Ah, come sarebbe bello se tutti i seguaci di quegli arruffapopolo bravi a mettere in pratica l'esatto contrario di quello che dicono si prendessero un momento di pausa dalla loro viscerale schiavitù ideologica e cominciassero a riflettere.
Riflettere, ad esempio, su come sia facile, in un mondo nel quale non si riesce a discernere la differenza tra accusa e condanna , far alzare un uomo (e perfino un uomo potentissimo) da una poltrona importante.
DSK sarà colpevole o innocente? Non è questo il problema, ora. Il problema è che lui si è dichiarato innocente, non è stato condannato e ciononostante ha dovuto dimettersi e cedere il passo ad altri. Non per la propria incapacità, non per aver rubato o truffato, bensì per essere stato accusato (accusato, non condannato).
Certo, DSK è un uomo d'onore, e si è dimesso. Altri, di fronte ad accuse (accuse, non condanne) anche più pesanti hanno continuato a sedersi sempre sulla loro poltrona. Sono costoro uomini non d'onore? Forse.
Ma rammentate quando si diceva che quel tal primo ministro avrebbe dovuto dimettarsi perché le sue azioni lo hanno reso ricattabile? Ecco: come la mettiamo nel momento in cui l'onore, così malamente inteso, espone al ricatto come e forse più del reato?
Non so neppure io da che parte stia la ragione, ma è in queste occasioni che posso andar fiero per aver sempre scritto che quel tale primo ministro si deve dimettere per ciò che ha fatto al Governo, non per ciò che ha fatto nei suoi salotti.
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