Accettiamo una momentanea sospensione del giudizio scientifico, e ammettiamo pure, anzi diamo per scontato e dimostrato, che l'acqua abbia una sua memoria, con la quale rammenta l'impronta delle sostanze con le quali è stata a contatto. Diciamo, come affermano gli omeopati, che le molecole di un dato principio, una volta sciolte nell'acqua, modifichino in un qualche modo le molecole della medesima, e che quindi queste risentano del principio anche quando il principio non vi è più (e che le molecole del principio attivo non vi siano più è certo, stante il rapporto tra il numero di diluizioni e il numero di Avogadro).
Ammettiamo, insomma, che per un qualche processo fisico o chimico, reale ma ancora a noi sconosciuto, le molecole della nux vomica o di qualunque altra diavoleria possano aver lasciato nelle molecole dell'acqua una traccia che c'è, anche se non sappiamo misurarla.
Ora, ci sono un paio di cosette che mi piacerebbe approfondire.
Prima domanda Come insegnano alle elementari, l'acqua della Terra è grosso modo sempre la medesima. Certo, piccole quantità d'acqua si decompongono, per effetto degli agenti naturali o dell'Uomo, in idrogeno e ossigeno, e poi si ricompongono. Ma la quasi totalità dell'acqua è sempre la medesima, che scorre nei fiumi, va nei mari, evapora, ricade sotto forma di pioggia e così via da un paio di miliardo di anni a questa parte.
Un bel giorno qualche litro di fortunatissima acqua arriva nei laboratori della casa farmaceutica omeopatica, e qui viene miscelata a un composto e agitata, e diluita via via al punto da far restare solo acqua, ma dinamizzata.
Ora, mi chiedo: ma quando quella benedetta acqua arriva nei laboratori, quante cazzo di miliardi di impronte avrà già addosso?
Perché, se l'acqua ha una memoria, non è che possiamo affermare che abbia memoria solo di quello che conviene a noi: quella data molecola avrà memoria di quando è finita nella bocca di un trilobita, nel Paleozoico. Avrà memoria di quando fu succhiata dalle radici di quella pianta di vite, a Capua, e dopo una serie di complicate vicissitudini fu pisciata da Annibale in una sordida latrina. Avrà memoria di quel brutto quarto d'ora in cui (mi fa male ancora il pensiero) finì dalle parti di una gualchieria scozzese e fu follata insieme ai panni di tartan destinati a coprire le graziose pudenda del Duca di Albany.
Ci pensate, che casino interiore deve scatenarsi nel nostro organismo, ogni volta che beviamo un bicchiere d'acqua? Tirannosauri, guerrieri, arsenico, vecchi merletti. Ogni singola molecola porta con sé una storia unica del mondo dalla creazione fino ad oggi: questo rafforza la mia determinazione a bere solo alcoolici, e se possibile di alta gradazione.
Certo, potrebbero dire alcuni, nella produzione dei rimedi entrano in gioco le succussioni: termine elegante e raro che, certo non a caso, gli omeopati preferiscono utilizzare per designare l'azione che il resto del nostro bel Paese usa correntemente definire scrollare (absit iniuria verbis). Ma se ci pensate bene, i ruscelli di montagna, i mari in tempesta, i temporali e le pompe degli acquedotti non sono certo da meno, quanto a scrollatine inferte all'acqua.
Seconda domanda Ma ammettiamo ora che l'acqua abbia sì una memoria, ma corta: che si limiti a rammentare solo l'ultima delle cose con cui è stata a contatto, e che ciascuno dei contatti successivi cancelli il precedente, come su una lavagna scolastica. Qui si apre un altro problema. Dopo la famosa nux vomica, il
Terza domanda Ma poi, alla fin fine, questi famosi rimedi sono delle pilloline di zucchero, mica dei flaconi di liquido. E allora, in queste pilloline, l'acqua con memoria ma un po' smemorata dove cazzo sta? Dovremmo parlare di memoria dello zucchero, non di memoria dell'acqua: ne convenite?
4 commenti:
Grandissimo post, mi sono venute le lacrime agli occhi dal ridere. E comunque sono d'accordo: da oggi solo alcoolici...
Penso che http://www.barisione.org/files/homeopathy.jpg sia la risposta a tutte le tue domande.
Grande post. Chapeau.
Be', secondo la Bibbia omeopatica quando l'acqua viene distillata resetta tutte le memorie. E per conservare una impronta occorre succussarla insieme ad un rimedio ad alta concentrazione. Altrimento quando succusso la trentesima soluzione, metto dentro l'impronta delle migliaia di composti presenti in traccia in quell'acqua. Perché, mica penserete che l'acqua usata sia ad es. batteriologica mente pura no? Non viene preparata (e non pretende di essere) in ambiente sterile, e quindi ci finscono sopra dei grani di polvere, con tutto ciò che contengono. Credo che spesso non sia neppure acqua, ma soluzione idroalcolica (diciamo la gradazione di una discreta vodka), anche per scansare problemi di conservazione.
Alcuni rimedi poi hanno ulteriori problemi. Prendiamo la Silica. È vetro, che chiaramente in acqua si scioglie male. Per renderlo solubile in acqua lo si trita finemente, lo si mescola a lattosio e si pesta il tutto in un mortaio. Si prende un po' di quella polvere e la si diluisce 1/100 in altro lattosio, ripetendo il procedimento 3 o 4 volte. Ecco che miracolosamente il vetro diventa solubile in acqua. Che strano, vero?
Ecco, QUELL'acqua contiene memoria del vetro, secondo gli omeopati.
Se poi si vuole aprire un ulteriore interessante capitolo, si può andare a guardare come gli omeopati raccolgono i sintomi che i loro rimedi dovrebbero curare. L'elenco per Silica ne contiene circa 120, inclusa la "fobia ossessiva per gli spilli".
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