martedì 22 settembre 2009

Note to self: no more dubbed movies!

Premessa:
Chi frequenta da un po' queste paginette sa bene di avervi letto ben pochi termini inglesi, inseriti nel discorso solo nei casi in cui non se ne poteva proprio fare a meno, per inesistenza o manifesta inferiorità del corrispondente termine italiano (provateci, voi, a tradurre directory con raccolta ordinata di archivi elettronici senza farvi ridere dietro! e non provateci, invece, a dire direttorio, che di Direttorio io ne conosco solo uno.)
La mia idiosincrasia verso l'inutile uso di prestiti e calchi (definizioni per la decodifica delle quali vi rimando all'ottima Licia Corbolante) è nota; e ancor più quella verso la supina introduzione nel lessico di parole inglesi che vengono sfruttate per mera pigrizia intellettuale da chi voglia esprimere un concetto scopiazzato altrove, o addirittura da colui che voglia aderire a un modello stilistico ritenuto vincente in ambito professionale.
Come scrivevo in un post di qualche tempo fa, è per me una sorta di punto d'onore scrivere in italiano, anche qualora i tecnicismi della materia potrebbero rendere più facile l'importazione di terminologia inglese: e potete ben capire quanto inglese si possa sentire in una banca d'affari!
Non è però che tale mio atteggiamento sia dettato da una presunzione di superiorità dell'italiano sull'inglese: mi indigno infatti allo stesso modo quando coloro stessi che non esitano a scrivere deal al posto di accordo e loan al posto di finanziamento, tutto d'un tratto diventano più nazionalisti di Starace, e ti piazzano un bancarotta in luogo dell'inglese bankruptcy: traduzione che non solo è profondamente sbagliata, se si sta parlando di un Chapter 11 americano, in quanto la parola italiana indica un reato, ma di cui non si sentiva minimamente il bisogno e che appare anzi ridicola quando esce dalla penna del medesimo imbrattacarte che poco prima non si è peritato di scrivere stakeholders, e oltretutto per indicare gli azionisti!


Fatta questa lunga premessa, potete ben capire come io sia tutt'altro che pregiudizialmente contrario al tradurre il più possibile dei termini inglesi quando si doppia un film: e tradurli nel vero senso della parola, che non significa scimmiottare.
I traduttori della versione italiana di West Wing tutto ciò non l'hanno minimamente capito, e hanno fatto un tale scempio di una splendida serie televisiva: così piena di qualità da riuscire, nonostante il disastro del loro lavoro, a meritare comunque di essere vista.
Certo, direte, potresti guardartela in inglese: sfortunatamente la mia conoscenza di tale lingua, che pur mi consente di leggere la sceneggiatura, non mi permette di capire una sola parola di tutto ciò che si dice, e i sottotiloli non rappresentano una soluzione dal momento che gli attori parlano con la velocità del fulmine. Mi tocca quindi la versione italiana, e i travasi di bile che essa comporta.
Un esempio, su tutti. Quasi in ogni episodio qualcuno presenta a qualcun altro Leo McGarry come "capo del personale" della Casa Bianca. Chiunque abbia mai lavorato -e ciò spiega perché i traduttori della serie ne siano ignari- sa che un capo del personale è colui che seleziona, assume e licenzia gli impiegati, ne cura le retribuzioni, i rapporti sindacali, segue i procedimenti disciplinari e via discorrendo. E' un ruolo di responsabilità, ma non ha nulla a che vedere con il potere vero.
Leo McGarry è il Chief of Staff: il che vuol dire che è il capo dello Staff, cioè dell'insieme delle persone che formano la più immediata e stretta cerchia dei consiglieri del Presidente. E', insomma, quello che comanda alla Casa Bianca, e certo non si occuperà delle retribuzioni e dei sindacati, la cui gestione lascerà a... un capo del personale!
Cos'avrei fatto io se fossi stato il traduttore? Avrei valutato anzitutto come si chiama in Italia l'analogo del Chief of Staff, scoprendo che esistono il Segretario Generale alla Presidenza della Repubblica e il Segretario Generale alla Presidenza del Consiglio: e avrei chiamato McGarry Segretario Generale, senza alcun dubbio.
Certo, si sarebbe perso quel "capo" che può impressionare il pubblico di Buona Domenica. Ma, obiettivamente: credete davvero che il pubblico di West Wing, una delle serie più carente di gnocca nella storia della televisione, sia lo stesso di Buona Domenica? L'attrattiva di West Wing sono i meccanismi del potere e l'applicazione dei principi montesquiviani: il suo pubblico non si sarebbe impressionato a non sentire un termine "capo" per designare il Capo: avrebbe accettato "segretario", e l'aggettivo "generale" l'avrebbe convinto, in caso di dubbio, che con tale appellativo non si volesse indicare il capo dei dattilografi.
Non andava ancora bene? Si voleva proprio lasciare il termine "capo"? Allora si poteva andare su Wikipedia, che traduce Chief of Staff con Capo di Gabinetto. Si tratta di una traduzione buona ma non eccellente, perché il termine evoca perfettamente il ruolo della carica per l'ascoltatore italiano (salvo per il pubblico di Buona Domenica, al quale Gabinetto evoca il gabinetto), ma pone poi il problema dell'esistenza, nel sistema di governo degli USA, di un Cabinet che è tutt'altra cosa rispetto allo Staff, e del quale il capo dello Staff non è minimamente capo. Né il Cabinet è il nostro Governo, dal momento che il Governo negli USA è incarnato nel Presidente, che delega al Cabinet che risponde a lui solo.
Pericoloso, quindi, quel "Capo di Gabinetto", e fuorviante. Che fare, allora?
Ma, buon Dio, perché diavolo non lasciare "Capo dello Staff"? Certo, Staff non è una parola italiana, ma di tutte le castronerie inglesi che si sentono, staff è una di quelle che è entrata nell'uso più quotidiano; al punto che chi si rifiutasse di dire "staff" in nome della purezza della lingua non potrebbe certo adoperare il termine "computer", che dovrebbe sostituire con "elaboratore elettronico".
In conclusione: dato che in West Wing i computer vengono correntemente chiamati "computer", allora Leo McGarry avrebbe dovuto essere chiamato Capo dello Staff, se non addirittura Segretario Generale.

5 commenti:

  1. per dire: a parte quelli che traducono "the unknown x" con la "sconosciuta x" anziché "l'incognita", ho appena visto "gran torino", dove non si fa che parlare di "salvazione", che suppongo fosse "salvation"... che sempi! saria meio se i parlasse come che i magna!

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  2. ...tra l'altro capo dello staff è anche la descrizione che si legge più spesso sui giornali italiani quando viene citato Rahm Emanuel, quello "vero" del governo* Obama (e gli altri nel ruolo prima di lui)
    :-)

    * A proposito, mi rifiuto di usare il calco amministrazione, anche se ormai è accettato come sinonimo di governo...

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  3. @Spider: hai proprio ragione: del resto io alle serie televisive arrivo di solito una decina d'anni dopo il loro inizio (SATC me la vidi tutta verso il 2005, anno più anno meno).
    @Lucia: che sempi che in venento xe che esempi e no che tempi, vero :-)?
    @Licia: oltretutto in Italia "amministrazione" è l'apparato burocratico dello Stato o di un ente territoriale, per cui non c'entra un tubo con il Governo

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  4. leggere l'intero blog, pretty good

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