Stamattina avevo un appuntamento in una di quelle società di revisione/consulenza/advisory/legal/etc/etc che sono presenti un po' ubiquitariamente nel mondo. Sono tre o quattro in tutto, e fanno le pulci ai bilanci delle società (o dovrebbero farle, le pulci, ma questo è un altro discorso).
Questa società, in particolare, ha ora sede in un elegantissimo e modernissimo palazzo, dalle parti di Piazza Lotto, progettato da un architetto che ha costruito anche la sede berlinese della medesima società, in una piazza che fino a pochi anni fa era un grande buco, e tante altre cose magnifiche a Parigi, a Genova, a Roma e perfino a San Giovanni Rotondo (ma anche queste sono solo inutili divagazioni, che scrivo per allungare la frittata e per ricordare meglio questo momento).
Insomma: sta di fatto che finita la riunione, verso le undici, sono uscito e ho slegato la mia bici, che era attaccata alla balaustra della metropolitana. C'erano cinque gradi, una pioggerellina lieve ma tesa, un senso di novembre, un cielo color di Parmia.
E, per la prima volta dopo tanti anni, ho riflettuto un po', ho legato di nuovo la bici alla balaustra, ho sceso le scale e sono venuto in ufficio in metrò.
Mi chiedo: non è per caso che proprio oggi, 22 febbraio 2010, sia il giorno in cui ho smesso di fare i gradini due e due?
ahiahiahi!
RispondiElimina(io sono andato in bicicletta anche stamattina)
E sei anche più vecchierello, accipicchia! Io però la bici l'ho presa, ho accompagnato Nichita a scuola e sono andato in Monterosa. E' solo dopo che mi è venuto lo spleen.
RispondiEliminaè anche vero che tu avevi una metro che ti lasciava sotto l'ufficio. Da casa mia al mio ufficio usare i mezzi pubblici è un delirio. (Usare l'auto è anche un delirio, a dire il vero)
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