«Le primarie sono l’unica caratteristica identitaria del PD. Di per sé sono solo uno strumento, una regola per prendere alcune decisioni in merito alle candidature. Tuttavia, sono state sempre caricate, da tutti i dirigenti da Bindi, a Bersani, a Veltroni, a D’Alema, di significati superiori: democrazia, partecipazione, popolo, in opposizione al leaderismo dispotico del centrodestra. Tra l’altro, varie centinaia di migliaia di persone sono state convinte della genuinità di quel messaggio. Senza le primarie, come si riconosce l’identità del PD?»Un paio di brani dell'interessante post di Marco Simoni sul Post.
«Senza la certezza di quel che accade, le regole diventano semplicemente arbitrio. In un contesto realmente competitivo, dove consultazioni e regole sono costanti, prevedibili, e sempre uguali, al netto di regolamenti violati per i quali devono esistere apposite commissioni, non ce la si può prendere se partecipano i cinesi o i nazisti dell’Illinois: il risultato è il risultato. Se invece, finite le primarie si può serenamente dichiarare di annullarne l’esito, si certifica l’inesistenza di un sistema di regole prevedibili, e si manifesta il cul de sac di un partito identitario a cui nuoce la caratteristica stessa della propria identità.
La prevalenza della “ragione politica” sulle regole è una caratteristica naturale di un partito identitario, o un piccolo partito. Ma quando l’identità è fondata sulle regole, la ragione politica diventa indistinguibile dall’arbitrio e, comprensibilmente, i più “identitari” tra i competitor, come nel caso di Cozzolino, si incazzano.»
«La storia ha ampiamente dimostrato che qualsiasi persona mediocre è in grado di conquistare il potere, ma la statura del vero leader la si misura nel momento in cui lo lascia.»*
* vabbe', questo lo sapete perché sta qui.
"Le primarie sono l’unica caratteristica identitaria del PD." Con questa frase penso che Simoni sia andato al centro del problema ed è per questo che tutti quelli che dicono che le primarie sono inutili hanno ragione (oggi, col PD).
RispondiEliminaLe primarie se le può permettere il partito che ha le idee chiare su chi è e dove vuole arrivare. Le primarie seriverebbero, a questo punto, solo per scegliere chi meglio riuscirà ad incarnare l'obiettivo. Potrebbero votare tutti i cinesi della Cina senza spostare di molto le possibilità del partito in questione, soprattutto quando le primarie fossero prassi consolidata. (Altro tema centrale di Simoni: regole certe, sempre uguali e rispettate.)
Attorno alle primarie del PD c'è il vuoto. Ora, da bravi masochisti, riescono a creare pasticci anche con le primarie. Mi chiedo come abbia fatto a raccogliere 12 milioni di voti nel 2008.