Che la Repubblica (il quotidiano) stesse andando in vacca lo sappiamo da tempo.
Che repubblica.it stesse andando più in vacca del quotidiano cartaceo, pure.
Il direttore di quest'ultimo, persona peraltro simpatica, gradevole e perfino di intelligenza sopra la media, sta ahinoi andando in vacca pure lui, forse complice l'ingravescente ètà.
Solo così si spiega il pezzo comparso sul suo blog, che approfittando di un'occasione del tutto contingente (l'elezione del pur importante sindaco di New York) sviluppa un pizzosissimo pippone per spiegare come e qualmente il fantastico funzionamento della democrazia americana sia da ricercarsi nel sistema elettorale maggioritario a turno secco.
Pensavamo che, al di là delle segreterie di partito che lo fanno di mestiere, l'unico ad appassionarsi al tema della legge elettorale fosse ormai rimasto l'anziano Sartori: prendiamo atto che così non è.
Ed è un peccato, perché il Sartori, almeno, vive in Italia: e forse avrebbe potuto ricordare che, quando la sciagurata infatuazione di questo tristo popolo per Mariotto Segni diede luogo alla riforma del sistema elettorale in senso maggioritario, fu subito un profluvio di partiti, partitini e partitelli la cui nascita e prosperità fu proprio dovuta a quella capacità di ricatto discendente dal controllo di uno 0,1% potenzialmente dirimente per l'assegnazione del seggio.
Chi stava qui ben rammenta le schede elettorali di dimensione lenziolo per far stare tutti quei simboli, e sono quasi certo che anche Vittorio Zucconi allora abbia scritto qualche piccato editoriale.
Il che dimostra che non solo l'invecchiare rende tutti un po' più lenti di comprendonio, ma anche, e soprattutto, come un bel componimento (tutto si può dire di Zucconi, salvo che scriva male) è in grado di sdoganare qualunque idea balzana.
mercoledì 6 novembre 2013
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
ma anche quest'anno abbiamo avuto discreti lenzuoli.
e anche quest'anno c'era il premio di maggioranza e il turno unico
Posta un commento