lunedì 17 giugno 2013

Fare i compiti

Ammirabile, Giuseppe Tesorio del Corriere, che oggi se ne esce con un pezzo sullo spauracchio dei maturandi al Liceo Classico: la versione di latino.
L'austero giornalaioista ci racconta delle differenze tra i vari autori, della relativa facilità di Plinio il Vecchi e di Cicerone, e di contro delle ansie dei maturandi messi di fronte alla prospettiva che possa uscire il tremendo Tacito.
Peccato che a un tratto al nostro scappi una frase fuori contesto: «In fondo, Livio, Valerio Massimo, Sallustio, Quintiliano, Apuleio sono pur sempre candidabili a salire agli onori delle cronache scolastiche della maturità 2011».
Il lettore smaliziato ha già capito, e non serve googlare: basta andare nei link proposti a fianco dell'articolo per scoprire che il brano del pennivendolo altro non è che la ricopiatura, seppur diligente, del pezzo scritto due anni prima per la medesima occasione.

3 commenti:

.mau. ha detto...

non leggo la frase incriminata, a dire il vero (anche se continua a esserci il riferimento al brano 2009 e non a quello 2011)

m.fisk ha detto...

Eppur ancor ora io leggo: «PREPARAZIONE - Il brano scelto dagli esperti del ministero può essere benissimo già stato tradotto nel corso dell’anno, o addirittura la sera prima. Meglio, quindi, non lasciar passare un giorno senza (tradurre) un passo d’autore, parafrasando Plinio il Vecchio e il suo Nulla dies sine linea. E un suggerimento consiste nella «formula 7x7», tradurre, nell’ultima settimana, altrettanti brani presi a caso di autori studiati in quest’ultimo anno e in quelli precedenti. In fondo, Livio, Valerio Massimo, Sallustio, Quintiliano, Apuleio sono pur sempre candidabili a salire agli onori delle cronache scolastiche della maturità 2011. E un Aulo Gellio del II secolo d.C.? Ci sono già troppi pretendenti al titolo.».
Forse ai portavoce di importanti enciclopedie mondiali il Corriere riserva un trattamento di favore.

.mau. ha detto...

o forse i portavoce in questione dovrebbero re-imparare a leggere.

 

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