A Sant'Ambrogio il milanese che non abbia il biglietto per la prima della Scala va o ai monti o in gita in qualche città straniera: e difatti avevo declinato il cortese invito di un signore immigrato nella nostra bella città(1), che mi aveva invitato per una cena prenatalizia, in quanto avevo promesso al pargolo di portarlo a sciare, complice il tempo adattissimo. Certo, Sant'Ambrogio cade di sabato e l'Immacolata di domenica, ma per un ragazzo che alla tenera età di quattordici anni scopre quanto sia duro svegliarsi presto anche nel giorno sacro agli Ebrei, perfino un sabato libero è già ponte.
L'anno scorso ero andato a Gressoney da mia sorella: e ne avevo ricavato una bella ammaccatura alla spalla i cui postumi furono concausa, il successivo febbraio, di una clamorosa caduta con rottura di costola e ferite varie.
Quest'anno non c'è stato neppur bisogno di andare fin lì, utilizzando finalmente la macchina che avevo comprato proprio perché se non hai una macchina, come diavolo fai ad andare in montagna a Sant'Ambrogio?!?, e così mi sono ammaccato una caviglia in Piazza Napoli, complice uno scooterista passato con il rosso che mi ha preso in pieno mentre pedalavo -indebitamente, ma senza che ciò sia stato concausa dell'evento- sul passaggio pedonale.
Ho passato una notte d'inferno, cinque ore al pronto soccorso, ma alla fine sembra che sia solo una gran botta. Meglio così: anche quest'anno i soldi dello sci verranno risparmiati.
(1) confesso di non sapere se la signora del signore, che poi fu l'invitante, sia autoctona o immigrata anch'essa.
giovedì 5 dicembre 2013
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