Non ho votato alle primarie per il candidato sindaco milanese, per l'ottimo motivo che io non voto alle primarie. Se fossi stato costretto, avrei certo votato Onida, dato che Boeri era un parto di quella stessa società civile che ci ha somministrato pillole di questurini e confindustriali, senza nemmeno indorarcele, e Pisapia mi sembrava, e tuttora mi sembra, un po' troppo "molle" per combattere la battaglia contro la Moratti.
Ciò non toglie che, una volta ritrovatomi Pisapia come candidato, ho iniziato a farmelo piacere, e pensavo che con tutta probabilità al momento giusto l'avrei pure votato.
Poi è venuto il bailamme* degli affitti del Pio Albergo Trivulzio, e si è scoperto che Pisapia ha una fidanzata, e che quella fidanzata conduce in affitto un appartamento del Pio Albergo Trivulzio: un appartamento locato 23 anni e un marito fa.
Il Pisapia, che evidentemente non legge Wolfstep, avrebbe dovuto rispondere: «Embè?» e invece si è scusato per aver commesso una leggerezza, rafforzandomi nell'opinione che sia troppo molle per affrontare la campagna elettorale ma, allo stesso tempo, convincendomi che sia una persona perbene: una persona che si scusa per qualcosa che non ha commesso né agevolato ma che, semplicemente, lo ha sfiorato.
Poniamo il caso che la macchina che a momenti mi tirava sotto, l'altro giorno, domani andasse a sbattere contro un muro e il guidatore dovesse morire tra atroci dolori: io stapperei una bottiglia, mentre Pisapia probabilmente si sentirebbe colpevole; e non esito ad ammettere che, se così fosse, lui sarebbe una persona migliore di me.
La questione dell'appartamento comunque avrebbe potuto finir lì, con una scusa di troppo, se non fosse immediatamente partito il riflesso condizionato grillopietrista di tanta parte della sinistra italiana: quella sinistra per la quale un indagato è un condannato in via definitiva; un condannato che abbia scontato la propria pena, indipendentemente dal reato commesso, è marchiato d'infamia a vita e, via via allontanandosi dai principi della logica elementare, arriva a far sì che una sola chiacchiera sia sufficiente a fare del chiacchierato un sospettato, e quindi un indagato, e quindi un imputato, e quindi un condannato, e quindi un condannato in via definitiva, e quindi un reietto della società e della politica.
Certo, non eravamo arrivati ad estendere l'infamia ai discendenti fino alla settima generazione e ai fidanzati, ma niente paura abbiamo ora superato anche questa barriera.
Siamo giunti, inseguendo le urla sguaiate di comici, guitti ed ex fascisti, a trasformare uno stato di diritto in una repubblica della prima pietra nella quale, però, metà degli scribi e i farisei se ne strafotte, dell'indicazione di Gesù, e tira macigni mentre s'incula un bambino, incurante della contraddizion che nol consentirebbe.
Già solo per questo bisognerebbe prendere il promotore di Washball ed appenderlo per i piedi, non bastasse tutto il resto che ha fatto.
Badate, il problema non è che con il dare addosso a Pisapia da parte di chi dovrebbe sostenerlo rischiamo di perdere l'ennesima volta le elezioni milanesi: io sono già intimamente convinto che a Milano, per almeno altri vent'anni, non ci sia proprio verso di avere un governante non di destra. Il problema vero è che abbiamo (rectius: molti di noi hanno) interiorizzato un modello di politica che fa a pugni con i valori che dovremmo inseguire e che è intrinsecamente, immancabilmente e ubiquitariamente perdente. Il modello che ci hanno trasmesso i Grillo, i Veltroni**, i Di Pietro, prevede che si guardi alla persona anziché al programma; all'estensione dell'alleanza anziché alla coerenza delle idee; al filato della sciarpa anziché al discorso pronunciato. Portato al naturale estremo, il modello imposto dai Travagli e dai Barbacetti lascia spazio all'agire politico solamente a dei perfetti deficienti decerebrati: dato che solo un deficiente decerebrato può essere arrivato a diciott'anni senza commettere né un reato né un illecito***. E dato che l'essere eletti non è come il ragno di Peter Parker, non possiamo certo aspettarci che il decerebrato di turno una volta insediato divenga di colpo un raffinato genio della politica, un Bartlet, un Lyman, una Gardner: si limiterà ad essere un burattino nelle mani dell'imbonitore capo, magari proprio quello che ha affermato che non scenderà mai in politica in quanto già condannato in via definitiva.
Tutto ciò, intendiamoci, quando le cose vanno bene. Quando le cose vanno male il coglione comincia a guardarsi intorno, si accorge che le poltrone comode sono comode, tira fuori quel grano di furbizia che qualunque pirla ha in sé e al momento buono manda affanculo l'imbonitore e si fa pagare il mutuo della casa da qualcun altro.
Questo per quanto riguarda la sinistra. Per quanto riguarda la destra, il problema non si pone: chi viene beccato con le mani nel sacco dichiara candidamente che non sa chi gli avesse pagato la casa dove abita: e i suoi elettori gli danno ragione e s'indignano che una spiegazione così logica possa venir messa in dubbio dagli avversari del Partito dell'Invidia e dell'Odio.
Il Pisapia, quando si è scusato per il fatto che la sua attuale fidanzata ventitrè anni e un marito fa ha locato un appartamento e ha pagato sempre il canone, dev'essere rimasto vittima di questo riflesso travaglista. Io spero che abbia uno scatto d'orgoglio e mandi a cagare tutti coloro che, da destra o da sinistra, bivaccano sulla sua cazzata (e, nel caso ci fossero dei dubbi, la cazzata è stata lo scusarzi, non lo scegliersi una fidanzata con casa in affitto).
Spero, soprattutto, che tutti noi si riesca ad uscire dal tunnel di questo giustizialismo da quattro soldi bucati, utile solo a conferire potere e contributi a tribuni che non sarebbero degni di occupare un posticino neppure allo Speaker's Corner: gente che non ha una sola idea su come far andare avanti un Paese ma, di contro, sa benissimo come catturare popolarità e riciclarsi da una stagione all'altra, presentandosi da vent'anni come la novità del momento.
* questo blog si pregia di non utilizzare la desinenza -poli, eccezion fatta per i post che trattino di giuochi di società e di archeologia etrusca
** magari stavolta un po' meno, ma lui comunque deve rispondere anche dell'esser nato e quindi non potevamo non citarlo
*** Si rammenta che fumare una canna è un illecito amministrativo ex art. 75 L.309/90; tornare a casa ubriachi lo è ex art.688 c.p. e inveire contro la Divinità lo è ex art.724 c.p. Pisciare contro un albero invece è un vero e proprio reato, p.e p. dall' art. 726 c.p.
Il problema di quella vicenda (per quel che riguarda Pisapia) non è la vicenda, ma la sua reazione ("la macchina del fango"). E non è segno di mollezza, ma che è anche lui vittima di quella sudditanza culturale che denunci. Ovvero espressione di quella sinistra di cui si farebbe volentieri a meno.
RispondiEliminaDetto questo, credo che - a prescindere da Pisapia - la minorità culturale assai più grave sia quella denunciata in questo pezzo: http://www.qdrmagazine.it/2011/2/21/02_funiciello.aspx
ni. pisapia non c'entra direttamente ma la sua fidanzata (che scriveva articoli di fuoco contro mario chiesa mentre abitava grazie al medesimo un appartamento ad equo canone a cui non avrebbe avuto diritto, togliendolo presumibilmente ad altri che quel diritto aveva) ha la faccia come il c.
RispondiEliminae il mio sindaco ideale tiene le distanze dalle persone che hanno la faccia come il c.
detto questo, chiaro che tra piasapia e moratti voto pisapia, che almeno non e' interista
Trovo assurdo che uno si debba giustificare per una cosa che ha fatto un altro. Giustificare poi di non ho capito bene cosa. Per avere quelle case ci saranno state regole e procedure, no? Se le ha rispettate cosa ha mai fatto di sbagliato? E' colpevole di aver risparmiato sull'affitto della casa?
RispondiEliminain questa vicenda mancano delle informazioni vitali: ci sono delle regole/procedure che il Trivulzio avrebbe dovuto seguire nell'affittare gli immobili? L'affitto degli immobili è un'attività statutaria e quindi avrebbe dovuto affittare solo ai poveri o è semplicemente una forma di autofinanziamento e quindi il CDA affitta a chi gli pare? E se il CDA affitta privatisticamente a chi gli pare, su che basi sindachiamo il quantum del canone e il conduttore?
RispondiEliminama scherziamo? una giornalista con regolare e ben retribuito impiego che abita un appartamento a canone risibile ottenuto grazie ai favori di mario chiesa e nel mentre scrive articoli indignati contro il mario chiesa medesimo, e voi non percepite un'ombra di faccia come il c.? cos'e', ho sbagliato URL e sono finito sul blog di emilio fede?
RispondiEliminapoi certo, piasapia non c'entra, pero' similes cum similibus....