mercoledì 17 settembre 2008

Meretricio

Delle volte (raramente in verità) rimpiango di non aver fatto l'avvocato, il che mi avrebbe consentito poi di passare una serena mezza età come giudice di pace.
In tale qualità avrei avuto modo di giudicare sui ricorsi contro l'ordinanza 242 del Comune di Roma che (stando alla stampa, ché sul sito istituzionale non è ancora disponibile) recherebbe il divieto di:

«assumere atteggiamenti e comportamenti e di indossare abbigliamenti, che manifestino inequivocabilmente l'intenzione di adescare o esercitare l'attività
di meretricio»

Tutto qui si gioca su quell'"e di": dacché se non ci fosse il "di", il comportamento punibile sarebbe costituito dal vestirsi da troia e stare la notte a fianco ad un fuoco roteando la borsetta; ma con quel "di" di troppo, il Comune di Roma vieta sia di stare accanto al fuocherello sia di vestirsi da troia.
Vestirsi da troia, quindi, a Roma è vietato. Indipendentemente dal fatto che una troia lo sia: una può essere la persona più onesta e timorata di Dio che ci sia al mondo, ma se mostra le tette un po' troppo e fa intravvedere un pezzo di coscia (per non parlar del pelo!), allora si becca la multa.
Pensate un po' a che popò di sfilata di personalità mi troverei davanti: chiunque avrà già pensato a quei due-tre nomi ministeriali che si fanno sempre in questi casi, e sarebbe troppo facile farli anche qui: ma anche l'opposizione sarebbe ben rappresentata.

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