Ci sono due ambiti nei quali si fa la politica che conta, quella che fa la storia: gli affari esteri e la garanzia delle libertà individuali.
Il partito democratico ha dimostrato per l'ennesima volta di non riuscire a trovare una linea comune su una questione fondamentale, quale quella del diritto a vivere e morire come meglio si crede.
Certo, ci sono stati temi affrontati con piglio decisionista e sui quali si sono raggiunti risultati di valore: la commissione di vigilanza RAI, ad esempio, laddove la ferma opposizione del PD è riuscita ad allontanare Villari. O il federalismo fiscale, dove il PD ha nientepopodimeno che ottenuto un grande successo accordandosi con la maggioranza per l'astensione.
Su altri temi le cose non vanno così bene. Io ormai non ho più tanta voglia di scrivere: mi sembra un esercizio inutilmente sterile criticare un morto che cammina. Mi limito a linkare un articolo del Corriere che racconta lo stato della discussione nell'ex maggior-partito-riformista (sotto il 23% questa definizione non calza più).
Linko anche un articolo de L'Occidentale: è vero che si tratta di una testata sostanzialmente inqualificabile, ma potrei sottoscrivere riga per riga quanto scrive l'autrice.
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