Grande giornata oggi, sul Fatto Quotidiano, con due pezzi del Direttore Antonio
Tegamaro e del nume tutelare Marco
PartoDoloroso*, i quali ci intrattengono con due temi freschi di giornata: i
guai giudiziari del Caimano e l'
inciucio**.
Caimano, inciucio. Parole portatrici di un
senso distorto della realtà, ma funzionali a sorreggere l'immagine di un foglio che
non si piega e non si spezza; che fa da baluardo a guardia della democrazia e del rispetto delle regole democratiche; e per il tramite di quest'immagine vende copie.
Caimano. Spersonalizzare l'avversario è un
gioco fin troppo facile da porre in essere. Ma un bel gioco -lo sanno anche i bimbi- dura poco: il riso prima sfuma nell'indifferenza e poi nell'aperto fastidio.
Continuare a chiamare Silvio Berlusconi "Caimano" può servire solo a farne una sorta di
Mefistofele, supremamente cattivo ma anche supremamente potente; e se un giorno vi sarà un'agiografia di Berlusconi, quest'aura di onnipotenza dell'inseguimento del Male occuperà il
capitolo centrale.
Non è certo un problema dei il Direttore di un quotidiano che procede di
forzatura in forzatura, senza il minimo senso della vergogna. Oltre alla smaccata bufala dell'ineleggibilità di Berlusconi (a supporto della quale, dal punto di vista giuridico, è stato trovato solo il parere di un presidente emerito della Corte Costituzionale,
morto da 12 anni, viva la freschezza), il Direttore lascia trasparire, senza avere il fegato di affermarlo chiaramente, che lo status di senatore di Berlusconi impedisce la
celebrazione*** dei processi per i quali rischia condanne (bufala) e che qualora non fosse parlamentare,
verrebbe*** subito arrestato per l'affaire De Gregorio (bufala col fiocco, dato che i PM non
hanno*** chiesto alcuna autorizzazione a misure nei suoi confronti). Tenerissima la sparata finale: cosa farà il Mostro di Cattiveria se non verrà accontentato nei suoi capricci? Imbraccerà il fucile? Creerà cellule di resistenza partigiana? No, signori: egli minaccia di
mobilitare la piazza! Minaccia, cioé di fare la stessa cosa che minaccia di fare PFdA; ma quest'ultimo è buono perché la vuol mobilitare francescanamente mentre SB -è evidente- lo farà
domenicanamente.
Inciucio. Enorme la messe di castronerie affastellate da Marco DilatazioneDellaCervice, e francamente il commentarle ci annoierebbe. Ma quella parola, che torna da anni, due parole di riscontro se le merita.
Perché è
proprio dall'aver ribattezzato "inciucio" quello che un tempo si chiamava "compromesso", "accordo" o "transazione" che derivano molti mali della politica attuale.
L'inciucio è pessimo in sé, proprio come il Caimano è malvagio in sé; e quindi va evitato.
Ma la politica è fatta di compromessi, accordi, transazioni: alla ricerca di una maggioranza, il
cui raggiungimento è il fulcro della democrazia.
Rifiutare l'accordo vuol dire teorizzare il raggiungimento del 100% come soglia per governare; vuol dire mandare a gestire il processo di formazione
delle leggi (supremo momento dell'accordo tra interessi contrapposti) pattuglie di ragazzotti inesperti con un vincolo di mandato imperativo; vuol dire "o mi fate giocare centravanti o mi porto via il pallone".
Immaginate per un attimo di aver fatto un incidente stradale, e che il vostro liquidatore voglia darvi 1000 euri, mentre voi ne avete spesi 2000 per la riparazione. Vi sedete al suo
tavolo, cominciate a parlare. Lui continua a dire 1000; voi continuate a dire 2000. Dopo cinque minuti (o cinque ore, o cinque anni) vi alzate con un nulla di fatto: voi non
avrete i vostri soldi e lui non si sarà risparmiato una causa.
Che si fa nella realtà? ci si incontra, ci si parla, e alla fine capace che ve ne andiate via con 1700 euri: il liquidatore ha risparmiato una causa, e voi non siete riusciti a farvi pagare, visto che c'eravate, anche quel parafango che era un po' ammaccatello fin da prima. Avete fatto un inciucio? No: avete trovato un accordo, e siete contenti.
E se qualcuno vi dice che quell'accordo che avete raggiunto dovreste chiamarlo inciucio, lo mandate a cagare.
* il tenutario si scusa con i lettori abituali per essersi abbassato a scopiazzare i trucchetti retorici dei signori protagonisti del post.
** il tenutario si scusa con i lettori abituali per essersi abbassato a scopiazzare l'impostazione grafica degli articoli protagonisti del post.
*** il tenutario si scusa con i lettori abituali per essersi rotto i coglioni ed aver cominciato a grassettare situazionisticamente