo per .mau. che il fatto che vada considerata dirimente la circostanza che uno dei candidati sia in carica e l'altro no. Salvo che mi faccia fare qualche giro in elicottero, che mi sarebbe sempre piaciuto svolazzare un po'.

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  6. avv., questa sarebbe concussione e non corruzione, giusto?

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  7. direi proprio di no, dato che io notoriamente conto meno d'un ca***

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