giovedì 7 gennaio 2010

Coerenza

Scrivevo, l'altro giorno, di quanto lo scrivere qui serva a chiarirmi le idee e a pensare meglio.
Posso pure portare due esempi, al riguardo, freschi freschi.

Uno, venutomi in mente ieri leggendo i post arretrati di Gilioli, riguarda la polemica che un po' è montata in rete sul fatto che, se ho ben compreso, gli iPhone che Apple vende in Cina non possono rivevere una serie di applicazioni dall'AppleStore, e in particolare quelle riguardanti il Dalai Lama, il Tibet e compagnia cantante.
Io non ho alcuna stima per il Dalai Lama, come non ne ho per i capi di altre religioni, tipo il Vescovo di Roma (il quale, perlomeno, viene scelto in un modo un pelo più trasparente, che dovrebbe dare garanzia di una preparazione un pelino maggiore): ma ho molta, moltissima minore stima per le religioni new-age quali il CultoDiSteveJobs e gli IdolatriDellaMelaMorsicata, e quindi mi era ghiotta l'occasione di sparlare di questo culto facendo emergere le contraddizioni di chi con una parte del cervello accetta di vincolarsi alla Volontà Assoluta e Inappellabile del Sommo Profeta, mentre con l'altra non perde occasione di irridere agli utenti di Microsoft perché quest'ultima è l'incarnazione del Male.

L'altro, sorto all'attenzione cosciente dopo aver passato una serata per altri versi piacevole a discutere delle elezioni in Puglia, riguarda la contraddizione del PD: il quale pur avendo fatto delle Primarie la propria bandiera, non le vuole in Puglia perché le Primarie rischierebbero di dare il risultato contrario a quello voluto dalla Direzione, vale a dire la conferma della candidatura di Vendola rispetto all'insignificante Boccia.

Ho quindi iniziato a buttar giù qualche riga su queste cose quando mi sono accorto che, una volta messe nero su bianco, le idee venute d'istinto si dimostravano diametralmente opposte a quelle che sono le mie idee ragionate e ripetutamente espresse, anche su questo schermo.
Razionalmente, il fatto che io prediliga Vendola rispetto a Boccia non può spingermi a dire che ci vorrebbero le primarie in Puglia: perché io ho sempre sostenuto che le primarie siano una cagata, e il fatto che oggi tale cagata potrebbe essere utile non toglie che sempre di cagata si tratti; e se oggi sostenessi le primarie per Vendola smentirei il mio passato e ipotecherei le critiche future. Pertanto, per coerenza, mi dico: ben venga la scelta del PD di far correre un candidato che avrà l'appoggio di Casini: perderà comunque (del resto probabilmente avrebbe perso anche Vendola, qualora fosse passato alle primarie), ma perlomeno il metodo (quello che IO credo sia il metodo) di scelta del candidato sarà stato giusto.
Quanto ad Apple, la cosa è ancora più semplice. Ci sono delle leggi, in Cina: giuste o sbagliate, ci sono delle leggi, e le leggi in linea di principio vanno rispettate. Poi c'è tutto il discorso delle dittature, delle opposizioni, delle rivoluzioni, del diritto naturale e delle genti, della necessità di ribellarsi alle leggi ingiuste e delle condanne di Norimberga.
Ma, con tutto ciò, sostenere che Apple (che non è l'incarnazione del Sommo Bene in Terra, bensì un'impresa commerciale incorporated secondo le leggi della California) debba fare l'avanguardia movimentista giocandosi il mercato cinese vendendo prodotti in aperta violazione delle leggi colà vigenti anziché adattare i medesimi in modo che rispettino le medesime, ecco: tutto ciò significa o non aver capito nulla dell'economia, del diritto e della società, o un'inguaribile voglia di alzare sempre il ditino, e una perversa tendenza a scrivere prima di pensare.
Dire che la Cina dovrebbe accettare gli iPhone con su il Dalai Lama sarebbe come dire che l'Italia dovrebbe accettare che RyanAir scelga a capocchia i documenti d'identità validi per l'imbarco. E dato che nei giorni scorsi ho spiegato perché RyanAir è nel torto, sono ora costretto ad ammettere che Apple ha ragione.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Se a scrivere ti spinge la necessità di chiairiti le idee, non credo che sulla questione Puglia tu ci sia riuscito molto.Quel che è peggio, almeno per me, è che hai confuso le mie di idee.Io sapevo di volere una cosa sbagliata,io volevo Vendola come Presidente della Regione perchè Vendola è un poeta, Vendola è un affabulatore,un sognatore e soprattutto è una persona libera.Non è un economista,ha commesso delle leggerezze imperdonabili,non si possono fare due pesi e due misure, ma è aria pura in confronto alle stategie politichesi degli altri aspiranti alla poltrona di Presidente.
Qual'è la via più sicura - o meno incerta -per raggiungere il quorum necessario allo scopo?Questo era il mio problema.Tu me ne hai buttati sul tavolo altri.Adesso pensaci meglio e risolvili.
Ti leggo per questo!
Paola

m.fisk ha detto...

Guarda, per me, se fosse per il fatto che è un poeta, un affabulatore e un sognatore, allora cento volte meglio Boccia, come amministratore pubblico.
Per me Vendola è: A) una brava e onesta persona e B) un politico di sinistra. Ciò me lo fa preferire a Boccia, del quale non so se sia o meno bravo e onesto, ma il fatto che sia destinato ad allearsi con Casini mi fa affermare che non è di sinistra, almeno come intendo io l'esserlo.
Poi, la communis opinio vuole che Vendola abbia governato bene: io ciò non lo so, e del resto della Puglia conosco bene un solo problema, quello dei Consorzi di Bonifica, che egli ha affermato che avrebbe risolto nel suo discorso di insediamento e sul quale, invece, non ha fatto un beneamato cazzo.
Se fossi un elettore pugliese, quindi, è anche possibile che preferirei votare qualcuno di più, come dire, concreto. Ma dato che sono a 800 chilometri di distanza da Bari, per me il problema Vendola o Boccia è più che altro visto in funzione delle future alleanze per la costruzione di un'alternativa di sinistra, centrosinistra o centro-sinistra trattinata, all'attuale maggioranza.

Anonimo ha detto...

"il fatto che sia destinato ad allearsi con Casini mi fa affermare che non è di sinistra, almeno come intendo io l'esserlo."

E ti pare niente!
Paola

Anonimo ha detto...

Sulle primarie sorvolo, sia perché penso che vadano fatte, sia perché della politica regionale pugliese non so nulla di nulla.

Sulla Apple invece un discorsetto lo farei. Fermo restando che l'idolatria del marchio è una delle nuove religioni moderne e quindi deleteria, come tutte le idoliatrie, Apple, come Google & C., si sbrodolano parecchio come portatrici di libertà e comunicazione, così come fanno molti sostenitori del capitalismo selvaggio. Invece il capitalismo selvaggio segue altre leggi: 1) la legge del più forte e 2) accumulare potere è bene. Seguire le leggi cinesi si ottempera alle leggi di cui sopra e si mandano in vacca le dichiarazioni di immagine (per allocchi).

Apple ha fatto sì bene a seguire le leggi cinesi, ma è bene sottolineare che in casa Apple, come in tutte le altre aziende, prima viene il guadagno e la conquista di una posizione di mercato e **poi**, se avanza qualcosa, la libertà di espressione degli utenti. Questo si poteva e si può sottolineare senza nessuna contraddizione.

ciao
nicola.

Verrocchio ha detto...

Io invece sono molto favorevole alle primarie: solo che andrebbero fatte per tempo, non improvvisate all'ultimo momento come soluzione per controversie insanabili. Inoltre, dovrebbero essere primarie di coalizione: e se nella coalizione qualcuno non le vuole, come le puoi fare (il che riporta allopportunità della Sacra Alleanza con l'Udc, ma si uscirebbe clamorosamente dal tema)?

m.fisk ha detto...

Ribadisco che non credo nelle primarie; però concordo che se proprio debbono essere fatte, allora debbono necessariamente di coalizione, e non certo di partito. Non avrebbe alcun senso, infatti, far decidere a un partito il nome sul quale poi altri partiti dovrebbero necessariamente trovarsi d'accordo: e del resto basta pensare, per assurdo, a cosa succederebbe se due partiti della medesima coalizone dovessero decidere di organizzarsi le proprie primarie. Che si farebbe dopo? le superprimarie?

Ciò detto, mi sembra altrettanto evidente che se uno dei partiti della coalizione non desidera fare le primarie, allora i casi sono due: o non si fanno le primarie, o non si imbarca il partito in questione nella coalizione.

 

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