Quei poveri cristi che abitano nelle case popolari di via Dessiè sono riusciti a tenere per anni in ostaggio una città che pretendeva di essere la più europea delle metropoli italiane.
Colpa di chi ha dato loro ascolto anzichè ignorarli, come si fa con le zanzare; e colpa anche di coloro che pensano che il legame con il territorio e le politiche "dal basso" abbiano un ritorno in termini elettorali.
Non si può nemmeno voler loro troppo male: in fondo la maggior parte di loro vivono in buchi scomodi come le case di ringhiera d'inizio '900 e senza il loro fascino.
Una modesta proposta: deportiamoli tutti in Corso Como, e finiamola lì.
venerdì 11 giugno 2010
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