sabato 22 ottobre 2011

La coerenza delle proprie idee

E' oramai da un bel po' di tempo che questo blog* ha intrapreso una sua campagna di moralizzazione per mettere in guardia le genti dal fare dichiarazioni o compiere azioni senza pensare alle conseguenze di ciò che si dice o si fa. Roba del tipo che plaudere alla pubblicazione di intercettazioni sulla vita privata della gente, solo perché quella gente ci sta un po' sul cazzo, potrebbe dimostrarsi una mossa poco astuta se un giorno qualcuno pubblicasse le telefonate nostre o di qualcuno che ci sta simpatico e va a travestiti, per esempio.
Il concetto alla base di questa campagna è che, seppure sia vero che solo gli scemi non cambiano mai idea, la coerenza è comunque un valore di una certa importanza: e chi smentisce oggi quello che diceva ieri dovrebbe dichiararlo apertamente, che sta dicendo il contrario di quanto aveva affermato, perché in caso contrario rischia di apparire nient'altro che un povero cialtrone.
Certo, talvolta la ritrosia e la timidezza impediscono di fare quel minimo di autocritica: in tal caso però bisogna confidare che i propri lettori apprezzino questo atteggiamento -come dire- virginale, e comprendano da soli che l'autore ha cambiato idea, si è pentito, ma non vuole dirlo per non parlare troppo di sé annoiando il suo pubblico e apparendo un inguaribile presuntuoso.

Vittorio Zucconi si trova proprio in questa situazione: oggi ha pubblicato un post nel quale dice peste e corna di Minzolini, il quale ha pubblicato sul proprio TG tante immagini di Gheddafi massacrato. La cosa, dice giustamente Zucconi, è inammissibile, dal momento che il TG1 entra nelle case, all'ora di cena, e lo si può guardare anche quando non lo si vuole espressamente vedere.

Vittorio Zucconi è il direttore di Repubblica.it, esattamente come Minzolini è il direttore del TG1.
Repubblica.it ha pubblicato una caterva di foto e filmati di Gheddafi massacrato, esattamente come ha fatto il TG1. Lo ha fatto anche in home page, che è la pagina dove si va a finire, da casa o dal posto di lavoro, prima ancora di sapere quali saranno le notizie del giorno; perché nella home page di repubblica.it ci vanno tutti, ma proprio tutti, e molti addirittura ce l'hanno come pagine iniziale, quella che viene caricata a prescindere.
Vittorio Zucconi evidentemente ha capito di aver fatto una minchiata, ma dato che è timido non vuole esternare questo suo pentimento. Lo facciamo noi per lui, lieti del fatto che da oggi in poi repubblica.it non avrà più né foto di morti, né titoli sensazionalistici, né colonnini infami, né donne poco vestite.
Grazie, Vittorio: ce ne hai messo un po', di tempo, ma alla fine hai capito.




* che poi sono io, lo so io e lo sapete voi. Ma spersonalizzare fa sembrare il tutto una cosa coi controcoglioni.

5 commenti:

  1. "plaudere"?

    Hmm, ma così lasci capire che hai il Trota come ghost writer...

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  2. @lele - Il Trota è quel titpo di persona che prima di lasciare un commento critico non va neppure sul vocabolario a vedere se il verbo del quale sta rimarcando l'erroneità putacaso esista davvero.

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  3. Lele asinus in cathedra24 ottobre 2011 alle ore 17:04

    Touché.
    Chiedo scusa.

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  4. Son cose che succedono: del resto ci ero cascato anche io qualche settimana fa.

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Potete scrivere tutto quel che vi pare, e io son libero di cancellare gli insulti e le cose scritte per pura provocazione gratuita.
So che è una rottura la procedura di verifica, ma quando provo a rimuoverla, entro un paio d'ore comincia lo spam, scusate.