C'è questo post di Luca Lani (hat tip Annarella) che spiega come e perché il web stia diventando un gran puttanaio, in cui gli articoli di qualità sono pochi, quelli di scarsa qualità tanti e le copie scopiazzate degli articoli di bassa qualità la grande maggioranza.
Colpa di Google, afferma il Lani, il quale cita anche un ulteriore pezzo sulla frustrazione di chi cerca una recensione su di un oggetto in rete, e trova quasi solo spam.
La tesi infatti è che, dato che Google non fa alcuna differenza tra notizia originale buona, notizia cattiva e notizia copiata, sia molto più conveniente produrre schifezze a basso costo che merce pregiata, dato che per l'utente finale la cacca e la panna montata hanno la stessa visibilità.
Contemporaneamente, assistiamo ad un levare di scudi per la decisione che qualcuno di Google avrebbe preso di censurare le fotografie di Berlusconi ferito al volto (uso il condizionale perché la mia religione impedisce di cercare foto di Presidenti del Consiglio in carica feriti al volto, e quindi non so se ciò sia proprio vero, e il verbo "censurare" lo metto in corsivo acciocché ciascuno possa sostituirlo con quanto meglio gli aggrada).
Caratteristica comune ai due temi sopra accennati è che in entrambi i casi si opera una confusione tra Google e Internet: ragionata e argomentata nel primo esempio, dato che gli autori citati sanno di cosa stanno parlando ma guardano all'effetto sul consumatore finale, meno smaliziato; istintiva nel secondo caso, in cui le accuse di censura arrivano dal basso.
La mia personale opinione è perfin banale, ma dato che l'attualità italiana non offre spunti di conversazione di levatura tale da dedicar loro di tre minuti del mio tempo, ho pensato di esprimerla lo stesso, per riempire una paginetta.
C'era un tempo in cui cercare le cose in rete era un'arte. Arte in senso proprio: tutti erano capaci di scrivere una parola su Altavista, ma più difficile era trovare qualcosa che parlasse proprio di quanto si cercava, e più difficile ancora valutare l'affidabilità di quanto rinvenuto.
Poi è arrivato Google, e tutto è divenuto più semplice: è come se ci avessero messo il servosterzo.
Io, che come prima macchina ho avuto una 127, ho imparato a parcheggiare senza il servosterzo, e ora quando guido la vecchia Twingo di mia madre -che il servosterzo non ce l'ha- parcheggio sempre malvolentieri, dato che si fa fatica: ma ci riesco. Chi ha imparato a guidare con il servosterzo, invece, trova impossibile parcheggiare senza quell'ausilio meccanico. Lo stesso, detto fra noi, vale per il condizionatore, che io ho tenuto rigorosamente spento anche quel giovedì in cui attraversavo la Sardegna in fiamme, con il termometro esterno che segnava 46 gradi, e ripercorrevo la strada che tante volte avevo fatto, quasi con lo stesso caldo, nella 124 di mio padre.
Ma torniamo alla rete: io non so se Google stia o meno diventando inaffidabile, se soffra di un momentaneo squilibrio di crescita o se sia avviato alla decadenza per gigantismo sulla falsariga dell'Impero Romano.
Credo però che il fatto di dover ragionare sulla qualità dei contenuti che ci vengono sottoposti, e quindi di imparare (o re-imparare) a distinguere tra verità e corbellerie, tra interventi originali e idee bizzarre e astruse, non possa che fare del bene agli utenti ed in ultima analisi anche alla rete stessa.
Se oggi il concetto stesso di "ricerca scolastica" si confonde con "ricerca su Google di una articolo copincollabile", allora la presenza in rete di tanta fuffa forse farà sì che lo studente di turno sia costretto a porsi il problema dell'attendibilità di ciò che copincolla; e così facendo sarà costretto a prendere conoscenza dell'argomento studiato.
Del pari, chi sarà riuscito a costruirsi una patente di credibilità, per aver scritto nel corso del tempo cose costantemente sensate e anche modestamente originali, dovrà per forza di cose vedere questa sua fatica premiata, acquisendo una credibilità maggiore rispetto a quella di chi si limita a tumblare ossessivamente cose altrui (che è una pratica non disdicevole, per carità; ma che certo non comporta un gran sacrificio di tempo e neuroni).
In conclusione: io non sono certo che Google stia diventando un bidone della pattumiera con dentro anche qualche portafogli smarrito; ma se così fosse, comunque la cosa non mi preoccupa perché confido che anche in futuro sarò in grado di distinguere i portafogli pieni dalla carta del formaggio; e che coloro che adesso non lo sanno fare dovranno giocoforza imparare a farlo, e alla fine ne saranno contenti.
mercoledì 16 dicembre 2009
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14 commenti:
Studiare per capire e' un comportamento da pioniere che avanza in lande inesplorate; agli ultimi arrivati basta saper fare log in su Facebook. E' l'effetto della massificazione di un mezzo: l'uso che se ne fa e' piu' superficiale ma oggi ci sono tante belle cose che al tempo di Altavista non c'erano.
Io comunque mi servo da un buon fornitore, questo qui.
No,la 127 noo... è da zii col borsello!
Se citi anche la 850 celestina, metto come colonna sonora Rita Pavone, quella di E datemi un martelloooo...
Quella macchina durò pochi mesi, ahimè. Pagheresti, per sapere cosa venne dopo: un pezzo pregiato!
La Simca?
Non arrivo a tanto masochismo, quello cioè di non accendere il condizionatore a 46 gradi (che ho appena convinto la moglie ad acquistare un'auto col condizionatore! :-) ), ma condivido tutto il resto del post, servosterso compreso.
Ti segnalo questo:
http://www.unita.it/news/italia/92713/internet_e_quella_stella_che_brilla_lass
(via mantleblog)
ciao
nicola.
Liliana: ma chi cazzo te l'ha detto?
http://en.wikipedia.org/wiki/File:Simca_1100_Estate_Como.jpg
Intuito, dear. E' il dna nuragico che ti frega.
E' la storia dell'uomo che prima inventa un modello per un motore di ricerca, poi inventa un modo per fregare il modello, e quindi si lamenta che il modello sia inefficiente.
Ma se Google è diventato un bidone della spazzatura, qualcuno, dentro, la spazzatura prima o dopo dovrà averla messa, o no?
certo: tutti quelli che scrivono cazzate. E non dirmi che ce n'è pochi.
Il signore ha chiamato?
sai bene che non pensavo a te, come scrittrice di cazzate!
Eddai, facevo dello spirito di patata, dove è finita la tua ironia? :-P
mi sa che sta assieme al portafoglio e alle chiavi di casa :-(
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