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lunedì 26 ottobre 2009
domenica 25 ottobre 2009
Farisei
Fare distinzioni tra chi va a troie femmine e chi fa a troie travestite; tra chi è stato ricattato e chi non lo è stato; tra chi ha vuotato il sacco subito e chi l'ha vuotato solo dopo; tra chi si è dimesso subito e chi non si è dimesso né ci pensa lontanamente; tra chi è rimasto con la moglie e chi la moglie l'ha lasciata.
Ecco: a me leggere queste cose non fa neppure ridere, che sarebbe l'unica reazione corretta. Ma vedo che c'è chi discetta puntigliosamente su queste sfumature, come scolastici che disputano sul'entelechia.
E allora, diciamo l'unica cosa che seriamente si può dire su questa triste vicenda: Marrazzo è indifendibile, e lo è perchè il suo partito di riferimento ha messo per sei mesi le mani nelle mutande del suo avversario.
Tutto il resto sono cazzate: che Berlusconi si dovesse dimettere perché è ricattabile; perché ha mentito; perché ha saltato appuntamenti importanti; perché ha usato degli aerei di Stato. Tutte cazzate: Repubblica (e il PD dietro) hanno tentato di farlo saltare perché ANDAVA A TROIE.
Non ci sono riusciti, ma adesso Marrazzo salta perché ANDAVA A TRAVESTITI. L'assegno, il ricatto, le smentite e le ammissioni sono tutti meri accidenti: Marrazzo paga l'intransigenza del suo partito, tutto qua. Tanto che il buon Mele, che andava a troie e pippava, è ancora lì, bello come il sole, e nessuno gli ha più chiesto conto di nulla.
Ah, un'altra cosa: si può ben dire che Marrazzo aveva l'unico merito di essere comparso in una trasmissione peraltro non sua, e che non sapeva nulla di politica ma era solo un acchiappavoti catodico. Non è gentile ma è un'opinione legittima, per carità.
Però coloro che questa opinione in quattro anni se la sono sempre tenuta per sé, e poi la esternano proprio oggi, mi sembra che non ci facciano un gran bella figura.
Ecco: a me leggere queste cose non fa neppure ridere, che sarebbe l'unica reazione corretta. Ma vedo che c'è chi discetta puntigliosamente su queste sfumature, come scolastici che disputano sul'entelechia.
E allora, diciamo l'unica cosa che seriamente si può dire su questa triste vicenda: Marrazzo è indifendibile, e lo è perchè il suo partito di riferimento ha messo per sei mesi le mani nelle mutande del suo avversario.
Tutto il resto sono cazzate: che Berlusconi si dovesse dimettere perché è ricattabile; perché ha mentito; perché ha saltato appuntamenti importanti; perché ha usato degli aerei di Stato. Tutte cazzate: Repubblica (e il PD dietro) hanno tentato di farlo saltare perché ANDAVA A TROIE.
Non ci sono riusciti, ma adesso Marrazzo salta perché ANDAVA A TRAVESTITI. L'assegno, il ricatto, le smentite e le ammissioni sono tutti meri accidenti: Marrazzo paga l'intransigenza del suo partito, tutto qua. Tanto che il buon Mele, che andava a troie e pippava, è ancora lì, bello come il sole, e nessuno gli ha più chiesto conto di nulla.
Ah, un'altra cosa: si può ben dire che Marrazzo aveva l'unico merito di essere comparso in una trasmissione peraltro non sua, e che non sapeva nulla di politica ma era solo un acchiappavoti catodico. Non è gentile ma è un'opinione legittima, per carità.
Però coloro che questa opinione in quattro anni se la sono sempre tenuta per sé, e poi la esternano proprio oggi, mi sembra che non ci facciano un gran bella figura.
mercoledì 17 settembre 2008
Meretricio
Delle volte (raramente in verità) rimpiango di non aver fatto l'avvocato, il che mi avrebbe consentito poi di passare una serena mezza età come giudice di pace.
In tale qualità avrei avuto modo di giudicare sui ricorsi contro l'ordinanza 242 del Comune di Roma che (stando alla stampa, ché sul sito istituzionale non è ancora disponibile) recherebbe il divieto di:
Vestirsi da troia, quindi, a Roma è vietato. Indipendentemente dal fatto che una troia lo sia: una può essere la persona più onesta e timorata di Dio che ci sia al mondo, ma se mostra le tette un po' troppo e fa intravvedere un pezzo di coscia (per non parlar del pelo!), allora si becca la multa.
Pensate un po' a che popò di sfilata di personalità mi troverei davanti: chiunque avrà già pensato a quei due-tre nomi ministeriali che si fanno sempre in questi casi, e sarebbe troppo facile farli anche qui: ma anche l'opposizione sarebbe ben rappresentata.
In tale qualità avrei avuto modo di giudicare sui ricorsi contro l'ordinanza 242 del Comune di Roma che (stando alla stampa, ché sul sito istituzionale non è ancora disponibile) recherebbe il divieto di:
Tutto qui si gioca su quell'"e di": dacché se non ci fosse il "di", il comportamento punibile sarebbe costituito dal vestirsi da troia e stare la notte a fianco ad un fuoco roteando la borsetta; ma con quel "di" di troppo, il Comune di Roma vieta sia di stare accanto al fuocherello sia di vestirsi da troia.«assumere atteggiamenti e comportamenti e di indossare abbigliamenti, che manifestino inequivocabilmente l'intenzione di adescare o esercitare l'attività
di meretricio»
Vestirsi da troia, quindi, a Roma è vietato. Indipendentemente dal fatto che una troia lo sia: una può essere la persona più onesta e timorata di Dio che ci sia al mondo, ma se mostra le tette un po' troppo e fa intravvedere un pezzo di coscia (per non parlar del pelo!), allora si becca la multa.
Pensate un po' a che popò di sfilata di personalità mi troverei davanti: chiunque avrà già pensato a quei due-tre nomi ministeriali che si fanno sempre in questi casi, e sarebbe troppo facile farli anche qui: ma anche l'opposizione sarebbe ben rappresentata.
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