lunedì 13 ottobre 2008

Mutui e rinegoziazioni /reprise

Vedo senza stupore (ormai non mi stupisco più di nulla) che il Corrierone scrive un interessante articoletto per convincere i lettori a non rinegoziare il mutuo.

Io quello che avevo da dire l'ho detto e per giunta in maniera assai prolissa (in sintesi: fate la rinegoziazione che vi conviene), mentre l'estensore della notarella fa fuori il problema in una quindicina di righe (in sintesi: non fate la rinegoziazione che non vi conviene). Dato che mi sembra che non ci pigli, è per puro puntiglio che le commento passo passo.

Caro mutui, non conviene rinegoziare
Mai come adesso è consigliabile il tasso fisso: sul mercato al 5%, ma non durerà per molto
Questo il titolo, che serve a dimostrarci che l'estensore la sa lunga.
Qualora le rate non dovessero scendere, conviene la rinegoziazione dei mutui proposta dalle banche?
È la domanda di Alberto. Diciamo che rispetto ad agosto la situazione è addirittura peggiorata perché è aumentata la differenza tra i tassi attuali e quelli pagati nel 2006 e utilizzati per la rideterminazione della rata. Questo potrebbe comportare un ulteriore allungamento della durata del prestito.

Il meccanismo l'ho già spiegato qui: se devo pagare 120 e invece mi consentono di pagare solo 100, pago 20 in meno e quel che non pago oggi lo pagherò domani, allungando il piano. Se i 120 diventano 150, pago 50 in meno: e quindi il piano mi si allunga di più. Non è che ci stia perdendo: sto solo dilazionando a domani quel che dovrei comunque pagare oggi.
Nonostante la crisi i mutui si continuano, per fortuna, a fare, e allora ritorna l'eterna domanda: meglio il variabile o il fisso? Per rispondere a Silvia diciamo che mai come adesso il fisso è consigliabile. Perché se l'Euribor è salito alle stelle, l'Eurirs, il parametro dei mutui fissi, è sceso ai minimi. Oggi il tasso a 20 anni è al 4,54% e quello a trent'anni al 4,24%. Quasi un punto in meno dell'Euribor. Questo vuol dire che oggi si possono trovare sul mercato mutui fissi al 5%. Meglio approfittarne perché questa anomalia potrebbe rientrare.
dunque, oggi l'IRS vale un punto meno dell'Euribor. Abbiamo visto che l'IRS è un derivato che si fa per trasformare in fisso un tasso variabile e viceversa. Se l'IRS a dieci anni è più basso dell'Euribor, vuol dire che il mercato si aspetta che l'Euribor sia destinato ad essere costantemente più basso, in quell'arco di tempo.
Una banca che sottoscrive un IRS si sta impegnando per dieci anni; e dieci anni sono un bel po' di tempo e quindi un bel po' di rischio. Se il prezzo che chiede è di un punto inferiore al tasso variabile, vuol dire che l'aspettativa è di una bella discesa, no? O il nostro estensore ha solo lui la palla di cristallo, oppure tutte le controparti del mercato hanno bevuto smodatamente, i questi giorni, e fanno i prezzi tirando i dadi.
Il variabile continua però a esercitare il suo fascino: per Marcello i tassi prima o poi scenderanno. Questo è vero, ma difficilmente torneranno ai livelli del 2005.
Oggi è una bella giornata di sole. Forse domani pioverà. Mi piacciono le pizze, ma anche i gelati.
Il mutuo variabile può essere fatto solo se si è in grado di sopportare, rispetto a oggi, rincari nella rata del 20/25%.
Un bel numero sparato a caso non fa mai male. E perché il 25 e non il 50% (che poi è l'aumento che si è registrato sulla rata dei mutui stipulati a tasso variabile nel 2003)?
E, soprattutto: perché qui l'estensore parla di stipulare un nuovo mutuo a tasso variabile quando il titolo dell'articolo parla di rinegoziare un mutuo già esistente? E si è forse dimenticato che con la rinegoziazione l'importo della rata torna quello del 2006, e quindi non c'è il rischio di un aumento bensì la certezza di una diminuzione (che verrà pagata poi, certo, ma qui si parla della rata, non della durata)?
E se la banca fallisce? Nessuna moratoria, caro Giorgio. La rata andrà pagata all'istituto che subentra a quello in default o al commissario liquidatore.
Almeno una cosa sensata, giusto per concludere.

Una chiosa, per concludere. Tutto si può dire del Corriere della Sera, ma non che sia nemico delle banche: spero che basti averlo preso in mano qualche volta, per convincersene, ma se dovesse servire si possono anche vedere questi dati.
Dopo aver letto un articolo così, siamo proprio sicuri che la rinegoziazione convenga alle banche e non ai mutuatari?

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