sabato 13 giugno 2009

Berlinguer ti voglio bene

Vittorio Zambardino: non posso dire di conoscerlo, ma è una persona che gode di grande stima nel microcosmo del blogocono. E poi sta simpatico a Mantellini.
Gia ho avuto modo di esprimere qualche dubbio quando con il suo account di Facebook ha fatto la stessa stessissima cosa di Matteo Salvini; salvo che quest'ultimo tutti l'hanno preso in giro, mentre Zambardino ha raccolto un -quasi- universale consenso.
Oggi questo signore, che afferma di capire di compiuter, e sarà anche vero dato che viene pagato da Repubblica per scriverne, parla di Enrico Berlinguer: raccogliendo il plauso di Costa e Sofri jr.: come dire le autorità più autorità che ci siano.
Sarà che ho mangiato gli spaghetti alla salsa di testa di gamberi che faccio una volta all'anno, sarà che ormai è un anno che scrivo sciocchezzuole e ho perso anche gli ultimi barlumi di timore reverenziale, sarà che la signora con cui mi accoppio mi ha dato buca, sta di fatto che mi sono incarognito, e desidero esprimere ciò che penso.

L'analisi di Zambardino (che non è un'analisi, sia chiaro, bensì uno sfogo umorale), preceduta com'è dalla dichiarazione di votare radicale vale poco meno della carta con cui erano avvolti i miei calamari.
Ma essendo suggestiva, merita qualche riga di replica, tanto per mettere le cose in chiaro.
[Berlinguer] non era laico. Aveva ragione Lucia Annunziata, quando lo scrisse esaltando questo aspetto. Il suo partito era il partito della famiglia e di una considerazione severamente tollerante, occhiuta e infastidita di altri stili di vita. Un giovane dirigente comunista dell'epoca d'alema alla fgci ebbe la carriera distrutta perché il suo amante gli fece una pubblica scenata rimasta nell'epopea orale.
Sarebbe bello che chi esprime pareri avesse un minimo di senso storico, e non leggesse la realtà di trent'anni fa con gli occhi dell'oggi. Ciò detto, distinguere tra moralismo e bigotteria dovrebbe essere possibile anche con fette di finocchiona al posto delle lenti. Non dico inquadrare storicamente il moralismo di Berlinguer, badate. semplicemente comprendere che negli anni Settanta "laico" poteva anche comprendere il rifiuto dell'omosessualità, il che oggi sarebbe grave, ma allora no.
Dire "aveva ragione Lucia Annunziata" è un ossimoro, o un anacoluto; pazienza.

Il pci di Berlinguer cerco' di evitare fino all'ultimo i referendum su divorzio e aborto
Considerato che si trattava di referendum tesi ad abrogare la possibilitò di divorziare ed abortire, la posizione di Berlinguer mi pare del tutto condivisibile. a voi no?

Del resto Berlinguer aveva una idea della società italiana nella quale istituzioni e "popolo" (che schifo questa categoria) aderivano perfettamente: per lui i cattolici erano la dc, le espressioni ufficiali del movimento cattolico, la chiesa. Si dialogava tra forze che rappresentavano pezzi di società. La sua idea della cultura libera, che c'era, non prescindeva dalla presenza delle istituzioni che erano tutto il suo orizzonte.
Berlinguer era comunista. Complimenti, Zambardino!!!

Berlinguer ebbe una idea del terrorismo e degli anni di piombo assolutamente conservatrice e "persecutoria". La sua gestione del sequestro Moro contribuì - ne sono convinto: in totale rigore morale ma *non* in buona fede - alla morte di quell'uomo. Il senso dello stato dei comunisti era post staliniano, soffocante, legalitario, in questo assolutamente "dipietrista" - non mi stupisce che ex comunisti oggi votino per un signore che secondo me ha una onesta e chiara cultura di destra. E' una cultura che li accomuna. Inoltre il compromesso storico partiva dall'dea che in Italia vi fosse una "reazione" , alla cilena, che è versione storica che non mi sento più di condividere. Quel pericolo fu ingrandito, amplificato. E usato
Questo non perspicuo periodo ci dice che Berlinguer fu responsabile della morte di Moro, quale diretta conseguenza del rifiuto di trattare con i terroristi (la "strategia della fermezza"). Del che egli stesso fu sempre consapevole. L'associazione del pensiero berlingueriano con il dipietrismo, salva la gratuita pubblicità al tribuno molisano, non ha alcun fondamento logico; e Zambardino stesso appone incisi per dichiarare che parla sula base di mere sensazioni.
Che egli non si senta di condividere una sua fantasia è sintomo di una certa confusione mentale: *sua*, non certo dell'oggetto del suo fantasticare.

Come vedete, non ho ancora affrontato il cavallo di battaglia che oggi usano i revivalisti di Berlinguer. La questione morale. L'ho fatto perché bisogna arrivarci dal compromesso storico. Quella idea di "unità nazionale" era profondamente antidemocratica, perché pensava di chiudere il sistema politico come una cappa sul paese, prima che lo facessero altre forze. Ma eccco il punto, quella chiusura ci fu. Il disegno non fallì
Finché ci fu Berlinguer, i fascisti non ebbero alcun ruolo nella nostra democrazia. Egli ci riuscì (a differenza dei suoi successori, tanto che oggi troviamo l'ex capo del MSI sullo scranno più alto di Montecitorio: il che allora sarebbe stato impensabile).

Lo confesso, condivido l'analisi di Marco Pannella quando dice che i nostri mali di oggi provengono dalla violazione sistematica e perfettamente bipartisan della legalità costituzionale e democratica da parte delle forze politiche dell'italia post fascista. Non fatevi obnupilare dall'incazzatura e pensate per un attimo (è un esercizo che faccio sempre, anche con i peggiori avversari) : e se avesse ragione lui, come starebbero le cose? Se usate il concetto di Pannella, molte cose pre e post Berlinguer cominciano a spiegarsi. Anche - e lo dico con grande prudenza - un certo rapporto tra politica e magistratura, non fisiologico di un paese nel quale debba trionfare lo stato di diritto. Sempre: l'emergenza non è democrazia. Un rapporto troppo ravvicinato, che cercava di spostare a favore della sinistra una relazione che negli anni 40 e 50 e 6o era stata a favore della Dc con uguale grado di "pratiche" sostanziali non corrette.
O il periodo che precede non ha alcun senso, o il suo senso è comprensibile solo a un laureato summa cum laude in logica aristotelica. In entrambi i casi, non è un gran modello di comunicazione (a proposito: Berllinguer sapeva comunicare abbastanza bene: geloso, Vittorio?)

Questione morale: no, non eravamo diversi dagli altri. Come diceva Enrico. E' vero che eravamo gente onesta e rigororosa, si viveva di poco e di grande moralità pubblica, nani e ballerine non sono mai state il nostro mondo.
Ma il Pci di Berlinguer partecipò sistematicamente alla lottizzazione Rai. Il pci di Berlinguer (pregherei su questo di non contestarmi perché ho ricordi assai precisi) partecipava, in forma minore di altri e attraverso organismi non immediatamente di partito, del banchetto che la spesa statale aveva avviato nel settore dei lavori pubblici. E sopratttuto il pc di Berlinguer condivideva quel sistema, la convinzione che "si dovesse" far così.
Cioè il Pci di Berlinguer partecipava alle lottizzazioni nelle università, negli ospedali, negli enti pubblici e condivideva l'idea che i partiti dovessero sedersi a un tavolo e dividersi il potere. Ma ai suoi militanti proponeva altri valori. Una bella doppia morale.

Rimane, di tutto ciò, il fatto che "eravamo gente onesta e rigororosa". Il resto è vita, e disconoscerlo è (stupido) velleitarismo.
Berlinguer predicava rigore, moralità equilibrio, pazienza, fatica, tenacia. Tutte cose fuori moda, certo.

Il Pci di Berlinguer approvo' con altri la legge sul finanziamento pubblico dei partiti
La legge sul finanziamento pubblico dei partiti doveva servire a far sì che i partiti non rubassero. Disconoscere la semplice, adamantina verità del fatto che la politica ha un costo è possibile solo al party del cappellaio matto.

No, Zambardino non è un buon censore di Berlinguer: e dovrebbe sciaquarsi la bocca quando parla di lui, di sinistra, di laicità e di riforme.
E coloro che ne condividono il pensiero, dovrebbero forse leggerselo prima con attenzione, prima di sparare giudizi.

5 commenti:

  1. BRAVO. SUL MIO BLOG HO DETTO LA STESSA IDENTICA COSA.

    EB.IT - Il Primo Sito Italiano su Berlinguer, nasce proprio per dare materiale su Enrico e quello che diceva a tutti quelli che vogliono conoscerlo, senza passare da gentaglia come Zambardino!

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  2. “semplicemente comprendere che negli anni Settanta "laico" poteva anche comprendere il rifiuto dell'omosessualità, il che oggi sarebbe grave, ma allora no.”

    Ecco, il punto di Zambardino era proprio questo: siccome PRIMA le cose erano X, e ORA sono Y, oggi quel modello di partito copiato pari pari sarebbe ovviamente improponibile. Non mi sembrava tanto difficile da capire, forse dovresti essere tu quello che deve rileggere... o magari il fervore fanatico che ti ha spinto a tentare una purga (magari una spedizione per corriere nel più vicino gulag?) per avvenuto sacrilegio ti ha annebbiato la vista. Senza nulla togliere ai tanti pregi di Berlinguer, nessuno si merita il noioso dono della non criticabilità.

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  3. Z. non ha detto che Berlinguer non è più attuale: ha detto che non era laico. E questo è una sciocchezza.

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  4. necessita di verificare:)

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