giovedì 4 dicembre 2008

Blade Runner

Quando è uscito Blade Runner al cinema, io avevo diciassette o diciott'anni, e rammento ancora quale emozione fu.
Ancor oggi mi rimangono vivide le impressioni suscitate, più che dalla trama, da quelle architetture e da quel modello di società decadente, con dei bassifondi luridi e umidi ove un'umanità composta di un po' tutte le razze arrancava tra chioschi di cibo cotto e bordelli.

Tra i ricordi brilla in particolare il fastidio viscerale per quel megaschermo pubblicitario, dove doveva esserci una cinese o giù di lì che ripeteva ossessivamente uno slogan. Era un incubo, nel 1983, l'idea stessa che uno camminando pacifico in istrada potesse essere disturbato da qualcosa di così dannatamente invasivo: bombardato da luci e suoni non voluti, non cercati, imposti dalla ricerca del profitto altrui senza possibilità di sfuggirvi; e però forse il mio fastidio era anche dovuto al retropensiero che magari, ormai vecchierello, quell'incubo avrebbe potuto anche avverarsi, ed io fatto in tempo a viverlo.

Bene: ieri sera, sul tardi, ho preso la metrò gialla, in Duomo; e mi sono accorto che l'incubo è avverato; e io non son neppure ancora vecchierello.

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