«La donna - spiegano i carabinieri in una nota -, il giorno della scomparsa era stata nella sua casa di campagna in localita' Potassa di Gavorrano, circondata da un da un terreno molto esteso, pari a circa 40 acri ove vive stabilmente il custode Antonino Bilella»Questa la nota pubblicata dai Carabinieri riguardo il delitto di Gavorrano: e non ci sono molti dubbi che sia così, dato che non solo il Corriere, ma un po' tutti i giornali riportano la frase paro paro.
Quello che mi chiedo è: cosa spinge i Carabinieri toscani a misurare gli appezzamenti di terra maremmana con una misura di superficie che in Italia non esiste? Quanti piedi era alta la vittima, e quante once liquide di grappa aveva bevuto il custode, accusato dell'omicidio?
E, soprattutto, un terreno di 40 Acri in Toscana dà diritto a un mulo o a un bardotto?
7 commenti:
nel Chiantishire le misure terriere sono quelle, magari sono percolate verso la Maremma.
(curiosità: "circondata DA UN DA UN" è un refuso del Corriere oppure è così nella fonte originale?)
E' così nella fonte originale, dato cha anche la Nazione lo riporta identico
insomma ormai non si fa nemmeno più la fatica di rileggere le agenzie?
Non è che la nota riportasse "ha" ed il primo copiatore abbia preferito non accendere il cervello leggendo acri (memore dei suoi passati con Winnie the Pooh) al posto di ettari? Che poi 100 ettari sono effettivamente un'enormità.
Potrebbe anche essere, ma 100 ha più che una tenuta in Maremma è Camp Darby
Camp Darby sono 1000 ettari, sostiene Wikipedia.
Poi un ettaro sono due acri e mezzo, se non ricordo male, insomma non una differenza enorme in rapporto. 40 acri sono 16 ha, cioè un quadrato di 400 metri di lato; 40 ha sono un quadrato di meno di 650 metri.
100 ettari è un quadrato di un chilometro di lato, che credo neppure ad Arcore il giardino sia così grande. Camp Darby lo citavo per la limitrofia con la Maremma, anche se in effetti è più nordico.
Quanto a Wikipedia, a parte l'affidabilità o meno del riportato, colgo l'occasione per segnalarLe che credevo che in questi giorni ricorresse il lustro del mio primo blocco, ma in effetti gli anni sono sei. Comunque sono andato a rileggermi la discussione al riguardo e devo confessarLe che mi resta ancora sui coglioni, in ispecie il fatto di fare le discussioni sui blocchi senza consentire al bloccato di intervenire per esporre le proprie ragioni.
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