La storia del crocefisso non merita di essere affrontata in un blog serio, e quindi ne parlo qui: non per dire la mia opinione, che si confonderà nel rumore di tutte le milllemila opinioni espresse da altri, quanto per ricordare a me stesso cosa ho pensato.
Il crocefisso nelle aule non ha da starci. E non certo perché turbi la libertà religiosa dei bambini: altri hanno fatto notare che i bambini e i ragazzini manco se ne accorgono della sua presenza, e io stesso, come altri, non rammento se nella mia classe c'era o non c'era.
Neppure perché turbi il "diritto dei genitori al rispetto delle loro convinzioni religiose e filosofiche", ché questa è una vera puttanata (voglio vederlo, il genitore che insegna ai figli che i negri sono teste di cazzo, filosoficamente).
Né tantomeno vale il concetto che se uno non ci crede quelli sono solo due pezzi di legno, e quindi che male c'è ad averli sulla parete. Ché il crocefisso non è lo sbattezzo, il quale è, nuovamente, una puttanata: un rito parareligioso per togliersi il marchio di due gocce d'acqua, che possono marchiare qualcuno solo se questi attribuisce loro un qualche potere trascendente dimostrando, pertanto, di credere in una qualche trascendenza. No, il crocefisso non è un marchio, è un oggetto ben concreto: lo si tocca, lo si appende, lo si nasconde persino.
Il punto è un altro: è che nei luoghi pubblici debbono esserci simboli pubblici. Il crocefisso non lo è: anche a volervi vedere un simbolo culturale, esso non ha comunque valenza pubblica.
Negli uffici pubblici c'è la fotografia del Presidente della Repubblica, che è il Capo dello Stato e rappresenta la Nazione: rappresenta la Nazione e quindi l'appenderlo al muro significa che quel muro, e quindi quell'ufficio e quindi il funzionario che ivi siede, sono tutti espressione della Nazione e al suo esclusivo servizio, come recita la Costituzione.
Vediamo un po' quali sono le cose che si possono esporre in un pubblico ufficio per rappresentarne il carattere pubblico: il Capo dello Stato, appunto, poi? A me vengono in mente: la bandiera, lo stemma nazionale (per quanto sia così bruttino che è meglio tenerlo nascosto), una copia della Costituzione. Per quanto mi sforzi, non mi viene in mente altro, salvo ripristinare l'Italia Turrita Vittoriosa del 4 Novembre (ma nel frattempo di guerra ne abbiamo persa un'altra).
Se accettiamo il crocefisso, che è un simbolo della nostra cultura e delle nostre radici, allora converrete che anche una piccola lupa non sarebbe fuori luogo: salvo che non siamo più figli di Roma, ma allora perché imporre l'Eneide a scuola?.
E pure un Partenone, dacché Graecia capta ferum victorem cepit. E non vorremo mica dimenticare una corona ferrea, no? Né una daga franca, una corazza medievale, una celata spagnola o una coccarda tricolore, per ovvi motivi (ovvi per coloro che sanno un po' di Storia, con l'S maiuscola). Che?, la lupa sì e la coccarda tricolore no? e che messaggio daremmo ai piccoli italiani che studiano faticosamente le gesta del nostro Risorgimento? Come farebbero a capire i film di Luigi Magni? No, no: la coccarda ci vuole, punto.
Ah, dimenticavo: ci sarebbe anche il fascio littorio, che ha non poca influenza sulle nostre tradizioni anche d'oggidì, ma converrete che sarebbe il caso di affiancarvi una stecca di sigarette e qualche goldone, tanto per mostrare chi ha poi vinto: e magari un pezzettino di muro di Berlino.
Se poi andiamo sul culturame di sinistra, di cui siamo specialisti, pensate a quanta roba potremmo simboleggiare. Non credete che Gutemberg abbia avuto un'influenza paragonabile a quella del Cristo nella nostra società? E allora non sarebbe il caso di celebrarla con un bel torchietto da stampa? E una riproduzioncella della Torre di Pisa con due gravi che cadono, magari vicino ad un pendoletto in miniatura e ad un cannocchiale, tanto per ribadire l'importanza del Metodo?
Ma non di sola scienza vive l'Uomo, e quindi bisognerà inserire nell'elenco qualcosa delle arti letterarie e figurative: una Commedia dantesca, una Gioconda (così tutti vedranno che mostra le mani e non le orecchie) e anche una copia dei Promessi Sposi, l'unico Romanzo italiano delle grande tradizione occidentale.
Certo, a questo punto gli alunni dovrebbero uscire dall'aula, ormai strapiena e pericolante: ma sono certo che alla Gelmini ciò non dispiacerebbe troppo, perché dovrebbero andarsene anche gli insegnanti, quei fannulloni.
MA davvero si vedono le mani, nel ritratto della Gioconda? Non l'avrei mai detto...
RispondiEliminaAnche una fotografia dell'omicidio di Kennedy (o forse un modellino in scala 1:20 della limousine) avrebbe il suo perché.
RispondiEliminaStandig ovation
RispondiEliminaConcordo, da cristiano cattolico praticante convinto concordo sul fatto che il crocefisso va rimosso... o affiancato da Menorah, Corano e tutti gli altri simboli religiosi che ci vengono in mente.
RispondiEliminaQuanto allo sbattezzo non credo che gli scattolici lo sostengano perché ha un effetto esoterico, quanto perché il flusso di denaro tra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica è messo in diretta relazione all'altissimo numero di battezzati esistenti... da cui la richiesta ai non convinti di sbattezzarsi. Anche questo mi vede abbastanza d'accordo.
@dago: i soldi che lo Stato dà alla Chiesa cattolica dipendono dal numero di firme sui moduli dell'otto per mille, non dal numero di battezzati.
RispondiEliminaMi fa piacere comunque che un cattolico praticante e convinto concordi sul fatto che pubblico e religioso debbano restare separati (Marco, 12, 17)
Mh, in realtà credo che sia: se scegli un beneficiario che non sia la Chiesa Cattolica il tuo voto pesa per ripartire l'8 per mille; i voti di chi non sceglie vengono sommati a quelli di chi sceglie la Chiesa Cattolica e determinano la quota di 8 per mille che andrà alla medesima. E' questa (ed altre) posizione di privilegio che gli "sbattezzandi" dovrebbero aggredire escludendosi formalmente dalla comunità cattolica.
RispondiEliminaCosa che sostengo da tempo... chi se ne frega di sapere che uno è battezzato se non posso neanche condividere la mia religione.
Un po' come la patente: ce l'abbiamo tutti ma ad almeno il 25% delle persone che conosco io non la darei.
per la precisione: l'8 per mille di chi non sceglie viene ripartito proporzionalmente alle scelte espresse (così: se il 30% esprime una scelta, e di questo 30% il 60% sceglie la chiesa cattolica, ad essa va il 60% del totale), sia di chi ha scelto sia di chi non ha scelto.
RispondiEliminaQuesto vale per la chiesa cattolica e lo stato, NON vale per le chiese valdesi ed evangeliche, che per loro scelta rinunciano alla ripartizione dei residui. Non so per gli ebrei.
Sottoscrivo tutto e appena ho tempo linko nel blog come si deve.
RispondiEliminaSegnalo anche Travaglio, che so che non ti entusiasma, ma nonostante sembra dire il contrario, secondo me avvalla la tua (nostra) tesi:
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2373449&yy=2009&mm=11&dd=05&title=ma_io_difendo_quella_croce
ciao
nicola.
"una copia dei Promessi Sposi, l'unico Romanzo italiano delle grande tradizione occidentale."
RispondiEliminaE la coscienza di Zeno?
Anche gli Indifferenti, per carità. ma con "grande tradizione occidentale" volevo -forse in modo un po' criptico- mettere il paletto al 1899.
RispondiEliminaE: no, Senilità è un romanzo senza maiuscola.
Io credo di aver fatto lezione per molto tempo sotto una testa del Duce. Non quella vera, ma una fedele copia in pietra nera. E se non era lui, ci somigliava alquanto. Ero all'università.
RispondiEliminaQuanto peso, la nostra tradizione...