venerdì 29 marzo 2013

Può il Parlamento funzionare senza Governo? (lezioncina di educazione civica ad uso di bimbi di terza elementare e di parlamentari grillini)

La battutona di Grillo non è sbagliata. Tecnicamente, infatti, il potere esecutivo deve ricevere la fiducia dal Parlamento per entrare in carica nella pienezza dei poteri, e cominciare a lavorare; ma non è vero il contrario. Il potere legislativo non deve ricevere la fiducia da nessuno, se non dagli elettori nella gabina elettorale; e quindi una volta insediate le Camere, queste sono nella pienezza del proprio potere di fare e disfare le leggi.
Non è neppur vero che il Governo sia necessario perché senza di esso non è possibile presentare delle bozze di legge da approvare; se rammentiamo la tripartizione classica discendente dal dettato costituzionale (progetto di legge; disegno di legge; proposta di legge), l'assenza di un esecutivo toglie solo il secondo strumento, lasciando intatti gli altri due strumenti.

Quindi, ci ha ragione Grillo (e del resto beppegrillo(tm) ha ragione per definizione): il Parlamento può funzionare senza Governo.









































Airport '75 (sinossi)

Un Jumbo Jet collide in volo con un aereo da turismo, uccidendo copilota e pilota.  Il comandante, assai malconcio, e accecato dai frammenti di vetro del parabrezza, riesce a far attivare il pilota automatico a una delle hostess, una bella gnocca.
Il film potrebbe fermarsi qui, ma per tirarlo in lungo la storia prevede che il manzo della gnocca si cali con una carrucola dentro la cabina di pilotaggio: una manovra spericolata e stupida, che mette a rischio la sua vita (dopo che altro più sfigato era precipitato rovinosamente).  Un vero e proprio buco nella sceneggiatura di cui non si capisce la logica, dato che un aereo con pilota automatico inserito non ha bisogno di alcun pilota umano.


5 commenti:

andrea ha detto...

ho letto da altre parti, non ricordo dove, che pero' il problema di un Parlamento che legiferi, e' che ogni legge che prevede "spese aggiuntive" (lo stipendio per tutti i disoccupati, per esempio..) deve prevedere una copertura finanziaria che e' in capo al Governo reperire. sara' vero?

m.fisk ha detto...

no

Philip Michael Santore ha detto...

" Tecnicamente, infatti, il potere esecutivo deve ricevere la fiducia dal Parlamento per entrare in carica nella pienezza dei poteri"

Non è esattamente così. Un governo entra in carica (ed ha tutti i poteri che ne derivano) nel momento in cui viene nominato dal Presidente della Repubblica. E vi rimane fino a che il presidente nomina un altro governo.

La fiducia (che la costituzione obbliga il governo a chiedere entro dieci giorni dalla sua nomina) è essenzialmente un atto politico: è una presa d'atto politica che il governo può contare sull'appoggio del parlamento.

Ma ha anche una conseguenza giuridica: in caso di sfiducia scatta l'obbligo costituzionale di dimissioni, da cui deriva il diritto e il dovere del presidente di cercare un nuovo governo (altrimenti non avrebbe il potere di dimissionarlo).

Ad oggi come vedi il governo Monti, pur non godendo di un esplicito supporto del parlamento, sta continuando a governare come se nulla fosse accaduto.

Giacomo Cariello ha detto...

Vorrei sottoporle un punto di vista alternativo:
La separazione dei poteri è stata teorizzata per limitare il potere attraverso il potere. Ergo per evitare che lo Stato diventi totalitario, i tre poteri devono essere egualmente in funzione per potersi controbilanciare reciprocamente.
Se la separazione dei poteri fosse completa, il popolo eleggerebbe i propri rappresentanti agli uffici dei tre poteri separatamente (come negli USA) e il problema non si porrebbe.
Per ovviare a questo deficit di democrazia, il nostro ordinamento prevede una serie di checks and balances basati su figure di garanzia e autonomia post nomina. Il fatto è che affinché la separazione dei poteri rimanga in vigore, è necessario dare luogo a questi meccanismi e le elezioni politiche sono considerate l'extrema ratio per rimettere le cose a posto se qualcosa si incarta.
Ergo, anche se tecnicamente al parlamento è consentito continuare la propria attività, il fatto che decida di protrarla senza nominare un governo è un atto contrario al diritto del cittadino di vivere in uno Stato che applica appieno la divisione dei poteri.
P.S.: la trovata di Napolitano di dichiarare il governo Monti "operativo in quanto non palesemente sfiduciato" è ammissibile solo in virtù dell'età avanzata e che tra un mese toglie il disturbo.

Philip Michael Santore ha detto...

@ Giacomo Cariello

Contrariamente a quanto molti credono il nostro ordinamento non è basato sulla divisione dei poteri.

Esso è invece l'evoluzione dello stato monarchico, ove il monarca è lo stato, e il governo è il suo braccio esecutivo.

Certo, di fatto il parlamento eletto dal popolo limita i poteri del monarca (che oggi si chiama Presidente e regna solo sette anni nominato dal parlamento e non per via ereditaria), e quindi, sempre di fatto, si dice che il parlamento è sovrano. Teoricamente un sovrano (quasi) assoluto.

Come ho detto il governo Monti sta decretando nella pienezza dei suoi poteri e col consenso di Napolitano: non mi pare che i due siano in flagranza di attentato alla costituzione. E né mi pare che lo sia il parlamento.

 

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