giovedì 13 dicembre 2012

Nessuno è più modesto di me

Vedo con dispiacere che c'è tanta gente che disquisisce sulla frase con cui il noto comico genovese ha rotto i ponti con alcuni suoi seguaci, e che si compiace per la clamorosa caduta di stile con la quale il reuccio ((tm), anche se altrui) è divenuto improvvisamente nudo.
Con dispiacere, dicevo, perché la mia già scarsa fiducia nella sinderesi media dei miei concittadini subisce di giorno in giorno sempre maggiori erosioni, tanto che medito di divenire ben presto stilita (del resto mi sono già convertito, quindi il più è fatto)

Orbene: una frase come "chi pensa che non sono democratico se ne va fuori dalle palle" è, evidentemente, una frase costruita a tavolino, esattamente come quella che dà il titolo a questo post.
Non sono cose che escano dalla bocca per errore. Non uscirebbe neppure a uno studentello di seconda liceo che parli per la prima volta davanti a un'assemblea d'istituto; figuriamoci se può scappare a un tipo con quarant'anni di esperienza su palchi e palcoscenici, e che si è legato a doppio filo a un copywriter di esperienza altrettanto quarantennale.

Chi gode di questa cosiddetta gaffe, chi pensa che sia la prima di una serie di cazzate che ridurranno il movimento dei pirla a percentuali da prefisso telefonico, dovrebbe invece interrogarsi su come stiano veramente le cose.
Per una (rara) volta non sono d'accordo con Uriel: anche se condivido le linee di fondo della sua analisi sulla base grillina, credo che il comportamento del capobastone non sia il tentativo di ricompattare una truppa di fedelissimi per garantire la purezza ideologica del branco, bensì qualcosa di un po' più furbo.

Grillo e Casaleggio non sono dei coglioni: son gente scafata che ha costruito del nulla un mezzo impero mediatico e comunicativo; i loro comportamenti devono quindi essere razionali.

Ora, immaginate di essere quei due che si trovano per una riunione di lavoro con la mazzetta dei giornali e si accorgono che con tutto il casino che hanno fatto stanno guadagnando una marea di consensi.
- Ma ti rendi conto? siamo al 20%
- Eh, che ti avevo detto?
- Sì, ma non potevo credere che ce ne fossero davvero così tanti!
- Di cretini? in Italia?!? Svegliaaaaa!!!
- Belin, e adesso che facciamo?
- Certo non possiamo pensare di esercitare il potere con un branco di ritardati mentali da manuale psichiatrico...
- Eh!
- Oltretutto questi sono talmente rappresentativi della società italiana che come arrivano a toccare una poltrona si arraffano subito qualcosa...
- Belin!
- Tempo un anno e finiscono tutti in galera, e noi due pure, se non linciati.
- Appunto.
- Senza contare il lato economico...
- ?
- Finché stiamo a urlare dal blog riusciamo a vendere cazzate, organizzare spettacoli, muovere cose e diventare ancor più ricchi di quanto già non siamo. Nel momento in cui dovessimo arrivare al potere... non son più i tempi di una volta. Non solo il peculato è più difficile, ma soprattutto bisogna farlo con attenzione. Con il branco di dementi che ci troviamo, per il 90% rubano loro direttamente, e a noi non viene in tasca niente; il restante 10% sono troppo scemi o troppo onesti per farlo, e a noi non arriva niente lo stesso.
- E allora che minchia facciamo?
- Devi fare il pirla.
- Più di così?!?
- Sì, devi fare una grande cazzata, che ci faccia perdere un bel po' di consenso. Ricompattiamo i coglioni puri e allontaniamo quelli arrivati solo perché sentono odore di grana; allo stesso tempo possiamo continuare tranquilli a fare l'opposizione urlante e vendere il merchandising, senza alcuna altra responsablità che verificare i conti in banca.
- Eh, ma con tutte le cazzate che ho già sparato... e aumentano sempre. Che cosa possiamo inventarci stavolta?
- Pensiamoci un attimo... ci servirebbe qualcosa cha appaia idiota anche a un bambino di terza elementare... aspetta... forse ho una mezza idea...


1 commento:

  1. Che la "gaffe" sia pianificata a tavolino è evidente. Sui fini di questa gaffe sinceramente non saprei. La tua ipotesi è allettante. Ne parla anche Giovanna Cosenza su disambiguando.

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