martedì 19 luglio 2011

Vi spiego la decrescita felice

Dato che a qualche coglione (spesso qualche coglione con villa al mare, domestica filippina e tata per i bimbi) piace ogni tanto tirare fuori la decrescita felice, oggi rendo un servizio di pubblica utilità e vi spiego la decrescita felice.

Oggi: guadagnate duemila euri e siete infelici.
Domani: guadagnate millecinquecento euri e siete felici.

Che cazzo avrete da essere felici, non lo sapete: chiedetelo al coglione, che non lo so neppure io.

8 commenti:

  1. La tua violenza è deliziosa.
    Anche se sul tema avrei da ribattere, e a lungo, non voglio rovinare l'immediatezza del post: me lo godo così... parità felice.
    :-D

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  2. Certo che se devo spendere 500 euro in meno di arrabbiature (medicine e medici, auto, inquinamento, eccetera), con 1500 è possibile veramente essere felici come con 2000.

    Forse questo si intende per decrescita felice.
    ilcomizietto

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  3. Credo che la soluzione coinvolga una o più droghe allucinogene. O una matematica finanziaria tipo geometria non euclidea, che in fondo è la stessa cosa.

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  4. Probabilmente vuoi provocare, perché altrimenti non ci sarebbe motivo di scrivere un posto trollante in questa maniera. Posso essere d'accordo che "felice" non sia l'aggettivo pi` adatto per decrescita, ma non lo è di sicuro per la "crescita" dove l'unica cosa che cresce sono soldi finti nelle banche di megaricchi, e gli effetti collaterali sono sulla pelle di tutti.

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  5. avv., il mio ccommento sarebbe stato simile a quello del comizietto, anche se io avrei scritto "se guadagni 2000 euro e vorresti cose per 2200 euro sei meno felice che se guadagni 1500 euro e vorresti cose per 1300 euro."

    Poi mi sono ricordato di Douglas Adams e degli sterilizzatori di telefoni, e mi sono chiesto cosa faremmo di tutta quella gente che sta facendo cose inutili per ottenere una crescita (felice o infelice)

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  6. Lei sa bene che la popolazione di un intero pianeta si è estinta a causa della carenza di sterilizzatori di telefoni, quindi il Suo argomento è irrimediabilmente fallace.
    Comunque, sposo il Suo argomento, e Le faccio notare che c'è chi può anche rinunciare alla seconda tata, ed essere felice comunque con uno stipendio minore. Sono certo che Carlin Petrini e Maurizio Pallante, ad esempio, potrebbero tranquillamente rinunciare a qualcosa.
    C'è anche chi non ha più nulla a cui rinunciare, avendo tagliato anche le sigarette e il vino. Costoro spesso cascano nella trappola della decrescita, senza rendersi conto che non hanno più nulla da tagliare, salvo il pane e il gas.

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  7. avv., ci sono anche le vene.
    Però non capisco perché la decrescita, oltre che felice, non possa essere progressiva.

    (il captcha è la parola "saggi", Google sapeva già che cosa Le avrei scritto)

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  8. Lavoro dieci ore al giorno, finisco di lavorare torno a casa mangio una roba pronta vado a letto mi alzo e vado a lavorare: sono infelice.
    Lavoro sei ore al giorno e il resto del tempo mi faccio i cazzi miei come piace a me, mi prendo millecinquecento euro al mese che mi bastano per vivere: magari ho qualche probabilità in più di essere felice.

    Ci puoi arrivare, non è un concetto difficile.

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Potete scrivere tutto quel che vi pare, e io son libero di cancellare gli insulti e le cose scritte per pura provocazione gratuita.
So che è una rottura la procedura di verifica, ma quando provo a rimuoverla, entro un paio d'ore comincia lo spam, scusate.