Speculazione edilizia: locuzione che odora di anni '60. Ma se abitate a Milano e riflettete un attimo su parcheggi interrati, quartiere Isola, Expo, riqualificazione delle aree dismesse e via discorrendo, vi accorgete che oggi la speculazione c'è davvero, e quella di 30 anni fa era un gioco da bambini dell'oratorio.Questo, invece, lo scrivevo qui. E anche qui la realtà supera la fantasia: oggi non occorre più neppure abitare a Milano, per godersi il fascino della speculazione edilizia.
Comincio ad avere paura, nel rileggere gli articoli di sei mesi fa.
6 commenti:
Abito a Milano, nel quartiere Isola. :)
Premesso che la mia è una delle realtà più colpite dai faraonici (ma confusionari) progetti di rinnovo della città, e che mi sono opposto a più di un'iniziativa, trovo che i tuoi oracoli siano sempre un po' troppo estremisti.
La situazione non è neance lontanamente paragonabile a quella di 50 anni fa, non foss'altro perché a queste 'speculazioni' partecipa direttamente il Comune, che non può permettersi di aggirare piani urbanistici, piani regolatori, norme sulla sicurezza delle costruzioni e norme igienico-sanitarie.
Tutte queste legislazioni, inoltre, sono enormemente migliori rispetto a mezzo secolo fa.
E dei parcheggi interrati, che ne pensi?
Tipo quello avviato in aderenza alle fondamenta di una delle principali basiliche della cristianità, onusta di 1700 anni di storia?
Avviato, detto per inciso, dal fratello di un allora assessore della giunta Moratti; e a 200 metri da un altro parcheggio, sempre sotterraneo, chiuso ed inutilizzato da un buon decennio.
Come ho scritto, ai progetti partecipa direttamente il Comune, che non può permettersi di aggirare le leggi se non nei limiti (o più silenziosi e oomertosi) più stretti che ogni potere politico riserva ai suoi detentori.
Anche al lordo delle prebende e delle servitù elettorali, trovo che la situazione urbanistica di Milano sia nettamente migliorata rispetto alle speculazioni edilizie da immigrazione interna di decenni orsono. Ciò non significa, ovviamente, che non potrebbe essere meglio.
Manca, ad esempio, un progetto globale sulla città. Mancano controlli incisivi anche quando i lavori li appalta l'amministrazione comunale. Ma non mancano normative urbanistiche incentrate sulla conservazione dei beni ambientali e culturali, e sulla sicurezza delle costruzioni e delle condizioni di lavoro. Queste configurano violazioni, infrazioni e illegittimità anche nel caso l'attore sia pubblico.
Trovo un po' più grave (ma, anche qui, bisognerebbe parlarne) la proposta di mettere mano in maniera piuttosto scriteriata all'attuale corpo di leggi sull'edilizia; e problematico l'utilizzo che si è fatto a livello nazionale e locale delle sanatorie.
Eppure anche qui per me dovremmo parlarne in un'ottica realista, e non vaticinante.
Ammetto che ogni tanto forse esagero con la vis polemica; del resto vedo che tu conosci l'argomento molto più di me e quindi prendo atto delle tue considerazioni, che anzi potresti ulteriormente sviluppare.
Ti ringrazio comunque per le tue precisazioni, oltre nel merito delle stesse, anche perché mi aiutano a rendermi conto di un problema stilistico e formale: per me è infatti ben chiaro che altro è quando parlo di cose che conosco, dove posso "dare lezioni"; altro è quando parlo di cose che non conosco, o che conosco come semplice uomo della strada.
Nel primo caso utilizzo il tag "maestrino": che significa che si tratta di cose sulle quali il lettore si può fidare (tanto che a volte, come nel caso delle lezioni italo-americane, mi costano anche una notevole quantità di tempo per documentarmi, e quindi vanno molto a rilento); nel secondo mi permetto di parlare con molta più libertà e di sparare anche qualche ca##ata ad altezza d'uomo, dato che non sto mettendo in gioco quel poco di credibilità che taluni ormai mi riconoscono.
Mi rendo conto ora che probabilmente il mero tag non è sufficiente, in quanto i piani tendono a confondersi, ma non mi vengono in mente altre soluzioni, in quanto comunque la mia cifra stilistica è sempre la stessa, e non credo che le "lezioni" se affrontate con tono serioso anziché spigliato interesserebbero qualcuno.
No, occhio: il mio non voleva essere un invito a cambiare!
Ti ringrazio per gli epiteti, ma anch'io sono un uomo della strada come tutti gli altri in materia di edilizia. Solo, vivendo all'Isola ed avendo un genitore che si occupa di sicurezza (e conosce sia come funzionano gli appalti, sia i progressi - e i regressi! - compiuti dal legislatore nell'ultimo decennio), forse ho cercato più informazioni e di sicuro me ne sono trovate attorno altre, vagolanti in attesa che vi badassi.
Lungi da me sostenere di 'saperne di più'. Inoltre trovo che il tuo tono 'maestrino', come lo chiami tu, sia sostanzialmente diverso da quello di Cassandra che hai usato in questo post. Da una parte, proprio perché ne sai molto di più, il tuo linguaggio durante le 'lezioni' appare più moderato. Se imposti il discorso in quella maniera, la tua diventa una lezione semi-frontale, in cui non solo metti a disposizione del lettore parte del tuo bagaglio di conoscenze ma lo coinvolgi; appari più aperto e disponibile al dialogo di quanto tu stesso forse pensi, e i nostri scambi lo hanno dimostrato. :)
Tornando a questo caso, non penso che la tua invettiva fosse priva di fondamento, e in fondo se anche questa ha provocato una risposta, spero, interessante, la tua scelta di registro non sarà stata l'errore che, troppo criticamente, ti imputi. :)
Bé, non solo ci siamo capiti, ma trovo anche che questa discussione sia stata molto costruttiva.
Già nel titolo questo blog si proponeva di parlare solo di cose delle quali "si sapesse abbastanza"; e sebbene con il tempo la dichiarazione di metodo si sia persa per strada, lasciando spazio a una serie di contributi da uomo della strada, credo giusto fare uno sforzo per attenermi alla via o perlomeno separare le opinioni completamente personali dalle altre.
Posta un commento