Sulla Repubblica di oggi c'è un articolo che dà conto dei rilievi formulati da due legali de La Destra che riguardano la famosa compravendita della casa di Montecarlo, già di AN e nella quale per una serie di circostanze non chiare è andato a stare il fratello della compagna di Gianfranco Fini.
Si tratta di una gran quantità di sciocchezze.
Nella ricostruzione di Repubblica, la tesi dell'avv. Marco Di Andrea sarebbe la seguente: "Il senatore Francesco Pontone che ha alienato l'appartamento di Montecarlo, lo ha fatto sulla base di una procura generale che aveva dal presidente di Alleanza nazionale, Gianfranco Fini. Ma, all'atto del rogito, luglio 2008, Fini non era più presidente di An (aveva rimesso il mandato al triumvirato il 23 aprile). E su questa fattispecie il diritto non lascia dubbi: la delega a Pontone non era più valida". In realtà ci sono poche cose sulle quali il diritto non lascia dubbi, ma una di queste è certo il fatto che una procura rilasciata a un rappresentante da parte di una persona giuridica (quale era AN) resta valida indipendentemente dal fatto che chi materialmente l'ha sottoscritta abbia perso il potere di rappresentanza legale della persona stessa. Insomma: il fatto che Fini avesse rimesso il proprio mandato non ha minimamente inficiato la validità della procura rilasciata da AN a Pontone.
L'altro grave svarione è l'affermare che il contratto di compravandita sarebbe nullo, laddove invece esso -quand'anche per assurdo la procura fosse stata veramente invalida- sarebbe semplicemente annullabile. E si tratta di differenza non da poco, dal momento che in questo secondo caso (che peraltro è di mera scuola, dato che come abbiamo detto la procura era valida) l'annullamento non può mica essere chiesto da chiunque e nella fattispecie da un militante di un altro movimento politico, bensì può essere chiesta esclusivamente dal soggetto nell'interesse del quale è stabilita l'annullabilità, vale a dire da AN.
Certo, è ben comprensibile che i militanti de La Destra abbiano fatto un po' di polverone inventandosi un'azione che non esiste né in cielo né in terra: in fondo si tratta sempre di un qualcosa che può ripagare in termini squisitamente politici, per quanto campato in aria.
Meno spiegabile il fatto che il quotidiano abbia riportato supinamente quelle tesi, senza una riga di commento o di spiegazione ai lettori.
Ho un dubbio: un partito è un'associazione non riconosciuta è quindi è privo di personalità giuridica (non è una persona giuridica). Non so se questo possa poi alterare o meno la correttezza del tuo ragionamento ma così stava scritto sul mio manuale di diritto privato (il "Roppo"). Ciao.
RispondiEliminaSe è in grado di ricevere un'eredità, direi che deve essere costituito in forma di persona giuridica. Può anche essere che vi sia una fondazione che affianca il partito per quanto concerne gli aspetti patrimoniali.
RispondiEliminaLa legge 192/2000 ha permesso anche agli enti dotati di soggettività giuridica (e non personalità giuridica) di ricevere un'eredità.
RispondiEliminaPatrick